Rispondi al commento
Il mosaico di Ornella Albanese
In occasione della pubblicazione del suo nuovo romanzo abbiamo intervistato Ornella Albanese, che ci svela tutti i segreti, o quasi, di L'OSCURO MOSAICO.
GIVEAWAY: Tra tutte le utenti registrate che lasceranno un commento all'intervista entro il 6 novembre, sarà estratta una fortunata vincitrice che riceverà una copia di L'OSCURO MOSAICO, gentilmente offerta da Leggereditore. Dunque non dimenticate di registrarvi e di condividere il post!
Dodicesimo secolo.
Una cattedrale in Terra d’Otranto.
Un mosaico che nasconde la soluzione di efferati delitti.
Un guerriero impavido e un investigatore saraceno di nome Yusuf...
Il fiero Livio si innamora della fanciulla sbagliata, la bellissima e nobile Mirta, promessa fin da quando aveva tre anni al cugino.
Deciso a sfidare tutti pur di conoscerla, il ragazzo viene catturato e punito con ferocia.
Anni dopo Livio è divenuto un cavaliere invincibile, la cui fama lo precede, ma non ha dimenticato né i suoi nemici né Mirta. Quando i loro destini tornano a incrociarsi Livio viene però coinvolto nei misteriosi assassinii di due giovani donne.
Sarà il saraceno Yusuf Hanifa a intuire che la soluzione dei delitti si nasconde tra gli inquietanti mosaici della cattedrale di Otranto.
Livio e Mirta si incontrano dunque ancora una volta per perdersi di nuovo... ma tra efferati delitti, separazioni e vendette, riusciranno forse a superare tutti gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione del loro amore.
Benritrovata Ornella, siamo felici di ospitarti ancora una volta. Immagino tu sia emozionata per l'uscita di "L'oscuro Mosaico", un romanzo che forse è nato anche grazie alle richieste del pubblico dopo "L'anello di ferro", dico bene?
E’ proprio così. Mi ricordo alcuni commenti a una mia intervista in cui le lettrici dicevano di voler fare un fanclub per supportare Yusuf! Ma anche Livio era molto richiesto!
Come mai hai scelto Livio quale protagonista, un bambino senza cuore e dall'animo nero che ne "L'anello di ferro" fa quasi paura?
Proprio per questo motivo. Quando ho tratteggiato quel bambino e ho scritto che aveva il cuore nero, ho subito pensato che mi sarebbe piaciuto lavorare sul personaggio per creare l’uomo. Ero convinta che sarebbe emerso un personaggio molto affascinante, privo di emozioni e solitario, ma ricco di esperienza. Con un passato così difficile e sanguinoso non poteva essere altrimenti.
La bella Mirta invece come è nata? Non deve essere stato facile trovare un'eroina adatta a Livio, io non avrei saputo chi affiancargli.
Un uomo così tormentato aveva bisogno di una donna speciale, che colpisse la sua fantasia. Così ho creato un primo incontro molto fantasioso, qualcosa che restasse nella memoria di entrambi senza che il tempo affievolisse il ricordo. Una donna soltanto bella non bastava, doveva essere bella e ricca di sensibilità.
Come il libro che l'ha preceduto, questo romanzo non è certo un romance classico, ma una commistione tra romanzo storico e romanzo giallo. Per te quale è stata la parte più interessante da inventare o elaborare?
Ci credi che non saprei dirlo? La parte storica mi ha affascinata e ho trovato elementi davvero interessanti che ho voluto inserire nella trama. La componente del “giallo” è strettamente collegata al mosaico della cattedrale di Otranto, e questa particolarità mi ha fatto lavorare con entusiasmo sia allo studio del mosaico sia alla soluzione del mistero. Ma poi c’è anche un’altra componente, quella dell’amore, che ha permeato di sé ogni parte della storia.
Il paesaggio e l'ambientazione sono centrali anche in questo romanzo, costituendo un vero protagonista, in aggiunta a quelli in carne e ossa. Ci vuoi parlare del Salento e della cattedrale di Otranto, attorno a cui ruota il mistero a cui fa riferimento il titolo?
