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JO GOODMAN: ROMANCE AS UNIVERSAL LANGUAGE
JO GOODMAN: L'AMORE COME LINGUAGGIO UNIVERSALE
L'AUTRICE
All’età di diciott’anni Jo Goodman era convinta che il suo futuro fosse nel campo della biologia marina. Immaginate la sua sorpresa quando si rese conto che i progetti di ricerca non si conciliavano affatto con il suo soffrire di mal di mare. Ma non fu quella la sua prima disillusione. Già a tre anni aveva dovuto abbandonare l’idea di diventare Peter Pan, non riuscendo a spiccare il volo dal tetto del portico di casa. A dieci aveva rinunciato alla carriera di attrice, constatando che le mancava anche quel minimo di talento richiesto. Laureatasi poi in biologia, senza peraltro nutrire alcuna aspettativa al riguardo, Jo ha accettato la prima proposta che le è capitata, imbattendosi nel lavoro della sua vita. Così dal 1975 si occupa di bambini, adolescenti e problematiche della famiglia, grazie anche a un master in terapia famigliare successivamente conseguito. La sua decisione di cimentarsi nella narrativa è scaturita anche dal bisogno di proteggersi dal logoramento professionale. E il successo che ne è derivato è stato a dir poco incoraggiante, se i romanzi al suo attivo sono ormai una ventina. In poche parole, Jo si sente straordinariamente felice per essersi imbattuta nell’hobby della sua vita.
Jo Goodman will answer to all your questions so don't forget to sign your comment with your name or nick.
Jo Goodman risponderà a tutte le vostre domande quindi non dimenticate di firmarvi, con un nome o uno pseudonimo, per farvi riconoscere!
INTERVIEW - INTERVISTA
1 - Dear Jo, we are delighted you have accepted to be interviewed in the occasion of the release of “If His Kiss is Wicked” in Italy! We hope that getting in touch with some of your Italian readers will be a pleasant experience for you. How does it feel being published in another country? What kind of contacts do you have with your readers, especially those living outside the U.S?
I’m flattered to be invited to do this interview. I haven’t had much contact with readers outside the USA except for English-speaking countries such as Australia, Canada, and of course, the UK. This is a wonderful opportunity for me to connect with other readers. In general, I hear from readers via email. Some people write letters, and that’s always nice. I don’t attend conferences or romance conventions, and I limit my internet presence to occasionally visiting romance sites that interest me. I am good about responding to email, so I encourage questions and feedback from readers using that method.
1 - Cara Jo, siamo entusiaste del fatto che tu abbia accettato di essere intervistata in occasione della pubblicazione in Italia di BACIO PROIBITO (If His Kiss Is Wicked)! Ci auguriamo che venire in contatto con alcune delle tue lettrici italiane sia per te un’esperienza piacevole. Cosa si prova a essere pubblicate in un altro paese? Che genere di contatti hai con le tue lettrici, e in particolare con quelle che vivono al di fuori degli Stati Uniti?
Mi sento lusingata all’idea di essere stata invitata a fare quest’intervista. Non ho molti contatti con le lettrici che vivono al di fuori degli USA, a eccezione delle nazioni di lingua inglese, come l’Australia, il Canada, e naturalmente l’Inghilterra. Questa opportunità costituisce per me una magnifica occasione per entrare in contatto con le altre lettrici. In generale, comunico con il mio pubblico via email, ma qualcuno mi scrive anche per lettera, ed è sempre una cosa molto simpatica. Non partecipo a conferenze o a convention sul romance, e limito la mia presenza su internet a visitare di tanto in tanto i siti specializzati che mi interessano. Trovo molto efficace la comunicazione via email, perciò incoraggio le lettrici a farmi domande e a mandarmi i loro commenti utilizzando questo sistema.
2 - When did you decide to become a romance writer, and why romance of all genres? Was this choice determined by your own reading tastes, or other? Did anybody -- in your family or friends -- play an important role in your career’s choice?
