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Il selfpublishing
Negli ultimi anni la tecnologia è riuscita ad offrirci così tanti e vari servizi che ormai con un semplice click sul computer possiamo comprare e fare quasi tutto: trovare un amore, vendere qualcosa, comprare un oggetto di un paese lontano, girare dei video e metterli in rete diventando per qualche attimo la pop star del momento, la cuoca più fantasiosa del web o la scrittrice rivelazione dell'anno.
La voglia poi di condividere con gli altri una propria dote o una passione è vecchia come è vecchio il mondo.
Fino a qualche tempo fa c'erano dei canali ben precisi per riuscire a far emergere il proprio talento, passaggi lunghi e faticosi in cui si era giudicati e approvati da specialisti del settore, rifiuti e bocciature che non si potevano testare direttamente su chi poi avrebbe acquistato il prodotto che veniva presentato al pubblico.
Ci si doveva fidare, affidandosi alla capacità di giudizio e di lungimiranza di chi la gavetta l'aveva fatta prima di noi nel mondo del cinema, della musica, della moda e dell'editoria.
Adesso invece con pochi passaggi ognuno di noi può diventare, da solo, un cantante, un attore, un modello o uno scrittore.
Il risultato e il gradimento però sono equiparabili al prodotto che esce regolarmente col controllo e la trafila tradizionale?
Non mi azzardo ad entrare con discorsi o giudizi in dei campi che non conosco, ma vorrei poter parlare un poco con voi del fenomeno del self publishing che ormai impazza senza nessun freno o limite sul web. Parlarne come Marin, casalinga normale, amante della lettura, non legata a nessuna casa editrice o a correnti pensiero, che abbocca, fidandosi, tante di quelle volte che non vi dico e si prende delle fregature pazzesche.
Alzi la mano chi di noi non ha mai scritto qualcosa e ha pensato di poter diventare la nuova Balogh o Higgins o Cornwell.
Confesso che anch'io ci ho provato una volta e non per diventare famosa, ma per la necessità di non dormire nelle lunghe notti passate in ospedale con mia madre. Se leggevo prendevo sonno, la televisione disturbava e allora aprivo le mie agende e scrivevo fitto fitto il mio racconto... i miei 3 lunghi racconti per essere precisi.
Quindi, da parte mia, non c'è e non ci sarà mai nessun giudizio negativo per chi vuole intraprendere questa avventura.
Ma scrivere è una cosa seria, non si crea un libro senza un'adeguata preparazione e la capacità di inventare e portare avanti una storia che appassioni il lettore dalla prima all'ultima pagina.
Se con i classici canali della pubblicazione tradizionale che passava e passa ancora per editor, correttori e via dicendo, molta roba veniva eliminata e rinviata al mittente, adesso con l'autopubblicazione siamo nella giungla del caos.
Ogni aspirante scrittore è convinto, a torto o a ragione, di avere in mano "il libro" dell'anno ed è convinto che i giovani autori siano penalizzati dall'editoria, incline al nome famoso che fa cassetta più che al contenuto del romanzo.
Può darsi...ma penso anche che pur di avere il proprio nome sulla copertina di un libro da regalare a parenti e amici, ci sono persone che riescono a scrivere la lista della spesa e se la pubblicano.
Ma se si legge pochissimo in Italia, come si fa ad avere così tanti piccoli scrivani che sfornano ogni giorno decine di romanzi, si autopubblicano e pure si recensiscono da soli?
Siamo noi lettori a non capirli e a non apprezzarli perchè temiamo il nuovo che avanza? Perchè li evitiamo preferendoli allo straniero o all'usato sicuro di un marchio o di un nome famoso?
L'autopubblicazione in formato digitale ha notevolmente aiutato la marea di autori che cercano di farsi conoscere al grande pubblico. Basta aprire una piattaforma come Amazon e ci si perde nella marea di titoli di autori emergenti che ci vengono proposti a pochissimi euro.
Ma vale la pena di spendere poco per avere ancora meno?
Perchè, secondo la mia piccola esperienza, c'è veramente poco nella stragrande maggioranza di questi titoli.
In tantissimi casi c'è lo scopiazzamento bello e buono di altri lavori.
E' vero che la trama di un libro d'amore più o meno è sempre quella, ma l'abilità di uno scrittore secondo me è quella di raccontare la solita storia con quell'ingrediente misterioso che te la fa sembrare sempre nuova.
I selfpublishing che ci vengono proposti cavalcando la tendenza del momento, quasi sempre sono erotici. E per farsi notare dal pubblico... esagerano e a volte anche di brutto.
Scrivere non è cosa da tutti, riconosciamolo con onestà. Ci vuole passione, tecnica, intelligenza e cultura. Bisognerebbe conoscere la grammatica, l'analisi logica, la storia e la geografia...
