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FILM TRATTI DA ROMANZI
L’ULTIMA CANZONE (The last song), 2010
Regia di Julie Ann Robertson, con Miley Cyrus (Veronica Miller), Greg Kinnear (Steve Miller), Bobby Coleman (Jonah Miller), Liam Hemsworth (Will Blakelee), Charly Chaikin (Blaze).
L’adolescente Veronica Miller dopo il divorzio dei genitori ha sempre rifiutato ogni rapporto col padre, un celebre musicista dal quale ha ereditato il talento e la passione per la musica; quindi è con grande sacrificio che accetta l’imposizione materna di passare, assieme al fratellino, le vacanze estive a casa dell’odiato genitore.
Ma l’atteggiamento inizialmente scocciato e polemico di Ronnie non durerà molto, complici una nidiata di uova di tartarughe marine da proteggere e soprattutto la corte di un coetaneo volontario dell’acquario…
Tratto dal più recente romanzo di Nicholas Sparks (2009), è il film con cui la simpatica Myley Cyrus ha scelto di affrancarsi dal personaggio di Hannah Montana, la serie Disney per bambini e ragazzi che l’ha resa famosa. Tenuto conto che questa giovane promessa piace molto a chi scrive, c’è da dire che a giudicare dal film, per raggiungere il suo obiettivo Myley di strada da fare ne ha ancora molta da fare… cosa comprensibile comunque, dato che è molto giovane.
Il personaggio di Veronica (il cui soprannome Ronnie è stato voluto dall’attrice in omaggio al proprio nonno recentemente scomparso) non è di quelli che rimarranno nella storia del cinema, anche se non è reso in modo superficiale: spesso mi ha dato l’impressione di essere solo una ragazzina ostinata e bastiana contraria per qualsiasi cosa, tranne nell’ultima parte, dove improvvisamente un evento doloroso (che stavolta non riguarda la storia d’amore, ma che essendo un romanzo di Sparks non può mancare) la farà maturare e ricondurre sulla retta via. Certo, pur considerando le problematiche col padre, come si può essere così riottosi a passare una vacanza in una casa sull’oceano?
Più incisivo il personaggio del padre, interpretato da Greg Kinnear, un uomo impegnato a ricostruire un rapporto coi figli dopo una dolorosa separazione, e con un segreto alle spalle che sarà la chiave di svolta del film; simpatico il fratellino Jonah. Per quanto riguarda il protagonista maschile, ahimè, anche qui si ripete il problema di DEAR JOHN, l’altro film tratto da Sparks presente nei cinema; fisicamente più che appetibile, il suo appeal rimane lì, visto che come recitazione non c’è molto di più della superficie (un’ottima superficie, ammettiamolo). Un po’ strano, visto che proprio su questo set è nata la storia d’amore tra Myley Cyrus e Liam Hemsworth, che si sono fidanzati, ma che non riescono a trasportare il loro affiatamento come coppia anche nella storia d’amore del film.
Molto carina la parte riguardante le tartarughe marine, sarà perché questi animali mi fanno molta tenerezza!
Nella colonna sonora del film è presenta una canzone cantata dalla stessa Myley, “When I look at you”.
DEAR JOHN, 2010
Regia di Lasse Hallstrom, con Amanda Seyfried (Savannah Curtis), Channing Tatum (John Tyree), Henry Thomas (Tim Weddon), Richard Jenkins (Mr Tyre).
Savannah e John si conoscono e innamorano durante una vacanza: lui è un giovane soldato in licenza, lei una studentessa che sogna di diventare insegnante di sostegno. E’ amore a prima vista, ma alla fine dell’estate la separazione è inevitabile: lui è richiamato nell’esercito, dove dovrebbe stare ancora per un anno. Ma l’undici settembre cambierà ogni cosa…
Tratto dal romanzo RICORDATI DI GUARDARE LA LUNA (2007) di Nicholas Sparks, è la meno tragica delle storie d’amore narrate da quest’autore. Non che non sia presente la tragicità e la tristezza, anzi, direi che questo film ne abbonda più di altri, e non solo per il riferimento storico alla tragedia delle Torri Gemelle; il padre autistico del protagonista che muore in una corsia d’ospedale, l’amico di Savannah solo con figlio anche lui autistico e infine malato terminale...insomma, se siete superstiziosi andate al cinema con un cornetto, o qualcosa di ferro!