I decided to try my hand at writing a romance after reading several of them. This was in the early days of publishing what we all now think of as the romance genre. Why romance? Well, I thought I could. I thought the stories were entertaining and interesting. I’ve always been a fan of fairy tales – Cinderella and Sleeping Beauty being 2 favorites – and the romance genre seemed to me to be grown up fairy tales. What was not to like? My mother was probably the most influential person in terms of encouraging me. She bought me a typewriter (remember those?) for the sole purpose of encouraging me to write that book I’d been talking about from the time I was 10. She was thinking I’d write a children’s book, which was the original plan. She’s still hoping, I think, that I will. I went down my own path, though.
2 - Quando hai deciso di diventare una scrittrice di romance, e perché tra tutti i generi di narrativa hai scelto proprio il romance? È stata una scelta determinata dai tuoi gusti di lettrice oppure da altri fattori? C’è stato qualcuno della tua famiglia, oppure tra i tuoi amici, che ha giocato un ruolo importante nella scelta della tua carriera?
Ho deciso di provare a scrivere un romance dopo averne letti parecchi. Questo successe quando le pubblicazioni del genere a cui noi oggi pensiamo come romance erano appena agli inizi. Perché proprio il romance? Be’, perché pensavo di esserne capace. Le storie, secondo me, erano avvincenti e interessanti. Ho sempre avuto una passione per le fiabe – le mie due preferite sono Cenerentola e La Bella Addormentata nel bosco – e i romance mi davano l’impressione di essere favole per adulti. Come avrebbero potuto non piacermi? Mia madre è stata probabilmente la persona che ha avuto più influenza su di me, nel senso che mi ha incoraggiata. Mi comprò una macchina per scrivere (ve le ricordate?) con l’unico scopo di incoraggiarmi a metter giù quel libro di cui continuavo a parlare fin da quando avevo dieci anni. Lei pensava che avrei scritto un libro per bambini, e questo era l’obiettivo originario, e ancora spera, credo, che un giorno o l’altro lo farò. Ma io ho seguito la mia strada.
3 - Which readings have been more important for you, in developing your own literary taste ? Have you had any model, especially at the beginning of your career? And about today, which are your favourite writers and books ( romance and not )?
I am a fan of Ayn Rand, the author of The Fountainhead and Atlas Shrugged – her best-known works. I return to her work for the ideas in them. They continue to intrigue me. She was an important writer to me, but I was more intimidated by the breadth of her ideas and writing style, so it wasn’t a model as much as it was an underlying motivation. Other writers that take my breath away are Herman Melville (although I’ve never read Moby Dick), Charles Frazier (for Cold Mountain), and Mark Twain (for Tom Sawyer and Huck Finn). I read a lot of thrillers. I enjoy Harlan Coben, Robert Crais, Brian Haig, Stephen Cannell, Lisa Gardner, and Nelson DeMille. In the romance genre, I read Susan Elizabeth Philips, Nora Roberts (also JD Robb), Liz Carlyle, and Joanna Bourne. That’s just a slice. I tend to read contemporaries, not historicals, because I find reading in the genre that I write inhibits more than helps.
3 - Quali sono state le letture più importanti per te, per sviluppare i tuoi gusti letterari? Hai avuto dei modelli, in particolare all’inizio della tua carriera? E oggi, quali sono i tuoi autori e i tuoi libri preferiti (anche fuori dal romance)?
