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convegno Principi azzurri e… botte da orbi
Bologna, 23 febbraio 2007
di MarchRose
Ed eccovi, finalmente, il resoconto della prima giornata convegno “Principi azzurri e… botte da orbi” tenutosi a Bologna il 23 febbraio scorso, e organizzato dall’Associazione culturale “PerWilma” (indirizzo email: PerWilma@libero.it, telef. per informazioni Bruna Scandiani 3333824559 e Giulia Gessi 3405773843) con il Patrocinio della Provincia di Bologna.
“L’iniziativa,” ci dice Bruna Scandiani dell’Associazione “Per Wilma”, co-organizzatrice del Convegno, “ha colpito nel segno ed ha destato notevole interesse. Qualche giorno prima del convegno siamo state interpellate per avere notizie e rilasciare interviste da alcune testate giornalistiche (Repubblica / Il Resto del Carlino /Il Domani), che hanno poi pubblicato degli articoli sulla nostra iniziativa. Il giorno dell'incontro siamo state anche intervistate telefonicamente da Fahrenheit, Radio 3 che ha contemporaneamente intervistato anche Theresa Melville. Il pubblico è stato numeroso ed eterogeneo, con una netta maggioranza di donne, ma anche gli uomini non sono mancati. Un po’ ridotta la presenza dei giovani, però: speravamo di attirare più ragazze…”
Un’immagine del pubblico al convegno
Gli ospiti intervenuti al convegno hanno dato contributi estremamente interessanti all’argomento in discussione, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze o del proprio vissuto: apporti che Sergio Altieri ha definito nella replica “unici e straordinari “, proprio per la specificità che ciascun ospite ha saputo dare al proprio intervento.
Riassumere tre ore circa di dibattito è sicuramente riduttivo rispetto ai singoli interventi, ma anche una semplice traccia degli spunti di riflessione che sono emersi può essere indicativo della varietà di temi che sono stati affrontati.
“Partecipare a questo convegno è stata un’esperienza senz’altro molto costruttiva,” commenta Theresa Melville, alias Maria Teresa Casella.”Gli interventi sono stati di alto livello, e l’organizzazione davvero perfetta. “Un grosso grazie a tutti coloro che hanno contibuito alla realizzazione di questo incontro.”
Sergio Altieri, Editor dei Romanzi Mondadori:
“La letteratura romantica è il più grosso mercato della narrativa mondiale,” ricorda Sergio Altieri, editor della collana I Romanzi di Mondadori. “Perfino in un paese non particolarmente incline alla lettura come l’Italia, dove in media si leggono soltanto 0,75 libri all’anno pro capite, il romanzo rosa è in crescita continua e totalizza una percentuale di copie vendute rispetto a quelle stampate nettamente superiore a quelle di qualunque altro genere letterario.”
Altieri sottolinea anche l’evoluzione che sta avvenendo tra il pubblico delle lettrici di romance. Non si tratta più di lettrici “casuali”, che acquistano i romanzi in modo acritico e superficiale al supermercato o in edicola: hanno creato dei punti di contatto tra di loro quali siti internet e forum di discussione, confrontano le proprie opinioni e scambiano le informazioni sulle uscite sia italiane che internazionali. Anche grazie a questi scambi e contatti, si sta creando ultimamente in Italia molto interesse per generi di romance finora sconosciuti nel nostro paese, ma che negli USA stanno riscuotendo un successo strepitoso, quali i romance a sfondo paranormale (vampiri, licantropi, mutaforma, ESP…).
Ad oggi Mondadori pubblica nella collana i Romanzi 7 volumi mensili: ma Altieri preannuncia che, a breve, queste uscite passeranno da 7 a 8 con il lancio di una nuova serie, per ora a titolo di supplemento e quindi “esplorativo”, ma che da quello che ci ha lasciato intendere sarà molto, molto interessante… Di che si tratterà ? Aspettiamo notizie con ansia !
