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Sesso e Romance: più fantasia che realtà- seconda parte
Continua il nostro viaggio alla scoperta della visione di una componente sostanziale del romance, la sessualità, che spesso passa dal livello fiabesco a quello molto, ma molto comico.QUI potete leggere la prima parte
Se nel numero scorso abbiamo affrontato il lato più serio e talvolta drammatico nella rappresentazione della sessualità nel romance, questa volta ci dedicheremo a quello più leggero, complici le tantissime pubblicazioni fortemente o mediamente erotiche che al momento stanno affollando librerie ed edicole, senza dimenticare quelle proposte da case editrici solo digitali specializzate.
Dagli anni novanta in poi l’eros, non è più confinato oltre la porta chiusa della camera da letto, ma ha attraversato la soglia invadendo, non solo metaforicamente, il resto degli ambienti interni e l’esterno. Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito ad un’impennata tanto del numero di scene d’amore presenti, quanto del livello della loro graficità, al punto che ormai sono gli editori ad imporre alle autrici di non scendere sotto ad un determinata soglia di sensualità. Di certo questi cambiamenti sono andati di pari passo con l’evoluzione della società, divenuta da una parte più permissiva, dall’altra ossessionata dalla sessualità a tutti i livelli al punto di cercarne anche pubblicamente varianti sempre più spinte. Senza addentrarci nei significati di tali cambiamenti, ne esamineremo i riflessi per il romance. Tanto per cominciare se in passato l’erotismo era tutt’al più un corollario alla storia d’amore, ora è divenuto centrale nella narrazione e nella relazione tra i protagonisti, spesso precedendo o anticipando un eventuale sviluppo sentimentale, quando non è fine a stesso con una lieve patina di affetto per giustificare pagine e pagine di amplessi ininterrotti e fantasiosi. I nostri eroi si sono emancipati e non hanno più bisogno di esibire un grande amore per abbandonarsi alla passione sfrenata.
Alcune autrici hanno precorso i tempi in questo campo e altre ci cono andate a nozze, avendo la possibilità di esprimere al meglio le loro capacità, vedi Robin Schone, Emma Holly, Lora Leigh o Megan Hart; altre nonostante la fama hanno creato dei precedenti che rasentano il ridicolo e l’assurdo, come Thea Devine o Susan Johnson. La prima, molto conosciuta dalla fine degli anni ottanta a metà degli anni duemila, ha introdotto il BDSM nel romance quando ancora non era definito come tale e se ne parlava poco. Invariabilmente i suoi personaggi si detestavano, pur provando una fortissima ed incontrollabile attrazione fisica e i loro rapporti intimi includevano lacci o costrizioni di vario genere e numerose punizioni corporali. Da notare anche l’abbigliamento delle gentili donzelle che in pieno ottocento riuscivano ad esibire della pseudo lingerie di pelle, con collari borchiati inclusi!
La celeberrima Susan Johnson, anch’ella molto amata negli stessi anni della Devine e tutt’ora attiva, si distingueva per un approccio maschile alle scene di sesso, non solo molto esplicite ma anche dettagliate sui particolari anatomici. Preliminari o petting erano inesistenti nei suoi libri, si passava quasi immediatamente e solamente alla penetrazione, continua e ripetuta, tanto da raggiungere i dodici rapporti in una sola notte come in Tabù. Questi sono solo due esempi delle esagerazioni presenti in migliaia di titoli, potrei citarne molti altri ma mi limiterò a fare una panoramica che raggruppa le principali iperboli narrative che la lettrice incontra di sovente.
1) Le vergini non conoscono l’anorgasmia.
In pieno allineamento con l’attuale obbligo sociale per le giovani (mai ammettere di non raggiungere l’acme nel sesso), le nostre eroine illibate di fronte alla prima volta non provano né timori, né ansie. Si gettano a capofitto nell’impresa, non sperimentano nessun dolore – al massimo un lieve fastidio – e ne guadagnano orgasmi plurimi e incredibilmente appaganti. La lettrice perplessa si chiede da quale pianeta provengano queste donne e ragazze.
2) Le vergini sono nate imparate.
