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Se mi ami ... picchiami
No, non è un libro e nemmeno il titolo di un film, ma negli ultimi tempi sta frantumando ogni record di vendite e di contatti.
Non passa giorno che non lo si possa trovare quasi quasi pure nelle ricette di cucina o nelle istruzioni dell’Ikea.
C’è chi si strappa i capelli al pensiero di poter vivere qualche momento hot col bel maschione di turno e chi guarda con bramosia la paletta mentre gira la frittata.
Di cosa parlo amiche mie? Ma del bdsm naturalmente e del fatto che ormai lo leggiamo in ogni libro o romance presentatoci dalle varie CE, in tutte le salse, in tutte le epoche e a tutte le età.
Ogni volta che preparo le uscite mensili dei libri mi viene un magone che non vi dico perché la scelta degli acquisti è fra i YA e gli erotici inquinati più o meno pesantemente da questa pratica che, a sentir le chiacchere, ci fa impazzire.
Ogni tanto ci scappa qualche fantasy o qualche bel romanzo d’amore, ma la parte da leone la fanno questi due generi, come se noi lettrici fossimo ragazzine ai primi turbamenti amorosi o assatanate mangiatrici di uomini pronte ad ogni tipo di esperienze.
La lista degli erotici con infiltrazioni bdsm più o meno pesanti è talmente lunga che mi perderei in titoli e sottotitoli, ma da qualcosa devo pur iniziare la mia riflessione semiseria e quindi voglio partire dall’ultima “perla” uscita in questi giorni e che mi fa dubitare della mia convinzione che noi donne abbiamo qualcosa in più dei maschietti. La storia è da scuola d’infanzia : una lei che pentita di aver lasciato il suo uomo dopo due anni di convivenza, convince il miglior amico di lui ad organizzarle un incontro per implorare il suo perdono e a chiedergli di ricominciare.
Il maschio solleticato nel suo ego le dice che visto il gran dolore che lei gli ha dato abbandonandolo di punto in bianco, le concederà solo un fine settimana e che poi non si vedranno mai più.
Un romanzetto piccolo piccolo con una trama ancora più povera che ha bisogno quindi di un innesto forte per far decollare la storia.
E cosa c’è di meglio di un sacco e una sporta di fruste, manette, bende, sculacciatori, collari, chiavi, corde, pinze, perle e croci varie? E va bene che le perle sono il simbolo di giugno, ma io le intendevo come collane da portare al collo o al polso!
Comunque l’incontro a cui la tapina aspira e riesce ad ottenere è farsi trovare come mamma l’ha fatta, in ginocchio e in posa da sottomessa ad aspettare il suo dominatore/amante e provargli che è maturata e che riesce a dargli senza paura tutto quello che lui pretende e che si sforzerà pure di mettersi quel bel collare che l'aveva così tanto terrorizzata. Il collare di diamanti e platino...
Ecco quindi uscire, come dal cappello del mago Casanova, ogni sorta di aggeggi che faranno godere come non mai il suo signore e padrone e lei "solo" se le sarà permesso.
Non voglio deliziarvi con tutti i particolari, ma vi garantisco che veramente si riesce a toccare il fondo senza difficoltà.
E mi chiedo come si fa a pensare e a scrivere certe cose… capisco che ci si è informati, che si è guardato qualche porno ma paventare che sia l’apoteosi dei sensi viversi queste esperienze mi risulta veramente ma veramente esagerato e pericoloso.
Il dolore è dolore e non è che lo sento di meno se a farmelo è la persona che dice di amarmi. Come si fa a dire che ogni vescica sulle natiche la si ricorda con palpitazione ed estasi? Come si può accettare di l’umiliazione di una frusta o di rimanere per tutta la cena con un corpo estraneo infilato nelle parti intime solo per essere pronta per il mentecatto che chiami compagno? O i morsetti sul seno? O il collare stretto la cui chiave viene buttata via?
Che se una ha un attacco di tosse particolarmente ostico nemmeno glielo possono togliere o cercare un duplicato della chiave.
Qualche settimana fa mi capitato un piccolo incidente: dovevo fare una iniezione e dopo averla preparata, la siringa mi stava cadendo. Quando ho cercato di prenderla in un gesto istintivo, quasi come in una comica, con una manata l’ho fatta volare in aria e con qualche piroetta la siringa è atterrata dritta come un fuso su un seno.