Maria Teresa Casella – Theresa Melville- scrittrice de I Romanzi Mondadori
Perché uno pseudonimo per scrivere romance, ci si può domandare? Secondo Theresa Melville, nella vita quotidiana Maria Teresa Casella, il suo pseudonimo straniero, oltre ad essere una scelta editoriale della casa editrice, è l'espressione di una sorta di seconda identità, quella della scrittrice, ulteriormente definita e che contiene significati reconditi. Theresa, ad esempio, ha scelto Melville perchè “Moby Dick” è il suo romanzo cult e perchè considera Hermann Melville il suo scrittore preferito.
Theresa si definisce una scrittrice rosa sui generis in quanto le sue storie sono state a volte accusate di essere troppo realistiche. Ma in realtà, Theresa dichiara, è proprio questo il suo obiettivo: inserire nelle sue trame la realtà traendo spuinto da esperienze di vita vissuta, vera.
Anche se dai dibattiti in corso sui vari blog e siti dedicati al romance emerge che l’orientamento generale delle lettrici di rosa è quello di cercare nella lettura la totale evasione dalla realtà e quindi di realizzare quel sogno che non si riesce a trovare nella vita, la personale tendenza di Theresa è invece quella di mantenere contatti con la realtà attraverso esperienze e situazioni che fanno parte della vita di tutti i giorni, sia sua personale che altrui. Anche nel romanzo storico cerca agganci con la vita reale, perché le difficoltà per le donne ci sono sempre state e sono sempre dello stesso tipo (tradimento/conflitto/violenza), e possono emergere in qualsiasi tipo di ambientazione.
Questo suo orientamento è supportato anche dal timore che molte giovani lettrici si abituino a pensare al rapporto di coppia come a qualcosa di idilliaco e perdano i contatti con la realtà che, purtroppo, invece è spesso tutt’altro che positiva. Per questo difende la sua scelta di scrittrice, perché le permette di offrire un aiuto alla comprensione della complessità dei rapporti e della vita.
Theresa Melville e Sergio Altieri
Maria Venturi – scrittrice, giornalista, sceneggiatrice
Analoga posizione anche per Maria Venturi. La sua preoccupazione come scrittrice è quella di rimanere coi piedi per terra e far passare il messaggio che la passione non è amore, l’amore è ciò che resta della passione. E’ fatto di quotidianità, di dialogo, ma anche di silenzio, di qualcosa comunque che va costruito insieme dalla coppia, giorno per giorno. Il principe azzurro è la persona affidabile che ognuno di noi può incontrare sulla propria strada e deve rispondere alle esigenze più profonde di ciascuno di noi. Si passa alle “botte da orbi” quando questa scelta è sbagliata oppure quando si è investito troppo sull’amore e sulla famiglia.
La Venturi difende il romanzo a lieto fine, perché a suo avviso non è il fatto di avere un finale triste a rendere un romanzo di serie A anzichè di serie B. Il lieto fine, dice, è qualcosa di connaturato nei comportamenti umani: si agisce nella speranza di stare meglio ( ci si sposa, si fanno figli ecc. in vista di uno stare meglio). La felicità a cui tendiamo è la fine del dolore, e nei libri di sentimento è consolatorio assecondare il nostro slancio vitale verso il lieto fine.
Maria Pia Pozzato- Docente di semiotica all’Università di Bologna
Un intervento complesso e difficile da riassumere, perché supportato da immagini esemplificative. Gli spunti della riflessione della Pozzato vertono principalmente sulle nuove figure maschili, le coppie “cosmetiche” ed i nuovi ideali che la donna coltiva di sé.
Per quanto to riguarda il primo punto indica i personaggi di David Beckam eTotti come rappresentanti di una nuova immagine maschile, narcisistica e proiettata su di sé; e sottolinea il fatto che le immagini delle pubblicità di cosmetici per uomo, ispirate alla figura di Rodolfo Valentino, propongono una nuova figura di seduttore non “classica”, ed estremamente ambigua sotto il profilo dell’orientamento sessuale, offrendo all’immaginario femminile una identità maschile trasversale, a volte gay, a volte etero, a volte bisessuale, ma fondamentalmente narcisistica, rivolta prevalentemente verso se stessi.
