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L'Evoluzione dell'Eroe Romantico: da Principe Azzurro a Vampiro...Senza Passare per il Rospo
C’era una volta un Principe…
Il destino di tutte le lettrici, “innamorate croniche” del protagonista del romance in bella vista sul comodino, inizia proprio da qui, dai ricordi dell’infanzia.
Diciamoci la verità: siamo cresciute a pane, Nutella e principe azzurro, un mix esplosivo, incrementato dai cartoni animati sempre più accattivanti. È vero, però, che per le ultime generazioni molto è cambiato, e ad una velocità impressionante. Mentre le nostre nonne, tranne alcune eccezioni, sono rimaste legate per tutta la vita alla figura maschile dell’eroe-sul-cavallo-bianco, le donne di oggi, fin da bambine, hanno imparato a confrontarsi con personaggi molto diversi. Per prima cosa, le protagoniste femminili, nelle favole come nei film, hanno rivendicato un ruolo di primo piano, al punto che, spesso e volentieri , dei loro compagni non ricordiamo neppure il nome. E, come se non bastasse, il principe azzurro i è trasformato in un orco verde: simpatico per carità, ma certo non proprio bellissimo.
Crescendo e diventando consapevoli dei propri desideri, le lettrici di tutto il mondo hanno dimostrato di volere un Eroe diverso, uomo di muscoli e sangue più che di carta e sospiri, determinando così l’evoluzione della “specie”. Soprattutto, hanno smesso di essere “belle addormentate”: tenendo gli occhi aperti, anzi spalancati sui particolari anatomici più interessanti dei loro partners, si sono prese una bella rivincita sul principino dalla piuma bianca, elegante ma un po’ asessuato. Tirandolo giù da cavallo, hanno toccato con mano che il suo aspetto era frutto più di apparenza che di sostanza, e che i suoi muscoli erano, in realtà, poco tonici.
Le autrici di letteratura romantica, attente a interpretare richieste e pulsioni del loro pubblico, hanno iniziato perciò a costruire figure maschili sempre più affascinanti e carismatiche, descrivendo il loro aspetto fisico con abilità e verismo tali, da riscaldare il sangue anche alle lettrici del profondo Nord, persino in pieno inverno e con la neve alta. Le case editrici hanno, ovviamente, cavalcato la tigre, con un’offerta sempre maggiore di titoli, classificati in base alla “temperatura” desiderata: dal tepore appena accennato del bacio (subtle), fino agli amplessi più roventi (burning) e all’estrema declinazione dell’erotico.
Si è adeguato persino il settore del romance storico e del Regency in particolare, che pure costituisce un caso a sé, dato che qui ancora prosperano i nobili più nobili del Regno, e la coroncina ducale di foglie di fragola mantiene intatto il suo fascino. Fra un testo di Georgette Hayer e uno di Lisa Kleypas, inutile dirlo, la differenza è più che notevole. Alla Kleypas, tra l’altro, va riconosciuto il merito della creazione di protagonisti indimenticabili, che pure di nobile non hanno nulla, e anzi vivono ai limiti della società con una dubbia reputazione di biscazzieri, attori, o zingari.
Nel romance contemporaneo, i cambiamenti subiti dall’eroe sono ancora più evidenti, essendo una derivazione diretta dei nuovi desideri del pubblico femminile, espressi sempre più chiaramente grazie al potente tam-tam offerto dal web.
Quanto sono davvero cambiati i nostri eroi? O, piuttosto, quanto sono cambiati i nostri gusti?
Se vi capita di andare per mercatini, e scovare vecchissime edizioni fra le quali quelle pubblicate negli anni ’80 da Harlequin-Mondadori, vi sorprenderà ad esempio, una lunga sequenza di titoli ambientati nelle isole del Mediterraneo, in Spagna e in Grecia.