Come se non bastassero le sofferenze a cui vanno incontro (e qualche volta, a cui essi stessi si sottopongono con scelte masochiste) i due protagonisti, l’atletico e monoespressivo Channing Tatum e la bella e radiosa, anche quando è triste, Amanda Seyfried, che tra i due è quella in grado di dare più spessore al suo personaggio - o meglio gliene dà più del collega - il che non è difficilissimo, visto che lo spessore del personaggio maschile rasenta lo zero, tranne nella scena della morte del padre.
Più che gli attori, nella storia colpiscono i paesaggi davvero bellissimi e tipici dei film tratti dall’autore americano: spiaggia, mare, case sull’oceano, boschi e prati… insomma, vale la pena di vedere il film solo per quelli!
Nonostante tutto, il film può offrire anche alcuni spunti di riflessioni per chi magari vive storie d’amore “a distanza”, come i due protagonisti; oltre a ciò - e scusate se è poco! - posso anticiparvi che finalmente, per la prima volta in tutti i film tratti da Nicholas Sparks, abbiamo una specie di lieto fine…un abbozzo, ma sempre meglio di nulla!
PARADISO PERDUTO (Great expectations), 1997
Regia di Alfonso Cuaron , con Ethan Hawke (Finn Bell), Gwineth Paltrow (Estella), Robert de Niro (Arthur Lustig), Ann Brancroft (Miss Dinsmore), Chris Cooper (Zio Joe).
Fin da bambino Finn, orfano cresciuto dalla sorella e dal suo compagno, è innamorato di Estella, nipote della misteriosa Miss Dinsmore, che vive sola in una grande casa disabitata e veste solo di bianco. Nonostante una profezia fatta dalla stessa Miss Dinsmore ai due bambini dica che lei gli spezzerà il cuore, uan volta cresciuto - diventato pittore di successo e aiutato da un misterioso benefattore - Finn parte alla ricerca della mai dimenticata Estella, nonostante non si vedano da molti anni…
Versione moderna del romanzo di Charles Dickens GRANDI SPERANZE (1860), è una storia d’amore un po’ strana, a mio avviso; a dir la verità, anzi, parte il senso di predestinazione che domina il film non ho percepito molto sentimento. Che indubbiamente però c’è, visto che la storia comincia coi due protagonisti bambini, innamorati come solo a quell’età si può esserlo… ma la mia impressione che l’amore si è perso col tempo e sia diventata un’ossessione, soprattutto da parte di Finn, che non si rassegna nemmeno quando Estella da adulta lo tratterà quasi come uno zerbino!
Proprio per questo i personaggi che più mi hanno interessato sono i due personaggi interpretati magistralmente da De Niro e dalla Bancroft… non ho mai dimenticato la figura grottesca e insieme tragica di Mrs Dinsmore, resa folle dall’abbandono dell’uomo che amava, o quella di Lustig, l’evaso, che anche dopo anni sa dimostrare la sua gratitudine a chi l’ha aiutato, seppure in maniera inconsapevole. Altro personaggio secondario che mi ha colpito è il cognato di Finn , interpretato da Chris Cooper, che lo alleva con affetto anche dopo l’abbandono della moglie.
Le prove attoriali di Ethan Hawke e Gwyneth Paltrow, rispettivamente nei ruoli di Finn ed Estella adulti, non sono male, ma nemmeno indimenticabili; oltretutto lei non riesce proprio a dare l’idea del mistero e della “femme fatale” che forse era alla base dl suo personaggio. Ma magari è un mio limite, quest’attrice non mi è mai piaciuta molto!
Nonostante tutto consiglio di vederlo, è un film permeato da un senso di mistero e magia che sicuramente può colpire e affascinare al di là della trama e degli attori.
N.B: i due film tratti dai romanzi di Nicholas Sparks sono da poco usciti al cinema.
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