Questo tipo di cultura porta anche all’estetismo della coppia, quella che la Pozzato definisce la “coppia cosmetica”. Sempre più spesso nei media appaiono coppie di “belli”, come se la meta a cui tendere sia quella di trovare qualcuno con cui essere belli insieme. La ricerca del Principe Azzurro sembra quindi passare in secondo piano rispetto alla ricerca della persona con cui formare una coppia narcisisticamente bella da vedere.
Sul terzo punto in esame (cioè i nuovi ideali che la donna coltiva di sé), la docente mette in evidenza la violenza che le donne esercitano continuamente su se stesse, perseguendo un ideale femminile tarato sullo sguardo dell’altro e in particolare su un modello estetico imposto dalla moda, dal divismo, dai media, modellizzandosi sullo sguardo dell’altro. La donna cerca, cioè, di proporsi come una sorta di essere perfetto e autosufficiente, esattamente come un maschio, che non solo non cerca più il Principe Azzurro, ma neanche l’amore.
Maria Venturi e Nicoletta Maldini (libraia e conduttrice dell’incontro)
Patrizia Romagnoli, giornalista e scrittrice
Sotto lo pseudonimo di Patricia Daniels, Patrizia Romagnoli ha scritto, anni fa, tre romanzi rosa insieme ad una amica seguendo una struttura concordata che avevano rilevato nella narrativa romantica: lei incontra lui, sembra che tutto vada bene, arriva l’ostacolo, l’ostacolo è superato, ci si avvia al lieto fine.
E’ una tipologia narrativa che corrisponde, secondo la giornalista, al bisogno di provare dei sentimenti, di identificarsi coi personaggi, di avere qualcosa di più piacevole della vita quotidiana, di rifugiarsi nell’evasione. E’, per citare le sue parole, “come regalarsi un dessert a fine pasto”. Va difeso in quanto è narrazione di genere, con una sua struttura e tutta una serie di aspettative. Può essere letta come una consolazione, alternandola a letture di tipo diverso; può anche essere un supporto nell’apprendimento della lingua da parte di straniere che trovano nel genere rosa un linguaggio più semplice che in altre narrative.
Lia Celi, giornalista, scrittrice, segue la posta del cuore su Cosmopolitan
Fin dall’apertura del suo intervento la Celi dichiara di essere poco sentimentale e scarsamente attratta dal “rosa” e afferma che, nella sua professione, tenta di riparare ai danni che la letteratura romantica provoca alle teste delle sue lettrici.
Cosmopolitan ha anche molti forum e spesso le ragazze si confessano l’un l’altra, alle volte fanno cose per parlarne, per essere protagoniste del talkshow della vita. Secondo la giornalista, molte ragazze mostrano un’evidente ingenuità, sono incapaci di dire di no e hanno paura di pretendere. Non sanno alzare la voce, non sanno difendere le loro posizioni e le loro idee. Il solo potere che hanno è il potere d’acquisto rappresentato dal bancomat che usano spesso: si tengono perfino il fidanzato che le mena rifugiandosi nella scappatoia illusoria del “io ti salverò”. Hanno trasferito gli stessi schemi dalla vita amorosa a quella lavorativa, rilevabile dai rapporti che dicono di avere negli ambienti di lavoro con colleghi e capi; e provocatoriamente la Celi propone ad Altieri di creare una nuova collana di romanzi di genere “work”, data anche la difficoltà di tante di loro a trovarlo, il lavoro. Oggi la donna bella non aspira più alla conquista del Principe Azzurro, come avveniva nel passato; sa di avere un capitale sfruttabile anche in altra maniera ( modella, velina, attrice, TV ecc.) e desidera piuttosto una attività che le dia una posizione di prestigio personale. Personalmente incoraggia le ragazze di oggi - che ritiene molto indifese - a volersi un po’ più bene.
da sinistra a destra: Maria Pia Pozzato, Lia Celi, Patrizia Romagnoli e Bruna Scandiani
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