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RECENSIONE: LE SORPRESE DEL VENERDI SERA (Knit two), di Kate Jacobs
Anno: 2009
Edizione originale: Kindle Edition
Pubblicato in Italia da: Piemme
Formato: paperback
Livello di sensualità: subtle
Genere: chick lit
Ambientazione: New York/Italia, 2009
Voto: 5/10
Collegamenti con altri romanzi:
il romanzo è il secondo della serie KNIT CLUB, composta da:
- LE AMICHE DEL VENERDI SERA (The Friday’s night knitting club);
- LE SORPRESE DEL VENERDI' SERA (Knit two);
- KNIT: THE SEASON (inedito in Italia).
Si consiglia di leggere i romanzi in ordine.
ATTENZIONE! NELLA TRAMA E NELLA RECENSIONE VI SONO DEI RIFERIMENTI AL PRECEDENTE ROMANZO CHE NON HO POTUTO EVITARE DI METTERE!
Dopo cinque anni, ritroviamo le amiche del “club del venerdi” alle prese con nuove vite e problemi :
- Anita ha deciso di sposare il fidanzato Marty, ma deve vedersela con l’opposizione dei figli e soprattutto con un segreto che ha influenzato la sua vita: la scomparsa, quasi quarant’anni prima, della sorella Sarah;
- Peri, dopo la morte di Georgia, ha gestito il negozio di filati facendosi in quattro, e contemporaneamente ha mandato avanti la sua carriera di stilista di borse, sacrificando la sua vita privata. E così ora cova dentro di sé una crescente insoddisfazione;
- Darwin e il marito Dan, neo genitori di due gemellini, affrontano gioie e problemi dell’essere genitori;
- Lucie, ora madre di Ginger, è diventata una nota regista di video musicali, ma privatamente deve vedersela, oltre a varie problematiche e ripensamenti sulla sua scelta di essere una madre single, con la vecchiaia - e relativo decadimento- della madre Rosie;
- Catherine, che ora gestisce un negozio di antiquariato, è anch’essa alle prese con il vuoto della sua vita sentimentale, coi rimpianti per tutto ciò che non è andato come avrebbe desiderato;
- K. C. deve affrontare la menopausa;
la loro amicizia è però rimasta intatta, come intatto e forte è il legame con Dakota, la figlia di Georgia, per la quale tutte loro sono le amiche e le zie con cui si confida e consiglia. Dakota, che a 18 anni vive una fase molto critica: oltre a non aver ancora superato il dolore per la perdita della madre, è confusa sulle sue scelte per il futuro. Tutti sembrano aspettarsi qualcosa da lei(soprattutto suo padre James)…ma lei realmente cosa vuole?
Il viaggio in Italia a seguito di Lucie (che deve girare un video nel Belpaese) come tata di Ginger potrebbe essere la risposta alle sue domande, e non solo alle sue; la seguono a ruota,e per motivi diversi, James (preoccupato per la figlia), Catherine (che forse troverà un nuovo amore) e Anita…
Il romanzo fa parte della categoria “che scivolone!”: infatti, se LE AMICHE DEL VENERDI’ SERA era un po’ più di un semplice chick lit e affrontava con leggerezza (ma non con superficialità) anche temi importanti, questo romanzo non è sicuramente all’altezza del primo.
Ma partiamo prima coi personaggi: rispetto al primo, LE SOPRESE DEL VENERDI’ SERA si differenzia per il fatto che vi compiono più personaggi maschili. Se ritroviamo Marty e James (gli unici due uomini del primo capitolo), ora ci sono anche Dan, il marito di Darwin, Nathan (figlio maggiore di Anita), Roberto, il ragazzo italiano che si innamora di Dakota, e suo padre Marco.
La visuale maschile del mondo viene quindi ampliata, nonostante ciò non vien tolto spazio alla “sorellanza femminile”, che anzi si manifesta a volte in modo troppo esagerato e di parte: possibile, per esempio, che nessuno faccia notare a Lucie che la sua decisione è sbagliata a monte? Che ha preso, e continua a prendere, decisioni basate solo ed esclusivamente su se stessa, sulle sue aspettative, ledendo così i diritti degli altri?! Che non ci sarà una soluzione se non facendo soffrire qualcuno di incolpevole? Ma no: appena manifesta le sue intenzioni sul padre di Ginger (non posso raccontare tutta la storia che sta dietro per riguardo a chi dovesse ancora leggere il primo libro), tutte a dargli ragione, tranne Darwin , ma solo all’inizio e piuttosto blandamente. Ed è proprio questo che fa scadere Lucie come personaggio: se nel primo libro, nonostante non approvassi la sua scelta, non era affatto un personaggio negativo, in questo episodio il fatto di prendere una decisione così importante basandosi solo ed esclusivamente su quello che lei vorrebbe o no (e non su quello che sarebbe meglio per sua figlia, o sui diritti del padre) la rende decisamente antipatica. A questo punto, sono ansiosa di vedere se la vicenda avrà una conclusione nel terzo libro….
