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LE DUE FACCE DELL’AMORE, 2010
Regia di Monica Vullo e Maurizio Simonetti, con Daniele Liotti (Alessandro, detto il Duca), Nathalie Rapty Gomez (Caterina), Lola Ponce (Jessica), Lorenzo Flaherty (Diego Torre), Francisco Bass (Giovanni), Silvia Kutica (Laura).
Caterina è una studentessa universitaria, la tipica brava ragazza, semplice e giudiziosa; lavora per pagarsi gli studi e vive con la mamma impiegata in un call center e il fratello meccanico. Alessandro, detto il Duca, è un noto boss della malavita romana; entrambi si erano conosciuti anni da prima, quando lei era una bambina e lui un ragazzino, ma poi si erano persi di vista.
Finchè le loro strade tornano a incrociarsi e, nonostante i due non possano essere più diversi (soprattutto per gli ambienti di provenienza), nasce l’amore.
Di solito si dice che l’amore supera qualunque ostacolo, ma nel caso di Caterina e del Duca non è detto che sia così: i loro mondi sono troppo diversi e soprattutto popolati da persone che non vedono di buon occhio la loro unione, come Jessica, ex fidanzata del Duca e prostituta d’alto bordo, o come l’ispettore di polizia Diego Torre, il quale sospetta che Alessandro sia coinvolto in un omicidio e in traffici ben più grossi di quelli a lui noti….
Trasmessa per due puntate su Canale 5 e poi spostata (senza alcun preavviso e tra le giuste proteste - ovviamente inascoltate - dei telespettatori) su La5, questa fiction di sei puntate è la trasposizione di un’omonima serie colombiana intitolata colombiana “Sin tetas no hay Pariso”, tratta dal romanzo di Gustavo Moreno Bolivar “Senza tette non c’è Paradiso”.
La versione italiana è abbastanza ripulita rispetto all’originale, soprattutto manca l’aspetto accennato nel titolo originale: sia il romanzo che la fiction colombiana raccontano la storia di un gruppo di ragazze povere che per uscire dai quartieri malfamati dove vivono puntano a mettersi con dei ricchi boss malavitosi, e per riuscire nel loro scopo non esitano nemmeno a rifarsi il seno nel tentativo di rendersi più desiderabili ai loro occhi.
Dopo essere riuscita faticosamente (il mercoledì sera non sono a casa e col digitale non si può registrare!) a vedere anche le restanti quattro puntate, devo dire che il mio giudizio su questa fiction è abbastanza incerto: che dire?
Le prime due puntate mi hanno completamente appassionato: come penso molte persone, la storia dell’amore nato tra una brava ragazza onesta e di solidi principi come è Caterina, e un malavitoso che, sin dalla nascita, non ha mai conosciuto altro mondo che quello della delinquenza come è Alessandro non può che catturare l’attenzione da subito; aggiungiamo pure, per le spettatrici femminili, la prestanza fisica del protagonista (inutile nasconderlo: qualche volta anche l’occhio vuole la sua parte!), e anche un accenno di giallo, che non guasta mai… ed ecco che, per le prime due puntate, il gioco è fatto.
Poi però la storia si complica; eh si, perché i personaggi cominciano a rivelare varie facce e sfaccettature e lati oscuri diametralmente opposti a quelli presentati finora.
Ad esempio il Duca: fascinoso finchè vuoi, innamorato finchè si vuole ma… alla terza puntata, qualche dubbio su questo personaggio viene: l’amore non dovrebbe spingere ad essere migliori? E invece lui persiste bellamente nel suo percorso criminale, addirittura si “espande” collaborando con i narcotrafficanti dell’ America latina, fatto che darà il via a tutta una serie di avvenimenti disastrosi e drammatici; e non mostra cenni di ravvedimento alcuno, né di volerci nemmeno provare…
Certo, già il fatto che nella seconda puntata sia coinvolto nell’omicidio del fratello dovrebbe già insospettirci; ma in fondo, visto che il fratello era un cattivo - cattivissimo (aveva anche tentato di aggredire Caterina), gli spettatori sono portati a sorvolare su questa cosa.
Passiamo a Caterina: da brava ragazza semplice, pulita e onesta in breve tempo, adottando alla lettera il motto “per amore si fa qualunque cosa”, decide che per diventare la donna del Duca deve adeguarsi al suo mondo il più possibile; e quindi non solo look appariscente e vita sregolata, ma entra pure nel giro delle squillo aiutata dalla rivale Jessica (forse il personaggio più coerente: finge di diventare amica di Caterina e di volerla aiutare, ma in realtà si capisce bene che tutto quello che fa e tutti i consigli che le dà sono volti al tentativo di screditare la ragazza agli occhi dell’amato bene). Alessandro non apprezza molto questa trasformazione, ma lascia fare…bah!
Gli avvenimenti dell’ultima puntata contribuiscono ancora di più a confermare queste impressioni; tra l’altro, ho notato che sta prendendo piede nel mondo delle fiction la moda dei “finali aperti”, ovvero finali che non finiscono nulla per lasciare spazio ad una seconda serie. Il guaio che, nel nostro caso, è già stato deciso che la seconda serie non si farà… e quindi, se volete sapere come continuerà la storia, mettetevi l’animo in pace.
Certo, so bene che i detrattori della fiction italiana avranno da ridire non solo sulla qualità della recitazione - e non del tutto a torto, soprattutto nel caso di Natalie Rapty Gomez, attrice abbastanza scialba; un po’ meglio la rivale Lola Ponce, che sa rendere il suo personaggio antipatico e sgradevole come deve essere, mentre Lorenzo Flaherty gioca bene nel suo solito ruolo di bello e buono), e su qualche imperfezione della sceneggiatura (anche qui, qualche falla che imbarca acqua è innegabile); ma penso che a volte bisogna prendere un prodotto di intrattenimento per quello che è.
In fondo è innegabile che il sentimento fra i due protagonisti è molto forte e appassionante, ed è questo quello che conta… o no?
A voi l’ardua sentenza…
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