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Untitled

RECENSIONE : 
BITTEN di Kelley Armstrong


Publisher / Edizione originale : Viking

Year / anno : 2001

Genre-Setting / Genere-Ambientazione :  Contemporary Paranormal - Canada, US / Contemporaneo Paranormale - Canada, Stati Uniti

Format / formato : hardback

Sensuality Rating / Livello di Sensualità :  hot / bollente

Rating/Voto :  8,5/10

Edizione Italiana : inedito

Collegamenti con altri libri / Connection to other books :
è il primo di nove romanzi della serie paranormale "Otherworld", seguito da STOLEN, DIME STORE MAGIC, INDUSTRIAL MAGIC, HAUNTED, BROKEN, NO HUMANS INVOLVED, PERSONAL DEMON, LIVING WITH THE DEAD

Blurb : Elena Michaels is the world’s only female werewolf. And she’s tired of it. Tired of a life spent hiding and protecting, a life where her most important job is hunting down rogue werewolves. Tired of a world that not only accepts the worst in her— her temper, her violence—but requires it. Worst of all, she realizes she’s growing content with that life, with being that person.
So she left the Pack and returned to Toronto where she’s trying to live as a human. When the Pack leader calls asking for her help fighting a sudden uprising, she only agrees because she owes him. Once this is over, she’ll be squared with the Pack and free to live life as a human. Which is what she wants. Really.

Trama : Elena Michaels è l'unica femmina di licantropo al mondo. Ed è stanca di esserlo. Stanca di una vita spesa a nascondersi e a proteggersi, di una vita dove la cosa più importante è cacciare i licantropi rinnegati. Stanca di un mondo che non solo accetta la sua parte peggiore - la sua resistenza, la sua violenza - ma la pretende. E la cosa peggiore, è che inizia a provare piacere ad essere quella persona. Così abbandona il Branco e torna a Toronto, dove sta tentando di vivere come un'umana. Quando il Capo Branco la chiama chiedendole aiuto per fermare un'improvvisa rivolta, lei accetta solo perchè è in debito. Una volta che tutto sarà finito, non avrà più debiti con il Branco e sarà libera di vivere la sua vita come un'umana. Che è tutto ciò che vuole. Veramente.


Non appena apriamo le pagine di questo romanzo ci sentiamo catapultati nel mondo di Elena, nella sua mente, nel suo corpo, nelle sue sensazioni.
Un bisogno ancestrale, fisicamente insostenibile, un bruciore che le attraversa il corpo, muscoli, ossa, pelle, impossibile da reprimere, impossibile da controllare… che la spinge a lasciare il suo appartamento di Toronto, e il suo fidanzato, in piena notte, a trovare un vicolo buio e ad arrendersi alla trasformazione.
La trasformazione fisica è difficoltosa, lenta, sofferta, dolorosa come se la scuoiassero viva, ma quando risolleva la testa, il mondo è diverso, le sue percezioni sono più intense, più affilate, il suo odorato più sviluppato, il suo istinto totalmente dominante, e lei è un lupo.

My skin stretches. The sensation deepens and I try to block the pain. Pain. What a trivial word - agony is better. One doesn’t call the sensation of being flayed alive “painful”. I inhale deeply and fcus my attention on the Change, dropping to the ground before I’m doubled over and forced down.
It’s never easy - perhaps I’m still too human. In the struggle to keep my thoughts straight, I try to anticipate each phase and move my body into position - head down, on all fours, arms and legs straight, feet and hands flexed, and back arched. My leg muscle knot and convulse. I gasp and strain to relax. Sweat breaks out, pouring off me in streams, but the muscles finally relent and untwist themselves. Next comes the ten seconds of hell that used to make me swear I’d rather die than endure this again. Then it’s over.
Changed.
I stretch and blink. When I look around, the world has mutated to an array of colors unknown to the human eye, blacks and browns and grays with subtle shadings that my brain still converts to blues and greens and reds. I lift my nose and inhale. With the Change my already keen senses sharpen even more. (…)
As I turn, I catch distorted fragments of my reflection in a dented trash can. My eyes stare back at me. I curl my lips back and snarl at myself. White fangs flash in the metal. I am a wolf, a 130 pound wolf with pale blond fur.

