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IL FALCO E LA COLOMBA, 2009
Regia di Giorgio Serafini , con Cosima Coppola (Elena Campireali), Giulio Berruti (Giulio Branciforte), Sabina Began (Beatrice Campireali), Anna Galiena (Vittoria Colonna), Enrico Lo Verso (Armido), Adriano Pappalardo (Ugone), Franco Oppini (Signore di Campireali ), Fabio Testi (Principe Savelli), Anna Safroncick (Lisetta), Davide Paganini (Fabio Campireali), Vincent Riotta (Cardinale Colonna).
Elena Campireali, figlia dei signori di Campireali, dopo essere stati per anni nel convento dove è stata educata ai suoi doveri di nobildonna, diventata adulta ritorna a casa per sposare l’uomo scelto per lei dai genitori, il principe Savelli. Il matrimonio tra i due, oltre a rafforzare il potere e la ricchezza della famiglia della sposa, consentirà a Fabio, fratello di Elena, di diventare cardinale e combattere per la potenza della Chiesa. La giovane, nonostante il futuro sposo abbia molti più anni di lei, è ben disposta verso la sua nuova vita, fino a che non incontra Giulio Branciforte, brigante e soldato di ventura. Tra i due è amore a prima vista, un amore tormentato e non privo di ostacoli non solo per la diversa estrazione sociale…
Che dire di questo sceneggiato, liberamente ispirato al romanzo LA BADESSA DI CASTRO (1839) di Stendhal? I potenziali ingredienti per farne un successo del tipo ELISA RIVOMBROSA c’erano tutti…eppure, nonostante mi abbia interessato abbastanza per non abbandonarlo, non mi ha conquistato molto. Anzi, a dire la verità ho trovato la vicenda dei due protagonisti piatta e scontata, mentre mi hanno intrigata molto di più i personaggi secondari. Giulio Berruti si lascia vedere, anche se mi è crollato un mito vedendolo con barba e baffi; credo possa fare molto di più come attore, qui non mi è parso del tutto a suo agio. In alcuni momenti esprimeva passione e vitalità, in altri sembrava avesse spento l’interruttore…Anche Cosima Coppola non è male, anche se devo dire che quegli occhioni sgranati e il tono della voce spesso troppo alto sono due caratteristiche che non vanno certo a suo favore; il suo personaggio alla fine risulta un po’ troppo esagitato e sopra la righe.
Davvero brava invece Sabina Began, nel tormentato ruolo della madre di Elena, una donna che anche quando sembra più malvagia combatte in realtà per amore della figlia, pagandone le conseguenze; poteva risultare una macchietta di solita mamma cattiva, invece l’attrice ha trasmesso tutto il tormento, la sofferenza e contemporaneamente l’amore del suo personaggio. Ho apprezzato molto anche Anna Safroncick nel ruolo della sfortunata Lisetta, il personaggio migliore a mio avviso insieme a quello della Began e Adriano Pappalardo nel ruolo del brigante Ugone(non è un bravo attore tecnicamente, ma secondo me un attore deve anche saper far appassionare il pubblico al suo personaggio, e lui con la sua simpatia e la sua grinta ci riesce) .
Fabio Testi da pensionamento e Franco Oppini curiosamente insolito in un breve ruolo drammatico.
Sicuramente a farla da padrone, più che la storia e gli attori, gli splendidi paesaggi e soprattutto i bellissimi costumi. Uno dei difetti più grossi, come al solito per le fiction italiane, sono le musiche, spesso assordanti al punto da coprire i dialoghi. Ma regolare il volume no?
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