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In the Spotlight/Sotto i Riflettori: Elisa Nistri
L'AUTRICE
Mi chiamo Elisa, ho 36 anni e causa amore, lavoro e amici pendolo tra Parma, Modena e il resto dell'Europa. Un po’ come il dottor Jekyll e Mr Hyde nella vita di tutti i giorni faccio il direttore marketing alla Tetra Pak Italia ingegnadomi nel promuovere imballaggi di cartone, ma poi quando finalmente arriva il weekend e ancora in casa regna il torpore dell’alba tiro fuori il computer e mi immergo nel mio mondo – quello della scrittura. Scrivo racconti, poesie e diari da quando facevo le elementari eppure 'La Scelta' é il primo romanzo che giunge alla pubblicazione quindi l'eccitazione è alle stelle. La mia ultima passione consiste nel viaggiare alla scoperta del mondo inseguendo tra mare e montagne quei frammenti di unicità che impreziosiscono i miei libri. C'é altro? Certo, ma questo dovrai scoprirlo da sola! Se hai voglia di conoscermi meglio contattami tramite la mia nuova pagina di Facebook o scrivimi a elinistri@gmail.com
IL LIBRO
LA SCELTA
Editore: CreateSpace Independent Publishing Platform
Anno di pubblicazione:2012
Pagine: 292
Questo libro parla di un viaggio.
Un viaggio in barca intorno alla Sardegna.
Un viaggio nel passato di due fratellastri che si incontrano per la prima volta.
Un viaggio nell’ignoto di acque sconosciute e attimi dimenticati.
Un viaggio che conduce a una scelta.
La Scelta.
Mark ha trentotto anni, é sposato e ha due figli piccoli.
Una mattina come tutte le altre la sua quotidianità fatta di gesti quasi automatici e routine ripetitive viene sconvolta dalla lettera di Lorene, la sorellastra mai incontrata che gli comunica che loro padre è morto lasciandogli un messaggio dopo vent’anni di silenzio e una barca ormeggiata a Nizza.
Queste poche pagine cambieranno per sempre la vita di Mark che dopo aver incontrato Lorene decide di partire con lei per navigare intorno alla Sardegna. Un viaggio di parole senza sconti e ritorni al passato che rivelano la vita di entrambi sotto una luce del tutto diversa. Un passo dopo l’altro infatti, Lorene si rende conto che l’animo di suo fratello é squarciato dalla relazione extraconiugale avuta anni prima con Giulia e da un amore lasciato andare per il bene dei figli nel tentativo di portare avanti una vita ‘normale’.
Un viaggio di parole, riflessioni e infinità marine alla ricerca di quell’amore senza cui nessun esistenza può davvero essere completa.
ESTRATTO
"Cosa ti piaceva così tanto di lei?”
Lorene chiese prima di rendersi conto che quella domanda potesse essere fuori luogo. Ma doveva saperlo, doveva assolutamente capire che diavolo suo fratello avesse provato per ipotizzare di abbandonare il suo nido. Perché giulia perché ora perché in assoluto.
"Cos’aveva Giulia di così speciale?”
Giulia, la ragazza che l’aveva colpito fin dalla prima pausa pranzo. Tavolo rotondo, dieci compagni di classe, un unico sorriso smagliante. La donna che aveva così fortemente voluto, ora dopo ora in quell’auditorium senza che lei nemmeno se ne rendesse conto. La fantasia che aveva sbattuto fuori dai suoi pensieri per un anno intero prima che le loro strade si incrociassero di nuovo durante un fine settimana di sci con gli ex-compagni di corso.
Vorrei solo che tu sapessi che se le circostanze fossero diverse mi piacerebbe davvero tanto conoscerti meglio – le aveva scritto il lunedì successivo.
Sarà per la prossima vita - Giulia aveva risposto tagliando corto.
Altri mesi erano trascorsi, mesi di niente se non punti interrogativi a spasso nella sua mente. Quando aveva deciso di andare a Monaco sei mesi dopo quel breve scambio di email non era stato per incontrare i compagni di corso né per esplorare l’Oktoberfest. L’obiettivo era Giulia, Giulia in tutta la sua meraviglia.
Sapeva benissimo che poteva essere pericoloso, l’aveva saputo fin dal principio, ma aveva deciso di salire su quel treno comunque. Salire su quel treno e farsi portare fino a lei per dirle che quindici mesi non erano bastati a togliersela dalla testa.
