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Gisella Laterza, un nuovo astro del paranormale
E' giovanissima ma ha già pubblicato con Rizzoli un romanzo che sta facendo parlare: DI ME DIRANNO CHE HO UCCISO UN ANGELO. Oggi vi presentiamo la recensione del libro e conosciamo meglio la sua autrice, Gisella Laterza.
INTERVISTA
1 ) Ciao Gisella e benvenuta sul nostro blog. Per le nostre giovani lettrici che magari hanno il sogno di veder pubblicato un loro lavoro, ti chiedo: cosa ti ha spinto a scrivere un romanzo a 16 anni?
Ero una ragazzina con tante domande per la testa.
L’adolescenza, in generale, è il periodo della vita in cui cominciano a nascere i primi interrogativi esistenziali: sull’amore, sul futuro, e addirittura sul senso della vita stessa. L’unico modo per trovare una via attraverso quel caos, per me, è stato scrivere.
Non ho trovato molte risposte, ma almeno le domande sono più ordinate.
2) Hai utilizzato la metafora della fiaba perché era più facile e meno borioso far passare certi messaggi?
Non è stata una scelta a tavolino: la fiaba è la forma di narrazione che mi è venuta spontanea. Credo che sia successo perché le fiabe, come i miti, sono storie che parlano di noi da centinaia, migliaia di anni. La storia del mio angelo, per essere universale e non solo la storia della mia adolescenza, aveva bisogno di un linguaggio universale.
3) A proposito, qual è il messaggio che vuoi lasciarci? Forse sbaglio ma sono convinta che uno o anche più messaggi ci siano.
Giustissimo. Ci sono molti messaggi, ma li ho lasciati in forma ambigua. Come io, da ragazza, cercavo il senso della vita, ho lasciato che il lettore potesse trovare il proprio messaggio, scegliere un significato tra i molti che sono proposti.
Uno solo, però, credo sia palese, ed è, forse, il più importante: vale la pena vivere ogni cosa bella (dalla vita all’amore), anche se, inevitabilmente, ogni cosa bella è destinata a finire.
4) Dove hai trovato l’ispirazione per la tua storia?
La fonte d’ispirazione principale è stata Il piccolo principe. Anche il mio angelo, infatti, compie un viaggio alla scoperta del mondo degli uomini, incontrando diverse persone. La differenza con Il piccolo principe, però, è che l’angelo dà e riceve qualcosa dalle persone che incontra, mentre i personaggi della fiaba di Saint-Exupéry sono immutabili come stelle.
5) L’intreccio delle vite dei personaggi l’ho trovata geniale. Come è nata questa idea?
Volevo spostare l’attenzione dall’angelo alle persone. È un romanzo che parla di umanità, dunque ho voluto creare un legame umano tra le figure che animano la storia. Ed è un romanzo che parla di solitudine: i fili sottili che legano i diversi personaggi mostrano, in realtà, come tutti quanti siano molto soli. Ognuno potrebbe essere meno solo, se avesse il coraggio di recuperare il legami che, per un motivo o per un altro, ha perso.
6) Volevo anche farti i complimenti per lo stile della scrittura: semplice ma ricercato tanto da rendere il racconto di alcuni momenti “forti” mai crudo e volgare. La tua è stata una scelta stilistica, a te più congeniale o è stato deciso a tavolino per non alterare lo stile fiabesco del racconto?
Ti ringrazio per i complimenti e ti confesso che lo stile, inizialmente, era molto più artificioso (più pomposo, più compiaciuto). Poi, lavorando al romanzo nel corso degli anni, è risultata evidente la necessità di semplificare, lasciar cadere i fronzoli per lasciar emergere il cuore della storia.
7) Concludo chiedendoti se, visto il talento promettente dimostrato in questo romanzo d’esordio, stai già lavorando al prossimo.
Sì, è una storia a cui, come a quella dell’angelo, sono molto affezionata. Spero di potervela far conoscere presto.
RECENSIONE: DI ME DIRANNO CHE HO UCCISO UN ANGELO- Rizzoli
Quando ho cominciato a leggere questo romanzo ho subito pensato che fosse una dolce favola con uno scontato ma rassicurante lieto fine. Devo ammettere che questo pensiero è nato da un pregiudizio: l’autrice è molto giovane e ha cominciato a scrivere questo libro, che tra l’altro è il primo per lei, quando aveva solo sedici anni. Ma mi sbagliavo!
