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Carla Maria Russo: passione e ricerca
Molisana di origine, ma milanese di adozione, dopo anni dedicati all'insegnamento Carla Maria Russo ha esordito nella narrativa per ragazzi nell 2000 per poi passare a quella per adulti nel 2004, con il fortunatissimo La sposa Normanna che ha vinto il premio Città di Cuneo per il primo Romanzo e il premio Feudo di Maida. Da allora ha pubblicato per Piemme con grande successo: Il cavaliere del giglio, L'amante del Doge e Lola nascerà a diciott'anni. Se la ricerca storica l'appassiona e fatica a staccarsi dalle sue "creature", quello che la gratifica maggiormente, però, è il contatto con i lettori che la arrichiscono con il loro entusiasmo.
Benvenuta Carla, è un piacere averti nostra ospite. Molte nostre lettrici già ti conoscono, anche perché ti sei avvicinata al mondo romance nell’ultimo periodo, come ti presenteresti a tutte le altre?
Potrei definirmi una scrittrice che tenta di sfuggire a una classificazione di genere, che invece piace molto alle case editrici. Quello che accade a me è di innamorarmi di vicende private, quasi sempre di donne, che hanno caratteristiche di grande modernità e possono parlare al cuore di noi lettori di oggi. Naturalmente, narro queste vicende lasciandole nell’epoca in cui esse sono accadute, che cerco di ricostruire ed evocare in modo molto preciso, perché questo conferisce spessore psicologico e credibilità ai miei personaggi e un valore culturale aggiunto al libro.
Nasci come insegnante di Italiano e Latino al liceo, quando e perché sei passata alla scrittura? E pensi di aver tradotto in qualche modo la tua esperienza come docente nei tuoi libri, visto che sono romanzi storici?
Ho deciso di lasciare l’insegnamento, che pure mi offriva grandissime soddisfazioni, perché desideravo misurami con altre avventure. Mi sono dedicata prima a una mia grande passione, la ricerca storica, nel corso della quale mi sono imbattuta in storie così avvincenti, emozionanti e attuali, che mi è venuto il desiderio di tenerne traccia, provando a raccontarle. Questi sono stati i miei primi passi nella scrittura, a metà degli anni novanta. Senza dubbio l’insegnamento della letteratura italiana ha avuto il suo peso nell’affinare le mie qualità di scrittrice ma un influsso decisamente più significativo proviene dalla mia grandissima passione per la lettura, che coltivo in modo ininterrotto e intenso dall’età di sei anni.
Hai debuttato con un romanzo per ragazzi Bartolomeo alla prima crociata e in seguito hai esordito nella narrativa per adulti con La sposa normanna. Per te, come autrice, quali sono state le principali difficoltà, se ce ne sono state, nello spostarti da un ambito all’altro?
No, nessuna difficoltà. In realtà, io ho cominciato a scrivere proprio romanzi per adulti, ovvero La Sposa Normanna e Il cavaliere del Giglio, senza mai trovare il coraggio di presentarli a una casa editrice. Anzi, a essere precisa, l’idea non mi sfiorava nemmeno, anche perché non consideravo mai terminato il lavoro di revisione (una caratteristica che mi è rimasta: fatico molto a staccarmi da un mio romanzo e a considerarlo concluso. Vivo il trauma da separazione). Poi mia figlia Gaia mi ha domandato di scrivere un libro che potesse leggere anche lei (aveva dodici anni) e così, in venti giorni circa, ho scritto Bartolomeo alla prima crociata. A lei è piaciuto così tanto che mi ha assolutamente imposto di farlo leggere a una casa editrice, la quale lo ha accettato. E così è cominciata l’avventura…
La sposa normanna è un ottimo romanzo storico, consigliatissimo, che ricostruisce con precisione ma senza pesantezze e compiacimenti un periodo molto interessante e travagliato del nostro Medioevo. Qual è stata la scintilla che ti ha portata a voler raccontare le vicende di Costanza di Altavilla?
La grande modernità della sua vicenda personale, imperniata sul suo rapporto con la maternità, che la trasforma profondamente, facendole scoprire energie e risorse che ignorava di possedere, pur di salvare suo figlio. Ne sono rimasta così toccata ed emozionata che ho provato a trasferire queste mie emozioni in un racconto. Sono contenta che la Storia – quella con la S maiuscola - resti sullo sfondo: come dicevo, io amo raccontare storie private, con la s minuscola, mentre l’altra mi serve solo per contestualizzare e dare spessore psicologico ai personaggi.