Al contrario delle povere mortali, le protagoniste vergini dei romance, sia nello storico che nel contemporaneo, non abbisognano di studio e pratica. Benché non abbiano mai avuto contatti intimi con nessun uomo, ignorino le nozioni base dell’anatomia e siano prive di qualsivoglia esperienza, già dal primo rapporto sessuale si rivelano amanti incredibilmente appassionate ed esperte. L’insicurezza, i dubbi e le paure delle donne normali non esistono, queste signore e signorine conoscono istintivamente tutte le posizioni del Kamasutra e sono più abili di qualsiasi professionista del settore. Le loro performance sono perfette e sono padrone delle tecniche più raffinate e inusuali, al punto che farebbero sfigurare una maitresse. Ciò include anche ogni perversione o pratica che all’eroe possa balenare in mente.
3) Tutti gli eroi sono superdotati.
In barba alle statistiche, in Romanceland gli uomini sono ovviamente incredibilmente sexy, ma soprattutto hanno dimensioni ragguardevoli, e non mi riferisco solo all’altezza o alla stazza. I nostri non dubitano mai della loro avvenenza o della loro carica erotica perché confidano in un numero di centimetri tale da far impallidire i più noti pornostar. Le femmine che si intrattengono con loro vanno in deliquio di fronte a cotanta maestosità e si sprecano in paragoni: obelischi, montagne, grattacieli e chi più ne ha più ne metta. A ragione hanno paura di non poter degnamente accogliere la maschia appendice, salvo poi riuscirci immancabilmente, per quanto poi lamentino di sentirsi impalate.
4) Gli eroi fanno un baffo alle Duracell.
Il viagra non è menzionato – o non è ancora stato inventato, per quanto riguarda lo storico – eppure il lui di turno vanta prestazioni di ore o ore, con coiti come piovesse senza prendersi un attimo di fiato. E può farlo per giorni e settimane senza risentirne. Che sia parente di Jeeg Robot d’Acciaio?
5) Le coppie romance hanno seri problemi di fluidi.
Ebbene sì, le coppie romance si distinguono anche per la produzione di fluidi corporei, più precisamente quelli dell’amore e no, non sono le lacrime di gioia. Quando eccitati, i baldi protagonisti aprono praticamente le cateratte e fanno temere inondazioni. A volte si è tentati di consigliar loro di indossare un pannolone, non si sa mai…
6) I protagonisti dei romance hanno superpoteri e non ce lo confessano.
Sì, debbono per forza esserne provvisti poiché le malattie e la fecondità non sono una loro preoccupazione. Con rare eccezioni infatti hanno a iosa rapporti non protetti senza che mai l’eroina rimanga incinta, e l’eroe può essere un completo debosciato ma non conosce nemmeno l’ombra di una malattia venerea e tantomeno di un preservativo.
7) Loro possono farlo strano senza slogarsi un braccio.
Le posizioni più strane e umanamente non praticabili, le situazioni più improbabili e difficili non impediscono ai nostri protagonisti di accoppiarsi sconfiggendo la gravità e la fisica, senza riportarne danni di sorta.
Insomma, è vero che il romance serve a sognare e ad allontanarsi da una vita reale spesso avara di soddisfazioni e certamente problematica, ma nel tentativo di proporre una fantasia, di frequente certe scrittrici sconfinano nella barzelletta che fa inarcare un sopracciglio o scompisciare dalle risate, senza però raggiungere l’obbiettivo di svagare le lettrici. Sappiamo che i protagonisti di un romanzo sono “issimi” in tutto, fa parte del gioco (idealmente nessuno cerca storie con personaggi brutti, malati, pieni di debolezze e con complessi di inferiorità circa le proprie qualità amatorie), però la sessualità è un terreno minato e per far immedesimare il pubblico è necessario non discostarsi troppo dalla verità. Dunque passione e sensualità anche estremi, ma non fantascientifici, così da divertire e perché no, essere fonte di ispirazione. In fondo le statistiche dimostrano che chi consuma romance ed è in una relazione stabile, ha una vita sessuale più soddisfacente. Noi lettrici accanite lo sapevamo da tempo…
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