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Roberta Ciuffi, il riscatto dei lykaon

   

Quale migliore occasione per intervistare Roberta Ciuffi, una delle più prestigiose firme del romance italiano, se non l'uscita del secondo volume della sua serie paranormal, "Un segno nelle tenebre"? Mi era piaciuto il primo, "Un cuore nelle tenebre", così intriso di atmosfera gotica e misteriosa e con dei mutaforma, i lykaon, dal sapore antico, ma sensuali e seducenti. Quest'autrice dallo stile elegante, che riesce sempre a trovare le parole giuste per descrivere pensieri e sentimenti, con il suo romanzo mi aveva fatto nuovamente apprezzare la figura del licantropo, che mi sembrava si fosse troppo "addometicato" in molti libri. Roberta ha così gentilmente acconsentito a rispondere ad alcune domande per le lettrici e i lettori del nostro blog... 

 

In molti aspettavamo il secondo romanzo della tua serie paranormal. Com’è stata la tua esperienza con questo genere letterario? Hai guadagnato nuove lettrici, oppure hai l’impressione che siano le stesse che leggono i tuoi romance?

 

Come per la maggior parte delle mie divagazioni dal romance, scrivere un paranormal all'inizio ha rappresentato uno stacco, quasi una vacanza dal genere cui ero abituata. È rimasta tale finché... non è diventata qualcosa di reale, un vero romanzo. E poi, un romanzo pubblicato. Devo ammettere che come esperienza è stata forte. Ho affrontato la scrittura di un paranormal restando me stessa, con il mio stile, il mio modo di vivere i personaggi, le situazioni. È l'unico modo in cui sappia farlo. Non è piaciuto a tutti, ma ho avuto la mia buona quota di apprezzamenti e questo ha lenito la bruciatura delle critiche.  

Credo che gran parte del pubblico fosse costituito dalle mie lettrici storiche, ma di aver anche acquistato nuovi lettori, gli appassionati del genere. E per la prima volta, mi hanno scritto degli uomini! 

 

Nel primo libro mi aveva colpito l’ambientazione, un piccolo borgo italiano chiuso, carico di un’atmosfera gotica e misteriosa. Dove hai ambientato la nuova storia?

 

Nel primo romanzo, appunto, accennavo di sfuggita alla sorella di Lars, Maura, che si trovava a Parigi assieme al nonno, Stanis Coulter. Quando ho cominciato a pensare a una storia per lei, ho cercato in tutti i modi di abbandonare Parigi, ma non ci sono riuscita. Sentivo che lei si trovava là, e così ho dovuto costruirle attorno un mondo che io stessa non conoscevo. Cartine, Google Maps, guide, saggi, romanzi ambientati nella Parigi di fine ottocento che avevano riferimenti che mi interessavano, hanno colonizzato la mia stanza per mesi. Spero di aver ricreato un ambiente credibile, come San Raffaele del primo romanzo.

 

Puoi introdurci i protagonisti di “Un segno nelle tenebre” e parlarci del romanzo?

 

Maura Coulter e Maksìm Balanov non avrebbero mai dovuto incontrarsi, almeno non socialmente. Tra le loro famiglie è corso il sangue, e molto, in seguito alla rivolta Balanov, nella quale quasi tutti i famigliari di Maksìm sono stati uccisi dai seguaci dei Coulter. Il loro incontro è una sorta di collisione, un fuggire e rincorrersi, in una forma o... nell'altra. Maura è una principessa lykaon, e una ribelle che nasconde un segreto che potrebbe rovinarla. Maksìm un uomo che crede di non aver più un futuro, dall'orgoglio spezzato, e in cerca di un riscatto forse impossibile. Ma impossibile è una parola in cui nessun lykaon si può riconoscere... 

 

Ho apprezzato molto l’immagine dei licantropi del tuo libro. Creature sensuali ma inquietanti, che rappresentano il lato istintivo e selvaggio dell’uomo. Ho l’impressione che in molte serie, per quanto belle, i mutaforma si siano un po’ troppo addomesticati, sono diventati a volte dei micioni sexy, perdendo quella forza naturale che li caratterizzava nella letteratura horror e fantastica, ma anche nelle leggende popolari. Perché hai scelto proprio i licantropi?

