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La regina dei diamanti/Death Angel
***2008 AAR BEST ROMANTIC SUSPENSE***
Drea Rousseau è l’amante ufficiale di Rafael Salinas, signore della droga ricercato e sorvegliato dall'FBI che come un falco in caccia sta appollaiata in attesa di un suo passo falso per catturarlo. Con uno squallido passato alle spalle, a Drea fa comodo spacciarsi per una bella bambola capace di sfruttare appieno il suo corpo ma molto poco il cervello. La parte della svampita le riesce benissimo, tanto che anche Rafael, famoso per la sua paranoia e la sua diffidenza, è serenamente consapevole che la ragazza non costituisce per lui alcun pericolo; è una relazione la loro di reciproco soddisfacimento dei sensi. Il castello però che Drea ha costruito con pazienza comincia a scricchiolare pericolosamente quando Rafael accetta di concedere "sessualmente" Drea al killer che lui ha assoldato per i suoi loschi affari. Una richiesta perentoria e inequivocabile quella di quest'uomo glaciale e pericolosissimo al quale nemmeno il potente Salinas sembra potersi tirare indietro. Dal momento che l’uomo la toccherà come mai nessun uomo ha mai fatto, facendola finalmente vibrare di sensazioni per lei altrimenti sconosciute, nulla sarà più come prima per Drea e la vita della donna ne sarà decisamente sconvolta: animata dalla rabbia, dall’umiliazione, dalla sete di vendetta e di amore, Drea getta la maschera e intraprende un sentiero davvero pericoloso, perché l’uomo che l’ha fatta finalmente sentire donna ora è anche lo stesso incaricato di ucciderla e non si fermerà davanti a nulla pur di portare a termine il compito. Nessuno dei due però ha fatto i conti con il destino, che rimescola ancora una volta le carte in tavola per una storia piena di risvolti inaspettati e mai scontata.
La Howard fa parte dei miei compiti estivi e pur conoscendola da tempo con alcuni suoi contemporanei come ad esempio “Dopo quella notte” e “Missione Pericolosa”, sono approdata -dopo qualche altro suo romanzo carino ma senza pretese - a Death Angel, in arrivo per l’Italia con il titolo “La Regina dei diamanti”. Personalmente ho sempre fame di storie che escono dal seminato, dalle atmosfere cupe, travagliate, torbide, dagli schemi decisamente capovolti come in questo libro, per cui il sesso viene prima dell’amore e il “ lui “ della questione non è il poliziotto cha aiuta l’eroina durante le investigazioni, che la salva dal cattivo di turno: questa volta il “lui” della situazione E’ il cattivo in persona. Un abilissimo killer a pagamento, manipolatore sopraffino perché profondo conoscitore della psicologia umana., furbo, spietatamente freddo (ma non fra le lenzuola) esperto trasformista e molto intelligente, che fa il suo lavoro senza porsi tante domande o scrupoli. Non ci sono premesse o introduzioni, la Howard scaraventa la lettrice nel vortice della storia senza prepararla e senza perdere tempo, ma è così brava che non si sente l’assenza di preliminari. Temevo però che un personaggio così sulla carta non avrebbe tenuto, ero terrorizzata che l’autrice lo snaturasse con qualche forzatura o in un finale affrettato, invece è riuscita ad arricchirlo umanizzandolo, senza privarlo delle sue zone d’ombra, conferendogli coerenza e un carisma micidiale dall’inizio alla fine. L’eroe di questo romanzo (il cui nome viene svelato ufficialmente solo a metà della storia) è un personaggio terribilmente desolato, che rimane tale secondo me anche nella sua umanizzazione, nella sua scoperta del sentimento, e che alla fine dimostrerà con i fatti il suo amore in modo anticonvenzionale (e per qualcuno forse anche discutibile) ma coerente con la sua natura perchè mi piace pensarlo come un personaggio che rimane fedele a se stesso. Non sfigura accanto ad un protagonista maschile di questo tipo nemmeno l’eroina Drea Rosseau, complice un ottimo approfondimento del personaggio. Le eroine di solito sono belle, coraggiose, forti e fragili nello stesso tempo. Drea non manca di un passato pieno di violenze e penuria d’amore, ma è una donna vera, sicuramente una donna sveglia e molto furba, ma essenzialmente umana con tutte le limitazioni che la condizione umana comporta, e soprattutto - come tutti gli esseri umani - è assetata di amore e di attenzioni. Certo Drea si troverà sbalestrata quando assaggerà un po’ di premura e gentilezza dalle mani di un assassino, mani macchiate di sangue e portatrici di morte. Del resto, chi ha detto che deve essere tutto bianco o nero? E se l’eroe di un romance per una volta non stesse dalla parte dei buoni e non fosse un moderno principe azzurro sul cavallo bianco, paladino romantico e rassicurante? L’autrice risponde infatti con un B-side del genere, e ci regala un moderno cavaliere oscuro, in bilico tra morte e amore, dall’animo bruciato ma dalle cui ceneri potrebbe rinascere la Fenice dell’amore, pur nella sconfinata landa desolata della sua fredda indifferenza. Benvenute quindi in una storia che inneggia alla rinascita, alla rivincita personale, alla speranza della redenzione, ad un amore che nasce dalla morte e dalla desolazione degli animi. Alla Howard va il merito di una storia ben costruita, di essere riuscita a dare ampio respiro a tutti i personaggi e alle situazioni per una narrazione solida ma elaborata, che oltre ad essere densa di eventi, cambia spesso scenari: da atmosfere poliziesche e un po’ gialle alla Hichtcock di Psyco - si parla di una fuga dopo aver rubato milioni di dollari con qualche passaggio forse un po’ troppo tecnico e dettagliato - fino ad esperienze di premorte toccanti e mai fuori luogo. Trovare Linda Howard nelle librerie italiane per noi appassionate del contemporaneo/romantic suspense è un po’ come andare al concerto del proprio gruppo preferito che si riunisce dopo uno scioglimento durato anni, è un sogno accarezzato da tempo che si realizza, e quindi ringrazio personalmente la Leggereditore per questo grande, insperato e graditissimo ritorno.
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