Sono una fan di Ayn Rand, l’autrice di The Fountainhead (tradotto in italiano come La fonte meravigliosa) e Atlas Shrugged (tradotto in tre volumi: Il tema, L’uomo che apparteneva alla Terra e L’Atlantide), le sue opere più note. Le rileggo di tanto in tanto, per gli spunti che offrono. Continuano a intrigarmi. È stata una scrittrice importante per me, ma ero in qualche modo intimidita dall’ampio respiro delle sue idee e dal suo stile letterario, quindi non è stato un mio modello quanto piuttosto una fonte interiore di ispirazione. Altri scrittori che mi fanno restare senza fiato sono Herman Melville (benché non abbia mai letto Moby Dick), Charles Frazier (in Cold Mountain) e Mark Twain (in Tom Sawyer e Huck Finn). Leggo poi parecchi thriller. Mi piacciono Harlan Coben, Robert Crais, Brian Haig, Stephen Cannell, Lisa Gardner e Nelson DeMille. Per quanto riguarda il genere romance, leggo Susan Elizabeth Philips, Nora Roberts (anche come JD Robb), Liz Carlyle e Joanna Bourne. Questo è solo per darvi un’idea. Tendo a leggere contemporanei, non storici, perché trovo che leggere libri dello stesso genere di quelli che io stessa scrivo mi blocchi più di quanto mi aiuti.
4 - You started to write historical romances in 1984 and today, after twenty-five years of career, you are still writing in this genre. What does it offer to you in order to keep well alive your interest as an author?
I’ve always loved history. There’s a lot of time to cover with stories. I tend to limit myself to the 1700s and the 1800s, mostly because indoor plumbing is important to me (or at least the main characters have servants that have to deal with the chamber pots). I also like the time travel aspect that goes on in my head as I’m writing. It’s fun to imagine situations that would arise in different eras.
4 - Hai iniziato a scrivere romanzi storici nel 1984 e oggi, dopo venticinque anni di carriera, stai ancora scrivendo libri che appartengono a questo genere letterario. Quali risorse vi trovi, per riuscire a tenere vivo il tuo interesse in quanto scrittrice?
Ho sempre amato la storia, e c’è una grande quantità di epoche storiche in cui è possibile ambientare romanzi. Io preferisco limitarmi al 1700 e al 1800, soprattutto perché tengo molto al fatto che ci siano impianti idraulici all’interno delle case (o, perlomeno, che i personaggi principali abbiano dei servitori che si devono occupare dei vasi da notte). Mi piace anche l’aspetto time-travel che mi frulla in testa mentre sto scrivendo. È divertente immaginare le situazioni che si potrebbero presentare in ere differenti dalla nostra.
5 - How do you live and "feel" your work as a romance writer? What would you reply to those people who criticize romance as a literary sub-genre?
Writing romances is just one aspect of what I do. I want to create a solid story, put it together as well as I can, and make the relationships come to life. I still write for myself and hope that readers will enjoy the story as much as I do. As for people who criticize romance, however they want to criticize it, they can have their opinion. I do wonder, though, what they’ve read in the genre.
5 - Come vivi e come percepisci il tuo lavoro di scrittrice di romance? Cosa risponderesti a quelle persone che criticano il romance dicendo che si tratta di un sottogenere letterario?
Scrivere romance è solo un aspetto di quello che faccio. Voglio creare una storia solida, metterla insieme meglio che posso, e fare in modo che le relazioni che descrivo siano credibili. È per me stessa che scrivo, soprattutto, e spero che alle lettrici la storia piacerà tanto quanto piace a me. Per quanto riguarda le persone che criticano il romance, lo critichino pure, ognuno ha il diritto ad avere la propria opinione. Mi domando, però, che cosa abbiano letto costoro di questo genere.
6 - Many of the plot ingredients used in your novels are the classical ones of historical romances - tutor / ward, marriage of convenience, one-night lover turning soul mate… - but in spite of that you always succeed avoiding to have clichés in your stories, so that they always result fresh and enthralling to readers. What’s your secret?
It’s kind of you to say that I avoid clichés, and certainly I’d like to believe the stories are fresh and enthralling, but I do wonder how well I succeed, especially when I’m finishing up a manuscript and filled with doubt about the story I’ve put together. I don’t think there is a secret, at least not one that I’m aware of. I start the story and the characters more or less help draw it out.
