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RECENSIONE: CATENE DI VELLUTO ( Velvet Bound ), di Catherine Archer


Edizione originale: Harlequin Historical

Anno: 1995

Pubblicato in Italia da: Harlequin Mondadori, prima edizione nella serie I GRANDI ROMANZI STORICI (agosto 1997) seconda edizione nella serie I  GRANDI ROMANZI STORICI SPECIAL, maggio 2002; terza edizione nella serie I ROMANZI STORICI, n. 30, maggio 2008.

Formato: paperback

Livello di sensualità: warm (caldo)

Genere: Medievale

Ambientazione: Inghilterra, 1360

Voto: 6/10


Il romanzo ha un seguito, VELVET TOUCH (LA NINFA DEI BOSCHI).

Alla corte del re la bella Elizabeth Clayburn rimane intrigata da Sir Raynor de Warwicke, ex compagno del fratello Stephen, a tal punto che decide di invitarlo a cena anche quando viene a sapere che la sera decisa il fratello non sarà presente.
Ma quando il fratello ritorna e i due vengono sorpresi mentre si baciano, l’unica soluzione possibile rimane ormai il matrimonio; nonostante nessuno dei due sposi tenga a quest’unione: Raynor disprezza le donne ritenendole solo manipolatrici egoiste, ed Elizabeth certo non desidera sposarsi con qualcuno che ha questa opinione anche di lei, in quanto donna. Però i due sono comunque costretti alle nozze riparatrici, e subito dopo partono per la dimora di Raynor. La vita da subito appare difficile:se da un lato Elizabeth cerca di trovare un punto di contatto col marito pur senza  rinunciare al rispetto di sé stessa, lui si ostina a voler vedere in ogni sua azione o parola il calcolo e la meschinità che attribuisce alle donne;la cosa continua al maniero, nonostante Elizabeth si occupi con competenza della gestione della casa e della piccola Willow, la bimba che Raynor ha dichiarato essere sua figlia, ma la cui nascita nasconde un pericoloso segreto.
Segreto che purtroppo si rivelerà nel momento in cui i due sposi depongono le armi e scoprono l’amore, e che metterà in pericolo la vita di molti…

Questo piacevole medievale si base quasi esclusivamente sulla passione-guerra tra i due protagonisti, due caratteri che il lettore intuisce subito destinati a completarsi... ma solo dopo aver superato la fase de “l’amore è bello se non è litigarello”.
Tutto nasce da un equivoco: Raynor infatti ha visto nell’infanzia il padre tradito e ingannato più volte dalla madre, una donna evidentemente priva di scrupoli che usava il marito come una pedina per i suoi maneggi, e che alla morte di questi ha tentato di fare la stessa cosa col figlio, senza peraltro avere successo. Il ricordo di tale comportamento e delle sofferenze causate a tutta la famiglia si è talmente cementato nel suo animo che egli non è davvero saldamente convinto che tutte le donne si comportino così, a tal punto da voler leggere in ogni loro gesto o parola una dimostrazione della sua teoria.
Si comporta così anche con Elizabeth, da cui è attratto, ma il fatto di  essere stato costretto a prenderla in moglie per colpa di una situazione compromettente (se vogliamo, creata proprio da lei, anche se non a quello scopo), non ha fatto altro che rinforzare la sua convinzione, al di là di ogni ragionevole dubbio.
Come personaggio mi è sembrato davvero troppo ostinato! E’ vero che Elizabeth inizialmente è al classica damigella capricciosa e viziata che non accetta rifiuti di alcun tipo (caratteristica che l’autrice fa passare abilmente come orgoglio e forza di carattere: qualità che si manifestano molto più in là…), ma dal suo arrivo al castello dà vari segni di maturità, di responsabilità, soprattutto accettando la piccola Willow, che lei crede figlia illegittima del marito, come una propria figlia e dando così indirettamente lezione a Raynor sul ruolo di genitore. Ma lui si attacca a qualsiasi banalità per rinfacciarle i comportamenti della madre… devo dire che mi ha spesso dato sui nervi!
Per fortuna poi le litigate lasciano il posto alla maturazione dei due personaggi e alla nascita del loro amore, che ovviamente aiuterà lui a ricredersi sulla teoria base della sua vita, e a lei di capire che nella vita ci sono cose più importanti dell’essere adorata e riverita a ogni costo:per esempio, il dare amore e protezione a qualcun altro.
Di questo romanzo credo le scene migliori siano quelle dove vedono i due giovani alla presa con Willow, visto che sono anche le parti in cui cominciano ad avvicinarsi: la bimba insomma per gran parte del libro funge da collante tra i due, creando scene molto dolci e simpatiche.
Il mistero sulla nascita di Willow viene svelato da subito al lettore, permettendo così di capire meglio lo svolgersi della trama e gli intrighi che ruotano attorno ad esso.

Tiziana

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