In questi ambienti esotici la protagonista, di origine britannica o statunitense, era invariabilmente un ragazza di carnagione chiarissima e (quasi sempre) dai lunghi capelli biondi; rivestiva la figura di dama di compagnia, istitutrice, segretaria, assistente, un ruolo considerato secondario, ma grazie al quale veniva a contatto con Lui, il Progenitore di tanti Maschi Alfa. Sempre ricco, potente, arrogante; alto, snello, bruno di carnagione e capelli, l’eroe latino aveva il compito di scongelare, con il suo sangue bollente, quello algido della miss di turno. Il che, naturalmente, non si rivelava troppo facile, anche a causa delle rivali femminili, in genere ex fidanzate o aspiranti tali, dalle unghie affilatissime.
Per chi desiderava un contrasto ancora più marcato fra i due protagonisti , ecco le affascinanti, anche se improbabili, relazioni con meticci, nativi americani o sceicchi del deserto…
Con una costante, però: ognuno di questi personaggi aveva, per educazione o retaggio familiare, un forte legame con il mondo occidentale, finendo così per essere un Giano bifronte. Insomma, barbaro e selvaggio quanto bastava a far battere forte il cuore, rivestito da bianchi caffettani o da aderenti pantaloni di camoscio, ma all’occorrenza capace di trasformarsi nell’impeccabile uomo d’affari in doppiopetto grigio. Autrici come Violet Winspear hanno creato, in questo senso, prototipi “da sogno”.
A distanza di oltre trent’anni, l’affermazione sociale della donna, le nuove sfide e opportunità rosa nel mondo del lavoro, hanno mutato molti di questi scenari; le protagoniste della più recente letteratura femminile hanno spesso un ruolo non meno importante o accattivante di quello del loro compagno, al quale di conseguenza, si chiede qualcosa di più che non il semplice fascino da macho.
L’evoluzione dell’eroe ha pertanto condotto ad una nuova svolta; una serie di “principi della notte”, con una carnagione così pallida da non sopportare la luce del sole oppure rivestiti da folte pellicce o, ancora, dotati di una dentatura un po’ particolare. Non che abbiano bisogno di una cura vitaminica, di una ceretta depilatoria o delle cure del dentista. Niente affatto. Questi personaggi fantastici, semi e super umani, sono ricchi di mistero e hanno un’aria così pericolosa da conquistare anche la più agguerrita delle donne in carriera. E se proprio queste non amano i morsi sul collo, c’è sempre una folta schiera di spie, agenti segreti, killers e bad boys. Tutti astuti, senza scrupoli e spregiudicati. Terribilmente e odiosamente affascinanti.
Dovremmo temere quindi l’estinzione della vecchia “specie protetta” dalla carnagione scura e dai neri occhi assassini? Sono davvero scomparsi armatori greci, magnati spagnoli e sceicchi?
Non proprio.
Perché la fantasia e il desiderio di evasione di noi donne non conosce limiti né confini.
Ci piace cambiare, questo sì, e nessuno sa apprezzare più di noi l’effetto di una nuova moda. Ma ciò non toglie che spesso amiamo anche il capo vintage, ripescato dall’armadio della mamma.
E autrici ed editori ci assecondano, per fortuna, dandoci una scelta davvero molto ampia. Via libera quindi, a eroi per tutti i gusti, se negli Harmony 2011 sono stati pubblicati titoli come “Favola greca” di Lynne Graham e “Il milionario spagnolo” di Kim Lawrence.
E nei GRS di questo mese abbiamo il rientro di un “Principe del deserto”, con l’omonimo romanzo di Marguerite Kaye. Si tratta, comunque di uno storico, dove la fantasia non deve fare conti strettissimi con la realtà quotidiana e il rapporto uomo/donna può accettare ancora qualche compromesso.
Forse, il fascino ammaliatore di Rodolfo Valentino, che nel 1921 prestò il suo volto allo “Sceicco” di Edit M. Hull, non è ancora definitivamente morto. Forse, per la teoria dei orsi e ricorsi storici, l’uomo latino e quello del deserto mietono ancora le loro vittime.
E se, invece, si aprissero nuovi scenari?
Cosa accadrebbe se, di qui a qualche tempo, vi fosse una nuova, strabiliante mutazione genetica del dark hero? E' mai possibile che il suo mantello nero torni ad essere, prima o poi, azzurro?
Alle lettrici l’ultima parola in proposito, augurando a tutte, per San Valentino, una notte fantastica con il proprio Eroe preferito...
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