La mia pelle si stira. La sensazione si intensifica e tento di bloccare il dolore. Dolore. Che parola banale - agonia è meglio. Uno non si riferisce alla sensazione di essere scuoiato vivo come "doloroso". Inspiro profondamente e focalizzo la mia attenzione alla Trasformazione, inginocchiandomi a terra prima di piegarmi in due e di cadere.
Non è mai facile - forse sono ancora troppo umana. Nel tentativo di mantenermi lucida, cerco di anticipare ogni fase e di muovere il mio corpo in posizione - testa abbassata, carponi, braccia e gambe diritte, piedi e mani contratti, schiena inarcata. I muscoli delle gambe si annodano e si contraggono. Ansimo e mi sforzo di rilassarmi. Inizio a sudare, a grondare, ma finalmente i miei muscoli si calmano e smettono di attorcigliarsi. Seguono dieci secondi di inferno che di solito mi fanno giurare che la prossima volta preferirei morire piuttosto che sopportare di nuovo tutto questo.
Poi tutto finisce.
La Trasformazione è completa.
Mi stiro, batto le ciglia. Quando mi guardo attorno, il mondo è cambiato in una serie di colori sconosciuti all'occhio umano, neri e marroni e grigi con leggere sfumature che il mio cervello ancora converte in blu e verdi e rossi. Alzo il naso e annuso. Con la Trasformazione i miei sensi già acuti si affinano ancora di più. (...)
Mentre mi giro, colgo un frammento distorto del mio riflesso sulla superficie dentellata di un secchio dell'immondizia. I miei occhi mi guardano. Arriccio le labbra e ringhio a me stessa. Zanne bianche guizzano nel metallo. Sono un lupo, un lupo di 60 chili, con la pelliccia biondo chiaro.
(traduzione mia)

Scritto in prima persona, con uno stile asciutto, a tratti secco, crudo, privo di abbellimenti, senza virtuosismi, eppure denso di sensazioni, umane e animali, di istinto, di violenza, pericolo, lotta interiore tra animale e essere umano che si combattono dentro di lei.
Elena non è nata licantropo, lo è diventata dopo essere stata morsa da Clay, l’uomo di cui era innamorata e che stava per sposare. E poiché il gene del licantropismo si eredita di padre in figlio, lei risulta essere l’unica licantropo femmina vivente.
Non solo l’unica femmina, ma l’unica appartenente al “branco”, dal quale si è allontanata con l’unico desiderio di tagliare i ponti con Clay, colui che l’ha morsa, e che le ha tolto ogni possibilità di realizzare i suoi sogni, di avere una vita normale, di sposarsi, avere dei figli.
Per questo si è trasferita a Toronto, e ha iniziato una storia con un uomo che non sospetta la sua vera natura.

Quando le giunge una chiamata urgente da Jeremy, il maschio alpha del branco, Elena è costretta a tornare a Stonehaven, la casa del branco. Un ambiente che esalta e soddisfa la sua  vera natura , il suo spirito, ma non la sua ragione. La situazione è grave, sono stati trovati alcuni cadaveri dilaniati, gli uomini sono impegnati in una caccia al cane randagio, ma il branco sa esattamente cosa sta succedendo: alcuni licantropi rinnegati hanno iniziato a uccidere umani attorno a Stonehaven, e il branco “deve” toglierli di mezzo, per la sua stessa sopravvivenza.

I personaggi sono incredibilmente ben resi. Elena è la voce narrante, quindi il lettore è portato a identificarsi in lei, ma non per questo Clay, l’uomo licantropo che l’ha morsa, che la ama, che è pazzo di lei e che nonostante la lunga, imposta separazione, la considera la sua “compagna” , è meno vero. E’ anzi uno dei più bei personaggi del libro, fors’anche più bello di Elena stessa.
Questo è il vero mondo dei licantropi. Sapientemente reso dall’autrice, e considerando che si tratta del suo primo libro, le aspettative per i titoli che seguono sono decisamente alte e promettenti.

 

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