6 - Molti degli ingredienti delle trame usati nei tuoi romanzi sono quelli classici del romance storico – l’amore fra tutore e pupilla, il matrimonio di convenienza, l’avventura di una notte che si trasforma in passione per la vita… – ma a dispetto di ciò, tu riesci sempre a evitare i cliché nelle tue storie, che quindi risultano originali e avvincenti per le lettrici. Qual è il tuo segreto?
Sei gentile a dire che riesco a evitare i cliché, e certamente mi farebbe piacere credere che le mie storie siano sempre originali e avvincenti, ma io continuo a chiedermi fino a che punto ci riesco davvero, specialmente quando sto finendo un manoscritto e sono piena di dubbi sulla storia che ho messo insieme. Non penso che ci sia un segreto, almeno non uno di cui io sia consapevole. Io inizio la storia e i personaggi mi aiutano, chi più chi meno, a tirarla fuori.
7 - Considering that you are a counselor in your everyday life, does writing represent for you a sort of escape from reality? Or is it rather a source of inspiration? If you had to choose between your two careers which one would you keep?
I’ve probably talked about writing as an escape in previous interviews. It’s more correct to say that it’s a respite or a time out. I don’t want to escape the realities of my work because I love what I do. I’m certain that my work inspires me, but not on a conscious level. I think about relationships a great deal, about children and parents, how families work, how couples come together and sometimes part. It couldn’t help but influence me. If I had to choose (and someone would have to be holding a gun to my head), there’s no question that I’d remain a counselor. It’s my professional identity. Writing is not.
7 - Tenendo in considerazione il fatto che nella vita di tutti i giorni ti occupi di counseling, cioè di consulenza psicologica, scrivere rappresenta per te una specie di fuga dalla realtà? O piuttosto, il lavoro che svolgi è per te una fonte di ispirazione? Se tu dovessi scegliere tra le tue due carriere, quale terresti?
Probabilmente in alcune delle mie precedenti interviste ho parlato dello scrivere come di una fuga dalla realtà. È più corretto dire che si tratta di un momento di pausa, di relax. Non voglio sfuggire alla realtà del mio lavoro, perché amo quello che faccio. Di sicuro il mio lavoro mi ispira, ma non a livello conscio. Penso moltissimo alle relazioni, ai bambini e ai genitori, a come funzionano le famiglie, a come le coppie si formano e a come a volte si separano. Il mio lavoro non può fare a meno di influenzarmi. Se io dovessi scegliere (e qualcuno dovrebbe puntarmi una pistola alla tempia per obbligarmi a farlo), non c’è dubbio che rimarrei un consulente psicologico, un counselor. Rappresenta la mia identità professionale. Scrivere, invece, non lo è.
8 - Is there any contact point between your counseling work and your writing? Are your characters, and especially your heroines, who often have a very troubled past or family background, inspired to people and families you’ve really met in your life?
It’s critical that readers understand that no single person I’ve met, either professionally or personally, has ever had their individual story told in one of my books. I’ve had the privilege of listening to the stories of remarkable people from all walks of life. Everyone’s story is unique. Everyone’s story has something in common with someone else’s. Writing romances gives me the opportunity (and the power) to write the ending that I wish for others.
8 - È perciò possibile che alcuni dei tuoi personaggi – specialmente le tue eroine, visto che spesso hanno un passato oppure dei retroscena famigliari molto problematici – siano ispirati a persone e famiglie che hai realmente incontrato nella tua vita?
È cruciale che i lettori capiscano che in nessuno dei miei libri ho mai raccontato le vicende private di persone che ho avuto l’occasione di incontrare, tanto nella mia vita professionale quanto in quella privata. Ho avuto il privilegio di ascoltare le storie di persone notevoli nei più svariati versanti della vita. La storia di ognuno di noi è unica, ma allo stesso tempo ha qualcosa in comune con quella di qualcun altro. Scrivere romanzi mi dà l’opportunità (e il potere) di scrivere per gli altri il finale che io vorrei per loro.
