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Premio Castrum Minervae, una notte magica
Questa bellissima esperienza comincia al tavolino di un bar nella piazzetta di Castro. Castro è bellissima, ha il mare di un blu profondo, la scogliera a picco su quel mare, e un centro storico molto suggestivo. Anticamente era chiamata Castrum Minervae in onore della dea Minerva, alla quale era stato dedicato un tempio, forse proprio quello avvistato da Enea prima di sbarcare su questa costa.
A Castrum Minervae si svolge la maggior parte del mio ultimo romanzo, L’Oscuro Mosaico, edito da Leggereditore.
Bene, al tavolino di quel bar a pochi metri dal mare, il sindaco di Castro, dott. Alfonso Capraro, mi dice di aver letto il libro ed esprime il suo apprezzamento, affermando di essere stato colpito da uno scritto che si trasforma in immagini vive e citando in particolare alcuni momenti narrativi. Poi conclude proponendomi una presentazione del romanzo nel castello aragonese di Castro quale prologo all’assegnazione del premio internazionale Castrum Minervae, che l’amministrazione comunale assegna a personaggi che hanno contribuito a valorizzare il territorio. Negli anni sono stati premiati archeologi, industriali, giornalisti, editori, ma anche personaggi legati al mondo dello spettacolo, come il regista Winspear, l’attore Franco Nero, la conduttrice Serena Dandini.
Non riesco a crederci. Penso che questa sia la gratificazione più bella che un’autrice possa desiderare. Io ho messo il cuore nel descrivere i luoghi del mio romanzo, ho scelto una terra forte perché fosse lo sfondo perfetto alla forza dei miei personaggi, una terra arsa dal sole e battuta dal vento, dove il mare è aspro e selvaggio, ma anche “dolce in certi punti, e con l’incanto di mille colori”. Ricevere un premio per questa scelta mi sembra la magica conclusione di un percorso cominciato circa due anni fa, quando ho scritto la prima parola de L’Oscuro Mosaico.
Ho un ricordo piuttosto confuso dei giorni che hanno preceduto la serata del premio. Preparativi vari, abito, scarpe, la fatica di trovarle con il tacco non troppo alto in una città invasa da tacchi dodici. Salire sul palco con un tacco dodici? Inaffrontabile persino nei miei sogni più spericolati.
Ed eccomi alla sera dell’evento, che si svolge nella suggestiva Piazza Vittoria, con la cattedrale a fare da sfondo a uno spettacolo dedicato alla Mitologia e in particolare alla dea Minerva. La piazza è gremita, il direttore artistico Fredy Franzutti ha organizzato uno spettacolo di alto livello che riecheggia gli antichi miti, con balletti, recitazione e musica. Presenta il giornalista RAI Francesco Giorgino.
Ci sono sei premiati, e le premiazioni si alternano alle performance. Non arriva mai il mio turno, e infatti sono chiamata sul palco a quasi fine serata, verso mezzanotte. Non parlo dell’emozione e del cuore a mille, vi parlo solo del nero inchiostro che ho davanti. Un’amica mi ha suggerito: scegli un viso simpatico tra il pubblico e parla a quel viso. Non c’erano visi, non c’era pubblico. A causa del gioco di luci, solo un buio assoluto a cui rivolgermi.
Francesco Giorgino legge la motivazione, l’autrice Maria Concetta Cataldo mi consegna il premio, una bellissima stele in terracotta realizzata da Artefatto e Studio Virgola con l’antichissima tecnica dell’ingobbio, e poi un paio di domande. Il presentatore mi chiede perché abbia scelto Castro come scenario del mio romanzo e poi qual è il mio mito preferito. Io cito la storia di Altair e Vega, quella che avevo inserito nel romanzo L’avventuriero che amava le stelle, un mito molto bello a dimostrazione che non esistono amori impossibili.
Quando scendo dal palco, l’unica sensazione che provo è una grandissima, perfetta felicità.
Ornella Albanese
p.s. Vorrei ringraziare Gianluigi Rizzo e Maria Coluccia per il supporto ricevuto prima e durante le due serate!
La motivazione del premio: L’amministrazione comunale di Castro ha deciso di conferire il premio Castrum Minervae 2013 alla scrittrice Ornella Albanese per aver contribuito alla valorizzazione dell’identità e della cultura locale salentina rappresentandone e descrivendone i luoghi attraverso raffinate e intense pennellate di colore, rievocandone i profumi, i suoni, le voci, suscitando nel lettore amore e affezione per questa meravigliosa terra e contribuendo a diffonderne e a promuoverne l’immagine.
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