Congiuntivi, aggettivi, pronomi, avverbi non sono optional da usare alla bisogna, ma le fondamenta principali su cui si dovrebbe poi sviluppare tutta la narrazione.
Eppure riusciamo a leggere delle cose talmente impossibili e astruse da chiedersi se l'autore non sia qualche alieno appena sbarcato sul nostro pianeta.
E chi scrive è permaloso, non accetta e liquida ogni critica a volte con molta scortesia e maleducazione.
Il lettore non è autorizzato a nessun tipo di commento che non sia positivo pena essere tacciato da incompetente o da "non adeguato" al giudizio.
Ma la critica, se fatta con educazione e garbo, che male può fare all'aspirante scrittore che si lancia autonomamente nel mondo dell'editoria?
Io credo che ci sia sempre qualcosa da imparare e nella critica, capire quello che si può migliorare.
Invece molti tirano avanti per la loro strada, incuranti di qualsiasi voce che non sia quella favorevole al loro lavoro.
Non si può piacere a tutti per carità, ma un minimo di autocritica e di riflessione potrebbe aiutare molto.
Nessuno rifiuta a priori la novità ma col selfpublishing ci troviamo davanti decine di nuovi impreparati aspiranti scrittori che inalcuni casi danneggiano chi invece si affaccia con serietà e preparazione a questa arte.
Che dire poi di chi sponsorizza questa squadra di scribacchini promuovendola a scrittori?
Come posso fidarmi di un blog o di un forum che mi presenta in maniera entusiasta un libro definendolo la novità dell'anno, quando poi non riesco nemmeno a leggerlo da quanto è sconclusionato e svirgolato?
Non sto parlando a caso, badate bene.
In queste settimane mi sono letta parecchi selfpublishing, alcuni presi a caso, altri su preciso consiglio di alcuni forum.
Ho buttato via soldi 8 volte su 10.
Romanzi presentati come deliziose piacevoli scoperte che nulla hanno da invidiare ai grandi nomi, narrazioni che tolgono il fiato, commedie romantiche a colpi di battute e dialoghi spumeggianti alla fine si sono rivelati noiosi e ripetitivi, scopiazzati senza troppi problemi e privi di personalità.
Alla scrittrice di uno di questi mi piacerebbe far notare che un libro non può essere un discorso diretto dall'inizio alla fine e che esistono anche i periodi in cui spiegare le situazioni e dare fiato al lettore.
Ad un altra vorrei far notare che non si ricevono più punti usando un linguaggio triviale e sboccato o sguazzando in argomenti che fanno scandalo. Che dire a chi invece ha usato la trama di altri tre libri per fare il suo?
Ma guai a fare un commento "ni", ad essere fuori dal coro ... vieni spellata viva e cosparsa di sale.
Mi è stato fatto notare che se a scrivere certi libri fosse stato un nome famoso, non ci sarebbero state critiche. Sì, forse sì se si appartiene agli ovini e si segue il gregge.
Personalmente, se una cosa non mi piace può averla fatta anche Calliope o Talia e non cambierei una virgola del mio parere.
Stesso giudizio negativo devo purtroppo anche darlo a quelle autrici note che si cimentano in romanzi brevi e si autopubblicano. Non voglio generalizzare e fare di tutta un'erba un fascio, ma dopo averne letti alcuni mi è sorto il dubbio che siano lavori di gioventù quando ancora stavano affilando le penne per la zampata finale. Ma riproporli adesso non li fa certo diventare capolavori o chicche preziose di una stella ai primi albori .
Se così non fosse allora dentro di loro convivono due entità con capacità diverse perchè alcuni sono pessimi e solo guardando quattro volte il nome dell'autrice sulla copertina riesci a convincerti che sia proprio quella che ti ha fatto sospirare in quel bel romanzo appena preso...
Voglio però tranquillizzarvi sulle autopubblicazioni, perchè ci sono veramente delle pietre che luccicano preziose nella marea di grigiore di questa editoria fai da te.
Nomi e titoli che riescono ad imporsi col tam tam del passaparola e della recensione sincera libera da ogni raccomandazione o ruffianeria. Libri con una storia, scritti con passione e abilità e pensati per il gusto di chi legge.
Possono parlano d'amore, di sesso, di amicizia, di sport o di vampiri ... racconti letti mille volte in tutte le salse e in tutte le lingue. Ma queste nuove penne che ce li propongono riescono a farli propri, li arricchiscono con le loro spezie miscelando il tutto con bravura e fantasia.
Questo è il self publishing che io apprezzo, che continuerò a comperare e di cui parlerò nei miei post.
Tutto il resto lo lascio volentieri agli altri.
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