9 - On the other hand, your male characters very often are wonderful, clever and kind-hearted men, always ready to assist heroines in their struggle to overcome their tragedies and fears, and to help their inner healing process ( like Lucas in “More than you wished”). They are not only heroes to die for, they are great human beings which readers admire and fall in love with. Do such treasures of men really exist in everyday life?
Men like that do exist. I know some. I’m kind of thinking that one of them might be President of the United States (no, I don’t know him).
9 - D’altra parte, i tuoi personaggi maschili sono molto spesso magnifici, intelligenti e dal cuore gentile. Sono sempre pronti ad assistere le eroine nella loro lotta per vincere tragedie e paure, e ad aiutare il loro processo di guarigione interiore, come Lucas in More Than You Wished [ Il potere di un sogno, “I Romanzi” n. 563 ]. Non solo sono eroi per cui si può perdere la testa, sono grandi esseri umani, che le lettrici ammirano e di cui si innamorano. Simili tesori di uomini esistono davvero nella vita di tutti i giorni?
Uomini così esistono davvero. Io ne conosco alcuni. Comincio a pensare che uno di loro potrebbe essere il Presidente degli Stati Uniti (no, lui non lo conosco).
10 - Your books sometimes deal with uneasy and dramatic matters, like children abuse in “The Price of Desire”, post-traumatic shock in “If His Kiss is Wicked”...Is your avoiding light-hearted stories intentional, or does this approach belong to you as a personal trait? Do you think romance novel should be something more that sheer escapism?
The reason I’ve never written that children’s book is that it always got very dark, very fast. I started something when I was 12 and the young girl in it was a runaway. I don’t know why my head gravitates down these alleys, but it does. I don’t suppose I could write a light-hearted story if I tried.
10 - I tuoi libri a volte trattano di argomenti difficili e drammatici, come l’abuso dei bambini in The Price of Desire, lo shock post-traumatico nel presente BACIO PROIBITO... Il fatto che tu eviti storie “leggere” è intenzionale o, piuttosto, questo approccio appartiene a te come persona? Pensi che il romance dovrebbe essere qualcosa di più del puro escapismo?
La ragione per cui non ho mai scritto quel famoso libro per bambini è che quella storia diventava sempre molto dark, e molto in fretta. Ho iniziato a scrivere qualcosa quando avevo dodici anni, e la protagonista era una ragazzina fuggita da casa. Non so perché la mia mente finisce sempre per prendere questa strada, ma è così. Non credo che riuscirei a scrivere una storia leggera nemmeno se ci provassi.
11 - Where do you find inspiration for your books, and what's your approach to a new novel? Are the characters the first to be created, the settings to be chosen, or the plot to be drafted? What has changed along the years in your creative process, in your approach to a story?
I start with naming characters. I always have to begin there. Until I’m fixed on names, nothing else comes. From there I typically think about a time period, and then I do a family diagram. Parents. Siblings. Occupations. Important family events. I think about what motivates family members to act in certain ways. At the same time, I’m thinking about the “what if” question. For instance, in If His Kiss is Wicked, the “what if” question was: What if the heroine goes to a gaming house and discovers she can’t leave again? Then I’m off and running. There’s no outline or plot drafting. I can’t work that rigidly. The one time I made an exception, I had a horrid time with the book. I’ve never used an outline since.
11 - Dove trovi ispirazione per i tuoi libri, e qual è il tuo approccio a un nuovo romanzo? Crei prima i personaggi o scegli prima l’ambientazione, oppure abbozzi la trama? Cos’è cambiato nel corso degli anni nel tuo processo creativo?