Non vi dico il dolore, l’ematoma che mi ha regalato tutti i colori dell’arcobaleno, gli impacchi …
Come diavolo fanno allora queste donne ad eccitarsi, ad accettare ogni qual sorta di vessazione e costrizione e sbandierarlo come amore, come espressione massima di adorazione e di rispetto perché alla parola d’ordine ci si ferma.
Sono discorsi fatti milioni di volte ma evidentemente non entrano nelle nostre teste, non riescono a farci capire il pericolo di certe situazioni, la falsa idea che ci facciamo dell’uomo macho, del rude compagno che fra una frustata e l’altra ci bacia sulla “bua”, del principe azzurro che in camera da letto si trasforma in un domatore di circo.
Noi donne siamo complicate e strane ma mi risulta difficile credere che ci possano piacere certe “delicatezze” di un uomo padrone che ci controlla, ci condiziona, ci punisce … ma solo perché ci ama da morire.
Finchè tutto questo resta nelle pagine di qualche libro mi va pure bene… evito di prenderlo e la cosa finisce lì.
Comincio a seccarmi quando questi argomenti infarciscono quasi ogni lettura che ci viene presentata dalle CE.
Sembra che un erotico non possa essere scritto se dentro non ci si mette una massiccia dose di sculaccioni, che nessuna storia d’amore non possa essere degna di tale nome se ad un certo punto la donna innamorata non provi l’ebrezza di una frustata d’amore o la legatura tipo salamella.
E l’asticella del lecito e del buongusto tende ad alzarsi purtroppo perché sembra non bastare più bdsm, menage e amori di gruppo, giocattoli e attrezzature varie .
Adesso arriva lo stupro, la violenza, l’abuso, le costrizioni fisiche e psicologiche, l’umiliazione estrema della donna.
Tutto quello che la nostra coscienza umana dovrebbe condannare ed eliminare sembra essere accettata ed esaltata, anelata e agognata dalle lettrici di questo genere di romance.
Perché non ci si indigna invece a leggere questi libri? Perché si amano i protagonisti di tante bestialità? Dove vediamo la storia d’amore?
Quello che mi lascia basita è che siano donne a scrivere questi romanzi. Non riesco a capacitarmi che una persona come me, madre figlia sorella, possa pensare di far subire dolore e degradazione ad un'altra donna.
Ogni giorno si legge sul giornale come e dove arriva la violenza su una moglie o una compagna che cerca solo di vivere, ogn giorno leggiamo la loro sofferenza fisica e psicologica, la loro morte.
E gridiamo tutta la nostra rabbia, la nostra delusione verso una società che non ci protegge, che non ci tutela, che non ci crede. Ci ribelliamo giustamente e con forza alla cultura vecchia e maschilista che considera le donne ogggetti di possesso, di scambio, di uso.
E poi ci innamoriamo dei mostri di questi libri, ci infervoriamo in discussioni e recensioni per esaltare il protagonista amante che si trasforma in aguzzino, dell’uomo che si eccita davanti al dolore che riesce ad infliggere alla donna che pretende di amare, il carnefice che schiaccia la vittima sottomessa e schiava in nome di un sentimento che non può essere amore ma sempre e soltanto il potere e il controllo totale sull’altro.
Non accetto questa situazione nella realtà, figuriamoci se lo faccio in un libro.
Non giudico chi li legge, ma non li capisco e credo che non ci riuscirò mai.
Vi lascio con queste regole o desideri che ho trovato girando qualche sito che parlava di bdsm. Non le commento…
VOGLIO un Signore da adorare innanzi tutto, un Signore ai cui piedi inginocchiarmi.
VOGLIO un Maestro che mi istruisca
VOGLIO un Padrone che mi punisca
VOGLIO un Uomo con il quale parlare
VOGLIO un Complice con il quale sorridere
VOGLIO un Maschio che mi possegga.
Io invece voglio un uomo che mi ami e che mi rispetti. Voglio passione, sensualità.
Voglio la favola.
Di orchi ce ne sono troppi nella vita reale. Leggerli anche nei libri per me è troppo.
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