Possiamo affermare che il denominatore comune di tutti i tuoi libri sono le intense figure femminili: forti, indomite nonostante fragilità e traversie, piene di coraggio. E’ la tua visione del femminile o, al di là della realtà storica, é quello che a te piacerebbe vedere nelle donne? O forse anche il riflesso della personalità di Carla?
Tutti questi tratti mescolati. Mi affascinano e mi emozionano donne nella cui personalità mi rispecchio. Mi sembra anche che la loro vicenda, sviluppatasi in condizioni sociali e culturali molto più dure e difficili delle nostre, offra alle donne di oggi moltissimi spunti di riflessione e acquisisca un valore simbolico e paradigmatico molto forte. Se sono riuscite a battersi loro per affermare i loro bisogni e personalità, in circostanze molto più difficili delle attuali, possiamo farlo anche noi. Giusto?
Parlando di figure femminili indimenticabili, non possiamo non citare Alìenore o Eleonora d’Aquitania, protagonista del tuo ultimo romanzo, La regina irriverente, appena pubblicato da Piemme. Una vera eroina, una donna eccezionale che ha ispirato cinema, teatro e letteratura. Ci puoi raccontare come è nato e si è sviluppato questo progetto e quanto ti ha coinvolta?
Alìenore è una figura femminile di rara forza e personalità, che ammiro fin dai tempi del liceo, quando studiavo la letteratura cortese. Mi sono imbattuta in lei più volte nel corso i miei studi e sempre mi ha attratto, affascinato. Alla fine, ho sentito che dovevo raccontare la sua storia perché sono scattati i due meccanismi che rappresentano per me i presupposti irrinunciabili alla narrazione. Il primo è la forza e la modernità della vicenda privata di Alìenore ( io racconto una piccola parte della sua vita, quella relativa al suo primo matrimonio), il secondo è il meccanismo di identificazione, ovvero l’identificarmi completamente con lei e la sua vita avventurosa, entrare nel suo cuore e nella sua mente, diventare lei, in qualche modo.
Che tipo di scrittrice sei? Metodica o impulsiva? Lenta o veloce? Ti concentri di più sulla trama e i personaggi, o sulla levigatura della parola?
Sono una gran sregolata. La mia unica regola è: niente regole. Concedo grandissimo spazio alla parte irrazionale e creativa di me e dunque ci sono momenti in cui scrivo come una furia, senza avere la più pallida idea di quello che sta uscendo dal mio animo (in genere, vengono fuori le parti migliori), e altri in cui procedo con lentezza (o magari sono ferma). Tuttavia, proprio perché mi so disordinata e impulsiva, dedico una cura maniacale alla revisione del testo: limo, correggo, cesello fino allo sfinimento (mio). La realtà è, come dicevo prima, che soffro molto la sindrome di separazione dalle mie “creature” e cerco di protrarre il momento il più a lungo possibile.
Domanda inevitabile: tu sei un’autrice considerata di serie A, che ne pensi dunque delle tue colleghe che invece sono giudicate di serie B perché scrivono romance, e del fatto che questo genere non goda della giusta considerazione?
Ma che serie A e serie B!! Io conosco fior di autrici di Romance cui va tutta ma tutta la mia stima. Il problema è che siamo soffocate e condizionate da convenzioni e luoghi comuni. Se la smettessimo con questa fissazione sul genere, che è un vezzo utile a editori e critici, non certo a noi scrittori, ne guadagneremmo tutti. A mio parere, dovrebbero esistere solo i romanzi, che possono essere belli, mediocri o decisamente brutti. Detto questo, parte della supponenza con cui viene giudicato il Romance è da imputare anche – se posso esprimere con franchezza il mio modesto parere – alle copertine scelte dagli editori, che a volte sono davvero orribili e paiono un vero e proprio marchio. E questo, a mio avviso, non aiuta il libro.
In questi giorni è iniziata la promozione per La regina irriverente, puoi dire alle nostre amiche dove e quando possono incontrarti?
Dopo la presentazione a Milano, avvenuta l’otto maggio, sarò a Rosignano, in Toscana , poi in Molise, per una serie di incontri a Campobasso e Boiano, infine ad Ancona, presso la libreria Il grillo Parlante. Poi dovrei fare un giro nelle principali città:
Grazie per essere stata con noi Carla Maria!
Grazie molte a voi. E’ stato un grande piacere!
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