Giulia e il suo sorriso.
Giulia che non aveva fatto altro che spalancare l’anima e ascoltare. Ascoltare tutte le parole, quelle dette e quelle no.
Fino a che Mark non aveva trovato il modo di condividere con lei tutta la sua vita nei segreti più riposti e lo stesso aveva fatto lei.
“Beh?” Lorene lo riportò alla realtà.
“Beh cosa, piccola talpa” temporeggiò Mark sforzandosi di riemergere dal suo sogno.
“Cos’aveva di tanto speciale quella ragazza?”
“Non sono sicuro che questo viaggio sarà lungo abbastanza per renderle giustizia”
“Caspita! Questa donna comincia quasi a mettermi in soggezione. In tal caso mi sa che dovrai limitarti alle... fammi pensare – diciamo le cinque cose più incredibili di lei”
“Mi pare un compromesso accettabile. Tenterò di fare del mio meglio” Mark sorrise mentre gli occhi gli brillavano di quella luce scintillante che li invadeva ogni qualvolta indugiava sulla sua musa silenziosa. “Giulia possiede il sorriso più contagioso del mondo - é irresistibile. Sono certo che chiunque nel nostro corso, nella ditta in cui lavora o in ogni aereo che prende ti direbbe lo stesso. Quel sorriso é come una finestra sulla sua anima luminosa, basta guardare attraverso il vetro. Però bisogna fare attenzione per riuscire a cogliere tutte le sfumature che quel sorriso si porta dietro, altrimenti si rischia di essere ingannati”
Mark si soffermò sopraffatto da quell’orda di ricordi. Poteva vedere Giulia di fronte a se, Giulia che sorrideva per lui e con lui. Lorene non aveva dubbi che questo fosse esattamente ciò che stava succedendo quasi d’un tratto si fosse ritrovata a spiare di soppiatto quell’incontro trascendentale.
‘Il tuo sorriso é il tuo migliore amico perché ti rende così gradevole per tutti’ le dissi una volta” riprese Mark ‘Ma allo stesso tempo é anche il tuo peggior nemico perché ogni volta che vuoi nascondere qualcosa é sufficiente che tu sorrida e ciò ti rende in grado di infinocchiare la stragrande maggioranza della gente’. Lo chiamavo il sorriso del cervello, quello che Giulia non poteva assolutamente mettere in valigia quando ci vedevamo”
Nessun commento, nessuna domanda, nessun movimento.
Solo Giulia.
“Numero due… gli occhi. Giulia non ha paura di guardare. La gente tende a distogliere lo sguardo – sono intimiditi, imbarazzati, a disagio. Giulia non lo é, lei ricambia ogni sguardo. Ascoltava i miei occhi e mi lasciava ascoltare i suoi. Dicono che una foto valga mille parole e secondo me hanno ragione: le immagini raccontano storie più profonde e articolate di quanto riescano a fare le parole. E lo stesso vale per gli occhi. Ci sono cose che non si possono esprimere a parole – ci si può provare anzi si deve provare a dirle ma non sarà mai possibile esplicitarne la totalità. É in quei momenti che gli occhi vanno oltre, che riescono a esprimere sfumature e dettagli quando le parole hanno ormai raggiunto il limite. Se ci penso bene credo che una delle cose più straordinarie tra me e Giulia fosse proprio questa: se volevo dire qualcosa di molto complicato e difficile, complesso o multicolore, era sufficiente che facessi giusto qualche accenno e poi ci pensava Giulia a riempiere i vuoti. Con tutti i colori, i dettagli, le sfumature. Bastava che mi guardasse negli occhi e il resto della storia era lì, sua per sempre”
Mark si arrestò un istante e poi chiese all’improvviso “Posso aggiungere un’altra cosa?”
“Che vuoi dire? Siamo appena arrivati a due”
“Lo so ma intendevo chiederti se me ne concedi uno extra. É un attributo fisico quindi devo aggiungerlo adesso”
Lorene sorrise. Suo fratello era un caso senza speranza.
