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Belle Epoque ovvero Malya, Jo-Jo, Zarina e... le altre!
Completamente affascinata dall’ambientazione di CHI VOGLIO SEI TU, mi sono divertita a ripercorrere il romanzo estraendone i punti salienti che lo riconducono all’intramontabile fascino della Belle Epoque.
Tra tutte le utenti iscritte al sito che commenteranno questo post o la recensione di "Chi Voglio sei tu" entro Sabato 18 Febbraio, verrà sorteggiata una fortunata vincitrice del romanzo autografato gentilmente offerto da Mariangela Camocardi!
SE NON SIETE ANCORA ISCRITTE NON PERDETE TEMPO ;-) !
I cafè-chantant
I primi cafè-concert, cioè locali dove si potevano consumare bibite e generi alimentari nel corso dello spettacolo, nascono durante la rivoluzione francese a Parigi, a seguito della liberalizzazione degli spettacoli prima solo appannaggio dei teatri. Tuttavia ben presto i privilegi teatrali vengono ristabiliti e la diffusione di questi locali avverrà solo dopo il 1864 a seguito di ulteriori liberalizzazioni. Durante la Belle Epoque da Parigi si diffonderanno in tutta Europa prendendo le più varie connotazioni. C’erano locali di lusso come Il salone Margherita di Napoli, inaugurato nel 1890, ma anche locali di più modeste aspirazioni aperti a tutti dove nell’euforia degli spettacoli e in nome del divertimento venivano abbattute tutte le barriere sociali.
Le Chanteuse o Sciantose
Il termine italiano lo si deve alla storpiatura che il colorito dialetto napoletano ha fatto del termine francese.
Le sciantose sono le regine dei cafè chantant e solitamente sono ragazze di umili origini, bellissime ma spesso più dotate di presenza scenica che di vere e proprie doti canore… come Jolanda o Zara per esempio! Si inventano nomi d'arte esotici o spiritosi ma alcune di loro hanno avuto truci esperienze di miseria o sopraffazione. Sono però anche donne forti e di carattere che hanno saputo reagire alle brutture dell'infanzia e a volte, grazie allo straordinario successo riscosso, otterranno fama e ricchezza.
La Bella Otero ne è il tipico esempio. Spagnola, brutalizzata a 11 anni, fugge dalla madre prostituta ma poco dopo viene presa e messa in una specie di collegio da dove scappò a 14 anni per seguire il suo primo amore iniziando così a guadagnarsi il pane danzando e cantando nei più squallidi cafè chantant portoghesi. Data l’intensità con cui danza a 15 anni ha già ottenuto discreti successi, a 17 la prima delusione d’amore la porterà a Barcellona ed è da lì che spiccherà il volo fino a Parigi. Dopo due anni è già la regina delle Folies Bergère e si esibirà nel posti e nei locali più prestigiosi dell’epoca compresi quelli americani. Capricciosa e volubile, Carolina Carasson, non esita a costruirsi un passato misterioso e a usare il suo corpo per far cadere in ginocchio gli uomini più potenti d’Europa, e non solo. Le cronache dell’epoca le hanno attribuito ben sette suicidi e innumerevoli furono i duelli disputati dai suoi amanti. Calcherà le scene fino all’età di 45 anni e si ritirerà ancora all’apice del successo avendo accumulato un patrimonio in gioielli e altri beni mobili tra i più favolosi dell’epoca. Nei successivi 51 anni dilapiderà tutto e morrà in solitudine all’età di 96 anni, ma il suo mito resterà eterno per sempre.
Clèo de Merode e Liane de Pougy rivaleggiavano con lei in bellezza e fama mentre l’italiana Lina Cavalieri nel 1900 lasciò i cafè-chantant per la lirica.
La pittura
Come in tutte le arti, anche nella pittura si scorgono le varie anime inquiete di quest’epoca. Tra i tanti artisti, conosciuti anche dai profani come la sottoscritta, quali Degas, con le sue raffigurazioni opulente ma statiche, o gli Impressionisti (Renoir, Cezanne ecc..) vi sono nomi meno noti ma padri di opere e tecniche fortemente innovative come Henri de Toulose-Loutrec, inventore delle locandine artistiche pubblicitarie, ma soprattutto il bravissimo e italianissimo Giovanni Boldini al quale si devono alcuni dei ritratti più stupendi di quest’epoca (parere personalissimo ovviamente). Il suo stile è movimento puro e le sue ‘sciabolate’ di colore incarnano l’iperattività della Belle Epoque. Di tutte le sue opere una delle più calzanti al bel romanzo della Camocardi è ‘Dopo il ballo’: facile immaginarvici Abigail sfinita dall’ultima esibizione che non vede l’ora di andare a casa oppure Jo-Jo che si lascia svestire dalla cameriera e pensa solo di ritornare dalla sua bambina!
