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RECENSIONE: FAME FATALE, di Wendy Holden
Prima edizione: 2002 by Headline Review (UK)
Pubblicato in Italia da: Edizioni Tea, prima pubblicazione gennaio 2005
Formato: paperback
Livello di sensualità: warm (caldo)
Genere: chick lit
Ambientazione: Inghilterra, 2002
Voto: 7/10
Grace Armiger lavora in una piccola casa editrice come addetta alla Pubbliche relazioni degli autori; è una donna timida, sensibile, desiderosa di vivere una vita tranquilla.
Belinda Black lavora come intervistatrice per la rubrica dell’ultima pagina del Globe, ed è esattamente l’opposto: arrogante, presuntuosa, meschina e pronta a compiere qualsiasi scorrettezza per realizzare il suo sogno: condurre la rubrica in prima pagina, e attraverso essa conoscere qualche ricca star da accalappiare per sistemarsi e diventare ricca.
Per qualche tempo le vite di Grace e Belinda scorrono su binari nettamente separati, accomunate solo dal fatto di avere la stessa donna delle pulizie, Maria; ma quando Red Campion, la star del momento, per motivi diversi si trova a lavorare con entrambe (separatamente), le loro vite si incroceranno per un breve, decisivo attimo…
Le redazioni di giornali e le case editrici di libri sono tra i luoghi preferiti come ambientazione di molti autori di chick lit; non fa eccezione Wendy Holden, autrice che scopro con questo romanzo e che sicuramente seguirò se ne avrò l’occasione.
In questo divertente e caustico romanzo le due protagoniste, Grace e Belinda, lavorano rispettivamente la prima in una piccola casa editrice esperta - a quanto pare - in “worst seller” (ovvero, romanzi che non legge nessuno), e la seconda nella redazione del “Globe”, uno dei più prestigiosi quotidiani inglesi. Le due ragazze non si conoscono, eppure senza saperlo sono accomunate, oltre che dalla domestica Maria, personaggio secondario che man mano si rivelerà fondamentale nella storia, in quanto tiene i fili del destino delle sue due datrici di lavoro: un personaggio molto interessante, dai contorni un poco fiabeschi.
Dalla persistente sfortuna che sembra accompagnarle nel lavoro, nonostante i loro sforzi: Grace infatti si dedica anima e corpo a sponsorizzare autori che, per un verso e nell’altro, vengono messi alla berlina nei vari festival e librerie in cui vengono presentati; pur collezionando un fiasco dietro l’altro, l’energica e ottimista Grace ce la mette davvero tutta… peccato che, nella vita privata, non corrisponda a tanta intraprendenza. Pressata da una mamma apprensiva che preme per presentarle solo uomini altolocati e schiacciata da un fidanzato egoista e manipolatore, la nostra amica ci metterà un po’ di tempo per decidere di dare un taglio a tutte queste cose negative. Grace è un personaggio che suscita nel lettore immediata simpatia e anche una sorta di tenerezza affettuosa: possibile che a questa dolce e volenterosa ragazza vada tutto storto?!
Belinda, l’altra protagonista, come detto è tutto il contrario di Grace: volgare e rapace, non ho potuto fare a meno di pensare che il suo frustrante lavoro se lo meritasse proprio! Crede di essere una star, maltratta e umilia chiunque abbia la sfortuna di capitarle a tiro: il suo unico desiderio è quello di sistemarsi con un qualche uomo ricco e potente , e vivere da vip per il resto della vita. Anche lei come Grace è protagonista di una lunga serie di tentativi falliti (che risultano essere i più comici del romanzo, forse anche per l’inevitabile antipatia che suscita Belinda), ma dotata di altrettanta intraprendenza e soprattutto di una grandissima autostima e sicurezza. Al contrario della sua sconosciuta antagonista.
La cosa che ho preferito del romanzo è proprio in modo in cui le vicende delle due ragazze vengono narrate in maniera distaccata e alternata, per poi magicamente ricongiungersi grazie a Red Campion, star del cinema che, a sua insaputa, sarà l’elemento che farà incrociare per poco le vite delle due ragazze, cambiandole ognuna come merita. E facendoci scoprire (anche se non è certo una novità) che nel dorato mondo dello star system non è tutto oro quello che luccica….
L’autrice scrive in modo brillante e ironico, talvolta caustico ma mai sgradevole, rendendo molto bene la descrizione delle vita sia nella piccola casa editrice che nella redazione del grande giornale, caratterizzando i suoi personaggi - anche quelli secondari - in modo incisivo e molto attento anche la fisico e al look (mettendoli come elementi non fini a sé stessi, ma facenti parte della personalità di ognuno). Molti i riferimenti a personaggi reali del mondo dello spettacolo: il rapper Stan è chiaramente ispirato a Eminem (e nel nome porta anche il titolo di una sua nota canzone) e Red Campion a Russell Crowe.
Il risultato è un libro molto godibile, spensierato e che può scatenare anche qualche piccola riflessione, il che non guasta mai.
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