“E va bene, pazzoide! Permesso concesso”
“Giulia ha una pelle morbidissima, dalla testa ai piedi. E non é solo morbida, é anche straordinariamente connessa al suo motore interno, sia fisico che emotivo. Quando é felice e rilassata la sua pelle é morbida, leggermente fredda e liscia, quando é felice ed eccitata la sua pelle é morbida, quasi calda e liscia e quando non é tanto felice la sua pelle diventa morbida, fredda e meno liscia. Sempre morbida – mi piace il morbido – mi piace un sacco”
Lorene smise di sorridere. Guardò Mark completamente perso nel suo mondo fatato e si chiese se sarebbe mai stato in grado di uscirne. E poi pensò a Tony augurandosi che anche lui un giorno potesse mai descrivere la sua pelle con la delicatezza con cui Mark aveva appena descritto quella di Giulia.
“La prossima é una cosa un po’ hard” scherzò Mark.
“Sei sicuro che sia il caso che tu me la dica?”
“Vedi tu. Vuoi saperla sì o no, mia innocente sorellina?”
“Ok, proviamo ma per favore evitiamo i giochini sado-maso”
“Va beh, se proprio insisti cercherò un modo per girarci intorno” un sorriso e poi via, tutto d’un fiato per non perdere il filo “Quando facevamo l’amore Giulia si rilassava. Il sesso é fisico! La gente dice spesso il contrario, che il sesso é emotivo o psicologico. Certo, le emozioni e la psiche fanno la loro parte ma resta il fatto che alla base di tutto ci sia la fisicità. Ci sono così tante forme di sesso – lento, lungo, breve ma intenso, un po’ doloroso, molto delicato – eppure quello che lo rendeva speciale con Giulia é che entrambi fossimo in grado di rilassarci. Ci fidavamo uno dell’altra, andavamo ad orecchio, sapevamo che sarebbe stato perfetto, che potevamo esplorare nuovi territori e che l’altro si sarebbe reso conto di quando il limite era stato raggiunto e sarebbe tornato indietro – tranquillamente, con un sorriso. Rilassarsi significa essere completamente parte del momento, del tutto dipendenti dall’altro e amare questa situazione di divertito abbandono. Giulia e io eravamo in grado di farlo – senza nemmeno provarci”
“Mi piace da morire ascoltarti Mark. Hai davvero un dono con le parole”
"Ma piantala!” si impappinò lui arrossendo.
“No, sul serio, non sto scherzando. E se non ti fidi di me come sorella, almeno cerca di dare retta alla giornalista che ti é seduta accanto”
“Come no, la mia giornalista del tutto imparziale”
“Vai a quel paese”
“A quel paese? Non pensi che ci siamo già in qualche paese ben strano? Qui a parlare per ore di una donna che non esiste più. Follia pura. Siamo davvero figli dello stesso padre, va là”
“Puoi dirlo forte, ma d’altro canto come diceva Marilyn Monroe l’imperfezione é bellezza, la pazzia genialità ed é meglio essere assolutamente ridicoli che mortalmente noiosi”
“Va beh, io sottoscrivo la parte dell’assolutamente ridicolo allora”
“E non ti scordare l’imperfezione, carino” lo sbeffeggiò Lorene “Numero cinque?”
“La quinta cosa che amavo di Giulia era che lei sapesse benissimo quanto la situazione fosse difficile e complicata per me, ed infatti era lì - per me, a proteggermi senza chiedere di essere protetta a sua volta. Questa é vera forza – adoravo la sua forza smisurata. Giulia aveva la forza di ascoltare, capire e affrontare le difficoltà – niente finte, niente digressioni. Non ha mai smesso di camminare al mio fianco, metro dopo metro. Anche quando era doloroso. Fino a quando ho detto basta”
“Ma allora perché ha lasciato perdere tutto? Perché non ha tenuto duro più a lungo?”
“Perché io l’ho obbligata a smettere”
“Ma certo che l’hai fatto! I bimbi, la distanza, Joanna, i tuoi suoceri. Forse avevi solo bisogno di un po’ più di tempo”
“Lorene, Lorene, piantala per favore. Scegliere i ragazzi é stata una decisione mia, la mia scelta. Non so se sia stata la scelta giusta, solo il tempo un giorno ce lo confermerà e forse nemmeno lui, ma é una cosa che devi accettare come ha fatto Giulia. La cosa bella é che io e te potremmo continuare a stare insieme e goderci la vita insieme alle nostre famiglie”
“Le nostre famigliole perfette” Lorene non riuscì a trattenersi mentre un brivido le scendeva giù per la schiena.
Mark non rispose - non aveva la forza di rispondere quindi si limitò a concludere.
“L’ultima cosa che amavo di Giulia ero io. Ma credo che solo lei potrebbe mai capire cosa intendo”
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