Gli occhi bruciavano per via del trucco e avvertiva l’esigenza di detergersi viso e corpo dentro una tinozza ricolma di profumata acqua calda, e infine di allungarsi sul letto. (...)
Serrando le palpebre si sforzò di rilassare i muscoli, così indolenziti da avvertire un formicolio all’estremità
Fotografia
Le prime tecniche fotografiche risalgono circa a metà ‘800 quando l'invenzione del dagherrotipo ormai messa a punto e perfezionata permette la realizzazione delle prime vere fotografie. Tuttavia i tempi di posa erano lunghissimi e per aiutare i soggetti a stare in posa venivano costruite vere e proprie impalcature. Nel 1871 però viene studiata e messa in pratica una tecnica di produzione delle lastre che rivoluzionerà la fotografia rendendola molto meno difficoltosa e aprendo veramente la strada ad una vera a propria arte fotografica di cui Gaspard-Félix Tournachon detto Nadar sarà il maggiore esponente. Egli fu il primo a disfarsi delle impalcature e a teorizzare una vera e propria arte della fotografia, e questo già nel 1857 quando comparve davanti al tribunale di Parigi per perorare con grande passione il suo diritto, al pari di un pittore, a ottenere il riconoscimento di autore per i suoi scatti, per i quali sarà anche ribattezzato ‘Tiziano della fotografia’.
Nadar ha eseguito la prima foto aerea della storia, e l’ha fatto dal pallone aerostatico che ispirò i racconti di Jules Verne (suo grande amico). Il suo studio, nel 1874, ospitò la prima mostra indipendente dei pittori Impressionisti e i personaggi più famosi del bel mondo di quel tempo sono passati davanti al suo sagace obbiettivo. Tra i tanti Baudelaire, Victor Hugo l’attrice Sarah Bernhart e la divina Cléo De Merode (nella foto a fianco)… che ne dite, possiamo perdonargli le beghe che ci ha inflitto parlando per primo di quello che oggi è il copyright?
- Caspita, eccoci immortalati in un ritratto che farà sorridere i nostri posteri nel prossimo secolo! - esclamò, osservando l'immagine con un'espressione che a lei parve ironica. - Siete così compunta, Abigail! E io sono così impettito che sembro un pinguino in ghingheri.
Le automobili
Il carro a vapore di Cugnot risale al 1769, da allora in varie parti di Europa la ricerca in questo settore non si ferma mai e già nei primi anni dell’ottocento vi sono esperimenti apprezzabili su veicoli mossi a vapore tanto che nel 1828 Londra e Bath erano collegate da un servizio regolare di autobus a vapore. L’invenzione del motore endotermico fu decisiva e sul finire dell’ottocento vi erano parecchi modelli disponibili sopratutto francesi e tedeschi. Nel 1894 l’italiano Enrico Bernardi realizza un suo veicolo con motore a benzina e per produrlo, nello stesso anno, fonda la Miari & Giusti che sarà prima fabbrica italiana di automobili.
Vi è grande fermento attorno a questi veicoli e già sul finire dell'800 si organizzano gare automobilistiche a scopo pubblicitario indette dalle stesse industrie produttrici.
Mi piace pensare a Falco ed Abigail che partecipano ad alcune di queste gare, e mi piace immaginarli a bisticciare su chi deve essere il pilota!
Lui si riscosse a fatica dal proprio ammutolito sbigottimento, non cedendo quasi a ciò che le sue stesse orecchie avevano ascoltato.
- Ho detto qualcosa che non va, Falco…?
- Ma sul serio vi siete messa in testa di guidare la macchina, Abigail?
- Dubitate forse che non ne sia capace? – lei lo guardò attraverso le lenti con un cipiglio che lo indusse a misurare le parole.
- Non intendevo insinuare nulla del genere…
Tutte le citazioni sono tratte da CHI VOGLIO SEI TU di Mariangela Camocardi
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