Io studio sempre bene il paesaggio che fa da scenario alle mie storie, ma in questo caso ho avuto il vantaggio di conoscerlo. Castro, Lecce, Otranto, Gallipoli, le grotte scavate nella roccia in tempi remoti sono ancora oggi sotto i nostri occhi. La sfida è stata ricreare quei posti come potevano essere nel dodicesimo secolo. La cattedrale di Otranto merita un discorso a parte. Il mosaico che nel romanzo vediamo non ancora completo (abili mosaicisti sono al lavoro sotto la guida del monaco Pantaleone) è arrivato fino a noi perfettamente integro e ci mostra tutto un fiorire di figure umane e mostruose, praticamente il Bene e il Male in tutte le rappresentazioni possibili. A questo rigoglioso intrico di immagini mi sono riferita per svelare il mistero dei delitti.
Il medioevo è un periodo ricco di eventi in alcuni casi oscuri, quanta ricerca hai dovuto fare e chi ti ha aiutata da questo punto di vista nella stesura del romanzo?
Tanta ricerca e in tutte le direzioni, così ho anche scoperto intrecci inaspettati tra i personaggi dell’epoca. Uno in particolare, molto coinvolgente. Poi, alla fine di tutto il lavoro, a romanzo già completato, ho risolto gli ultimissimi dubbi con l’aiuto di una medievista salentina e di una docente di Filologia Romanza, davvero molto preparate e disponibili.
A proposito di aiuti, tu sei una scrittrice che preferisce lavorare completamente in solitario o a cui piace ricevere input da colleghi o amici? Accetti eventuali suggerimenti?
Tutti i suggerimenti e gli input possibili. Anche quelli che non “sento” e che respingo subito. A volte, nel momento stesso in cui rifiuto una possibilità, a quella se ne collega un’altra che non ha niente a che vedere con la prima, ma che è scaturita proprio dalla breve riflessione che ho fatto per valutarla. I consigli sono sempre preziosi, anche quelli che non si accettano.
Yusuf il Saraceno aveva già colpito l'immaginazione di molte e torna protagonista anche qui, non c'è nessuna possibilità che possa avere un libro tutto per sé (domanda dal fanclub)?
E’ una possibilità che mi attrae molto, ma per un personaggio così particolare devo trovare un’idea molto forte. Ho già cominciato a pensarci, vediamo.
C'è qualcosa che vorresti aggiungere per le nostre lettrici?
Vorrei dire che nella mia carriera di autrice ho pubblicato tanto, ma questo è un libro molto diverso da tutti quelli che ho scritto fin qui. E’ un romanzo corposo e molto approfondito in tutti i suoi aspetti perché per la prima volta ho scritto senza pensare di far stare la storia dentro un numero prefissato di pagine. Ho cominciato a scrivere e sono andata avanti senza pensare se avessi o no superato il limite di battute suggerito, e ritengo che questo senso di libertà si sia trasmesso al romanzo.
Grazie Ornella!
ESTRATTO
Non era lei che voleva. Non era lei.
Aveva creduto di potere. Aveva creduto che fosse facile.
Invece non ci riusciva.
I suoi pensieri non erano lì, nell’orto pieno di profumi, erano dentro il palazzo dei Torrechiara. Rufina aveva una bocca invitante che però lui non voleva baciare. Lui vagheggiava una bocca sconosciuta.
Rufina aveva occhi ardenti che però non lo scaldavano, perché era affascinato da altri occhi che non aveva mai visto.
I suoi seni erano belli, duri e morbidi al tempo stesso, eppure non riuscivano ad attrarlo.
Affondare le dita nell’oro di quei capelli. L’oro proibito di quei capelli. Come poteva desiderare un groviglio arruffato color corteccia quando aveva visto una matassa di fili d’oro?
Fece un passo indietro e staccò le dita dal seno di Rufina.
Lo stupore le allargò gli occhi. <Cosa succede, Livio?>
<Niente.>
<Ho sbagliato…?>
<Ho sbagliato io.>
Stupore, e adesso umiliazione. <Non ti piaccio?>
<Mi piaci invece.>
<Bugiardo.>
Bugiardo, sì. E bugiardo anche Innocenzo. Le donne non sono uguali. C’è quella che ti tocca il cuore e ci sono le altre.
Rufina era una delle altre.
Commenti recenti
7 anni 2 settimane fa
7 anni 2 settimane fa
7 anni 3 settimane fa
7 anni 3 settimane fa
7 anni 3 settimane fa
7 anni 3 settimane fa
7 anni 4 settimane fa
7 anni 4 settimane fa
7 anni 4 settimane fa
7 anni 4 settimane fa