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RECENSIONE: IL GIARDINO D’ESTATE ( The summer garden ), di Paullina Simons
Prima pubblicazione anno: 2007
Edizione originale: HarperCollins
Pubblicato in Italia da: Sonzogno
Livello di sensualità: hot ( bollente)
Ambientazione: Stati Uniti, dal 1947 in poi.
Ambientazione: Stati Uniti, dal 1947 in poi.
E’ il terzo romanzo della serie TATIANA E ALEXANDER.
La seconda guerra mondiale è ormai finita, e il mondo sta provando faticosamente a riprendersi.
E’ così anche per Tatiana e Alexander, che ora vivono in America col loro piccolo Anthony, lavorano, passeggiano, vivono tranquilli…insomma la vita che avevano tanto sognato durante l’inferno di Stalingrado.
Ma tutto ciò non basta a renderli felici: come tanti reduci Alexander è ancora tormentato psicologicamente dagli orrori della guerra, e ciò causa grossi problemi tra lui e Tania, che non riesce a superare quel muro che la divide dal marito. Ma col passare degli anni le vecchie difficoltà vengono superate, anche se ne subentrano delle nuove a cui non sono abituati, e non solo le difficoltà della vita di tutti i giorni, o il desiderio esasperante di avere un altro figlio che però non arriva….
Il terzo romanzo chiude la serie con i nostri protagonisti ottantenni ancora felicemente sposati e circondati da figli e nipoti.Nel mezzo, ci sta tutta la loro vita quotidiana dal 1947 in poi….uno spazio temporale e narrativo non indifferente e abbastanza difficile da gestire, almeno a mio avviso. Ed è per questo che quest’ultimo libro della serie su Tatiana e Alexander finisce per non funzionare del tutto: è molto difficile raccontare mezzo secolo di vicende senza cadere nella ripetitività o facendo in modo che personaggi nuovi (che in questo libro capitano a iosa) lascino il segno insieme a quelli che già conosciamo: di quelli presentati in questa storia ci riescono solo Tom Richter, il marito di Vikki ( l’amica di Tania) e amico di Alexander, e Anthony ( del quale dirò tra poco), il figlio della coppia che già avevamo conosciuto bambino nel precedente romanzo.
La prima parte è la migliore: tratta progressivamente il tema dell’alienamento dei reduci dopo il ritorno a casa, tema scottante e per questo spesso escluso dai racconti con reduci, e delle conseguenze sulla vita familiare che questo comporta; poi abbiamo il clima di sospetto instauratosi nell’America maccartista degli anni ’50 contro tutti i comunisti o presunti tali, la conseguente nascita della guerra fredda.
Poi, dalla seconda parte in poi, cioè dall’inizio degli anni ’60, si comincia ad avere un progressivo calo con entrata in scena di situazioni davvero poco piacevoli e squallide ( riferimento alla storia con Vikki) che ci si poteva risparmiare soprattutto perché non servono alla storia, e tutte con protagonista Anthony, che la Simmons fa diventare, chissà perché, un piccolo principe adorato e viziato da tutti: in qualsiasi situazione si trovi non viene mai criticato od osteggiato, ma anzi chiunque vada contro di lui si troverà a fronteggiare l’agguerrito clan dei Barrington, con in testa mamma Tania ( i riferimenti sono in particolare nel finale, quando si accenna al suo rapporto con la moglie). Questa cosa davvero non mi è piaciuta per nulla e mi ha un poco rovinato la lettura.
Per il resto è certo che anche chi già conosce, ama e tifa Tania e Shura non potrà non porsi delle domande:è davvero necessario, per sottolineare la profondità dell’amore tra i due, inserire ogni tre per due una scena di sesso bollente e più che esplicita? Abbiamo capito che i due sono molto focosi, su questo non abbiamo dubbi….e poi: ma questi due sono Superman e Wonder Woman? Oltre a lavorare venti ore al giorno, oltre a dedicarsi più volte al giorno (come la Simmons tiene sempre a ribadire) all’attività sopracitata, hanno anche il tempo e i soldi per: essere sempre vestiti e pettinati all’ultima moda, partecipare a feste, party e picnic praticamente almeno una volta alla settimana, comprarsi la casa con piscina ( lui inizialmente fa l’operaio e lei l’infermiera…); non è un po’ troppo esagerato per farci capire che sono due esseri eccezionali?! Alla fine con tutti ‘sti riferimenti ci si stufa! Per il resto comunque sono sempre i nostri Tania e Shura, e chi li ha amati e seguiti dall’inizio leggerà volentieri anche questo romanzo.
Tiziana
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