 

Ho scelto i mutaforma perché l'idea della trasformazione è liberatoria e mi ha sempre affascinato. Però il licantropo mi riportava l'immagine di un essere molto, molto brutto! Per questo ho deciso che i miei protagonisti mutaforma sarebbero stati invece delle creature belle e seducenti. Devo confessare che all'inizio, quando cominciai a pensarci, avevo in mente un altro animale selvaggio, che mi piace da impazzire: la lince. Nell'animo, sono più felino che canide! Però non c'era una mitologia attinente alla lince. Pensavo di giocare sul fatto che venisse definita 'lupo cerviero', ma alla fine ho abbandonato l'idea. La cultura popolare ha ammantato i lupi di un tale mistero, ne ha fatto i protagonisti di tanti miti, che non potevo davvero fare scelta migliore.  

 

Passare dal romance al paranormal romance ti è venuto naturale, o hai dovuto cambiare qualcosa del tuo metodo e del tuo approccio alla scrittura?

 

Il contesto era sempre storico, per cui non ho dovuto fare un grosso sforzo. Però ammetto di essermi sentita più libera, nello scriverlo. Difatti, più che un paranormal, o un paranormal romance l'ho considerato un romanzo e basta, senza sentirmi vincolata alla necessità di soddisfare certi cliché consolidati.     

 

Hai delle scrittrici di paranormal romance preferite? Se sì, ci puoi dire chi sono e perché ti piacciono?

 

Onestamente, a me piace il paranormal classico, che al momento non va molto. Time-travel, rivivere vite passate, fantasmi e premonizioni...

Mi sono molto piaciuti i primi romanzi di Anne Rice, poi l'eccessiva serialità mi ha stancato. Ho adorato il suo 'L'ora delle streghe', anche se detesto sentirmi così angosciata! 

 

Infuria la polemica contro il romance, con articoli scritti anche da grandi firme del giornalismo italiano. Perché, a tuo parere, c’è tanto accanimento contro questo genere letterario che, in barba ai benpensanti, aumenta le vendite?

 

In parte suppongo si tratti di paura. Le donne sono lettrici forti, comprano molti libri e una buona quota dei loro acquisti avviene nell'ambito della narrativa femminile. Gli editori rivolgono quindi molta attenzione a questo settore, che in tempi di crisi sembra in controtendenza. Molti di loro stanno adesso cavalcando l'onda del rosa, mentre altri l'hanno inaugurata. Se si entra in una libreria, oggi, si può vedere che la maggior parte delle nuove uscite sono romanzi al femminile. Posso capire il timore che il genere finisca per fagocitare ogni altro, al punto che gli editori esitino a pubblicare qualcosa di diverso, preferendo tuffarsi anche loro in questo, apparentemente, sconfinato mare. 

Da qui ad armare una crociata contro il rosa, a marchiare a fuoco lettrici e scrittrici con il superiore disprezzo dell'intellettuale, ce ne corre. Oltre tutto i critici dovrebbero ricordarsi che le donne sono abituate a diversificare, le letture come tutto il resto. Non siamo noi le regine del multitasking? 

 

Stai lavorando a qualche progetto per il prossimo futuro? Ad esempio... quale sarà il tuo prossimo romanzo, se puoi rivelarcelo naturalmente?

 

Sto terminando il secondo romanzo di una trilogia medievale, per la collana 'I Romanzi' Mondadori. E a breve comincerò a pensare al terzo della serie dei lykaon: insomma, Roman Coulter. 

 

C’è un pensiero che desideri dedicare a chi ci sta leggendo?

 

Sto rispondendo a queste domande nel giorno del mio compleanno. E devo ammettere di essere stordita dalla quantità di auguri che sto ricevendo. Ringrazio tutte le lettrici per il loro affetto, la fedeltà, e la pazienza, nel seguirmi in questo mio vagabondaggio dal romance al paranormale e ritorno. Spero di proseguirlo ancora per molto! 

 

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