La storia comincia proprio da una teenager, Aurora, che torna a casa in tram dopo una serata trascorsa in discoteca. Ormai è quasi giorno.
Presa dai suoi pensieri comincia a piangere senza neanche rendersene conto. E forse… un po’ per la stanchezza dovuta alla lunga nottata trascorsa non tanto piacevolmente a quanto sembra, un po’ per l’accavallarsi di ricordi non proprio positivi, sta quasi per appisolarsi quando all’improvviso qualcuno le rivolge la parola e intorno a lei tutto cambia.
Aurora ha la sensazione di essere stata teletrasportata in mondo parallelo, dove tutto va a rallentatore ed è irradiato da una luce dorata.
Quando rinviene, dopo aver perso i sensi, non riesce a capire chi è e quali intenzioni ha lo sconosciuto che le ha parlato.
In realtà è spaventata e affascinata allo stesso tempo dallo sguardo di quest’uomo bellissimo che incanta.
All’inizio è indecisa, non sa se sia sveglia o se stia sognando ma in ogni caso decide di ascoltare la storia che lo sconosciuto vuole raccontarle. La sua storia.
E così lo sconosciuto comincia a raccontare di una stella caduta dal cielo perché mentre contemplava il mondo insieme alle sue sorelle, ha incontrato lo sguardo di una demone e si è perso in esso. Ha seguito quello sguardo fino alla foresta dove vive la demone e ha capito che non poteva più esistere senza di lei. La stella caduta era un angelo, era lo sconosciuto.
A quel punto Aurora è convinta di sognare perché non può credere di parlare con un angelo ma ascolta la sua storia, non è più spaventata.
L’angelo racconta di tutte le persone che ha incontrato: ognuna di loro gli ha insegnato qualcosa. Ognuno di loro gli ha raccontato della propria vita, di come l’hanno vissuta, di come l’avrebbero voluta. Ognuno di loro regala un po’ di sé, un po’ della propria umanità così da poter permette all’angelo di diventare uomo.
Anche la demone, che si chiama Sera (i nomi avranno un ruolo importante in questo racconto), cerca il suo angelo. Sera si addentra nel mondo degli umani, sa che per trovare il suo angelo deve trovare se stessa rinunciando ad essere una demone.
Incontrerà molte persone che in modo a volte positivo a volte negativo le insegneranno cosa vuol dire essere un’umana, una donna.
Sia Sera sia l’angelo conosceranno umani apparentemente sconosciuti l’uno all’altro ma, in verità, legati da un filo invisibile che, si scoprirà, si intreccia man mano che scorrono le pagine. Le vite di tutti sono unite tra loro come se non potessero esistere senza l’altro.
Sono i sentimenti, le sensazioni che hanno spinto i protagonisti a fare certe scelte di vita piuttosto che altre, anche estreme a volte. Il sentimento per eccellenza, quello che più di tutti ha deciso per ognuno è l’amore che purtroppo non sempre ha portato gioia, felicità e un lieto fine.
Quello che mi ha davvero affascinato e, allo stesso tempo, fatto riflettere è che nonostante ci sia un concatenamento di tutte le storie, di tutti i personaggi, ognuno trasmette un profondo senso di solitudine ineluttabile, ineludibile.
Questo mi ha ricordato un libro che ho letto diversi anni fa, “Il girotondo” di Arthur Schnitzler: ogni personaggio (sono dieci in tutto) vive un episodio della propria vita con un altro personaggio che a sua volta ne vivrà uno con un altro protagonista e così via finché l’ultimo non incontrerà il primo e il cerchio si chiuderà come in un girotondo.
Anche in Schnitzler sembra che l’amore muova le fila della storia, in realtà la solitudine di ogni singolo personaggio è quella che ti colpisce di più come un pugno in faccia quando ti si rivela.
Come in un girotondo anche la demone e il suo angelo si incontreranno e si riconosceranno perché ora si appartengono ma…
Devo ammettere che questo romanzo mi ha stupito. Non è una semplice favola e i personaggi non sono così banali come potrebbero sembrare al primo impatto. Più si prosegue nella lettura e più si percepisce profondità nei contenuti e nei messaggi che ognuno di noi può trovare.
La scrittura è lineare ma allo stesso tempo ricercata, mai volgare ed elegante tanto da rendere ancora più credibile e reale una storia eterea, surreale, fantastica.
Gisella è entrata nel mondo della scrittura in punta di piedi ma vedrete (o meglio sentirete) che farà un gran rumore!
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