Tornando al romanzo, leggendolo si ha l’impressione di qualcosa che scorre velocissimo, senza nemmeno darti il tempo di afferrare o goderti le situazioni narrate o i personaggi; e quindi finisce per rimanere tutto in superficie, a scapito dei sentimenti (le storie d’amore di Dakota e Catherine sono davvero superficiali e poco sentite), e dei temi importanti che il romanzo vorrebbe trattare; forse perché, purtroppo, ce ne sono troppi, ed è un peccato perché sono tutti temi importanti: la difficile elaborazione di un lutto, le difficoltà di una diciottenne a trovare la sua strada, i rimpianti, il declino fisico e mentale di una madre ottantenne, l’importanza di sostenere la lotta contro i tumori…insomma, alla fine ho avuto l’impressione non di aver letto un libro, ma di aver scoperchiato un pentolone di minestrone, averne sentito il profumo, e poi aver richiuso senza nemmeno assaggiarlo (perdonate la metafora culinaria, ma è quasi ora di cena anche per me!)
La storia della sorella di Anita poi, è degna di una telenovela sudamericana di serie C, ed evidentemente ideata giusto perché altrimenti a questo personaggio, come del resto a quello di K. C, sarebbe stato riservato uno spazio minimo e inutile. Eppure, se solo l’autrice fosse riuscita a trattare in modo diverso la storia del suo contrastato matrimonio, la sua vicenda avrebbe potuto essere la più interessante del romanzo.
Come avrete capito, una parte del romanzo è ambientata nel nostro Paese: anche qui abbondano gli stereotipi tipici (e spesso sorpassati) di come gli americani ci vedono. Italiani che sfrecciano in Vespa (non so voi, ma io sono anni che fatico a vederne una… figuriamoci poi nel traffico romano!), che passano pomeriggi interi seduti ai tavolini dei caffè a sorseggiare cappuccino e trascorrono le serate a teatro a vedere le opere liriche; ovvio che esistono tutte queste cose, ma spacciarle per “tipico stile di vita italiano” mi sembra un tantino azzardato. Ma l’autrice stia tranquilla, la perdoniamo: in fondo chi non vede un popolo straniero soprattutto attraverso l’uso di stereotipi? Anche noi ne abbiamo molti nei confronti degli americani!
Ma qualche lato positivo c’è: i personaggi che ho preferito sono Dakota, la diciottenne che si sente soffocata da tutti quelli che la amano perché tutti si aspettano qualcosa da lei, tutti vogliono sapere cosa sia meglio per lei, senza nemmeno interpellarla; che lotta ancora contro il ricordo amato e ingombrante allo stesso tempo di sua madre, che scopre a poco a poco i primi sentimenti verso un ragazzo; Dan, il marito di Darwin, pratico e ottimista, che contrasta in modo perfetto con l’ansiosa dolce metà, un personaggio positivo ad ogni sua apparizione; e la piccola Ginger, la figlia di Lucie.
Inoltre ho apprezzato anche il modo di introdurre (senza purtroppo mai esplicare del tutto), attraverso la storia di Lucie e sua madre Rosie, il momento che prima o poi tutti i figli si trovano ad affrontare, e cioè il prendere atto che i genitori invecchiano, magari anche male (Alzheimer in testa), e che ora non possono più appoggiarsi su di loro, ma che anzi ci si deve organizzare al contrario; un momento della vita naturale e ovvio ma non per questo meno triste, davanti al quale si viene travolti da una ridda di emozioni e turbamenti cui l’autrice dà, in parte, voce.
E’ sempre bello ritrovare personaggi che si hanno colpito e cui ci siamo affezionati; certo che però quando si ha l’impressione che il libro sia stato scritto per forza (come in questo caso), forse sarebbe meglio fermarsi al primo romanzo….
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