Inizio con il dare il nome ai personaggi. Devo sempre cominciare da lì. Finché sono bloccata sui nomi, non mi viene in mente nient’altro. Dopo, solitamente penso a un periodo storico, quindi faccio un diagramma famigliare: genitori, fratelli, occupazioni, eventi importanti. Penso a quello che spinge i membri di una famiglia a fare certe cose. Allo stesso tempo inizio a pensare alla domanda “cosa succederebbe se…”. Per esempio, in BACIO PROIBITO la domanda “cosa succederebbe se…” era: “Cosa succederebbe se l’eroina andasse in una bisca e scoprisse che non può più andarsene?”. A quel punto parto, e inizio a correre. Non c’è una traccia o un abbozzo della trama. Non riesco a lavorare in modo così rigido. Ho fatto un’eccezione un’unica volta, e scrivere quel libro è stato un’esperienza orribile. Da allora non ho più usato una traccia.
12 - What’s your opinion today of your earlier works, from a general standpoint? Have you ever been thinking of re-writing any of them, and if yes why?
I’m sure my earlier works could stand revising and reworking, but I’m not interested in doing that. They are what they are: the best I could do at the time.
12 - Qual è oggi la tua opinione sui tuoi primi lavori, da un punto di vista generale? Hai mai pensato di riscriverne qualcuno, e se sì, perché?
Sono sicura che ai miei primi lavori una revisione potrebbe essere utile, ma non sono interessata a farlo. Quei romanzi sono quello che sono: il meglio che sono riuscita a fare all’epoca.
13 - You have explored many different historical settings in your stories, from Regency England to American frontier and civil war. To what extent does the setting influence your plots?
The setting influences the plot in terms of the occupations, the relative freedom the heroine has to take charge of her life, and the relationship conflicts that might arise from a war time setting.
13 - Nelle tue storie hai esplorato molte ambientazioni storiche differenti, dall’Inghilterra regency fino alla frontiera e alle Guerra Civile americane. Fino a che punto l’ambientazione influenza le tue trame?
L’ambientazione influenza la trama in termini dell’occupazione dei personaggi, dei gradi di libertà che l’eroina ha nel farsi carico della propria vita, e dei conflitti di relazione che potrebbero nascere in tempi di guerra.
14 - Most historical romances today come out in series, and one-offs are more and more scarce. Why this popularity, in your opinion? Are series and sagas really something a romance writer cannot do without, or is it more a market requirement?
I don’t generally care for series that follow the same characters. The two exceptions that come immediately to mind are Diana Gabaldon’s Outlander books and JD Robb’s In Death series. As a reader and a writer, however, I enjoy revisiting characters in supporting roles in other books. Readers seem to like it as well. Also, speaking just as a writer, it’s easier to do several books in a similar time and location from a research perspective. With the exception of my Compass Club books, I never have set out to write a series. Because of my lack of planning, I don’t know that there’s another story waiting to get out until I’m well into writing the book. That’s certainly true of If His Kiss is Wicked. I didn’t know Restell Gardner would require his own book until I made his acquaintance in One Forbidden Evening.
14 - Per la maggior parte, i romanzi storici oggigiorno escono in serie, e i titoli singoli sono sempre più rari. Perché questa popolarità delle serie, a tuo avviso? Le serie e le saghe sono davvero qualcosa di cui una scrittrice di romance non può fare a meno, o si tratta piuttosto di una richiesta del mercato?
In generale non amo molto le serie che hanno per protagonisti sempre gli stessi personaggi. Le due eccezioni che mi vengono immediatamente in mente sono i libri della serie Outlander di Diana Gabaldon e quelli della serie In Death di JD Robb. Come lettrice e come scrittrice, tuttavia, mi diverto a rivisitare personaggi che in altri libri hanno avuto ruoli di supporto. Anche alle lettrici la cosa sembra piacere. Inoltre, parlando solo come scrittrice, dal punto di vista della ricerca storica è più semplice usare epoche e luoghi simili per un gruppo di libri. Con l’eccezione della mia serie Compass Club [ “Il club della Rosa dei Venti” ] non ho mai deciso di scrivere una serie per partito preso. A causa della mia mancanza di pianificazione, finché non sono arrivata a buon punto nella scrittura del libro non so mai se subito dopo c’è un’altra storia che mi aspetta al varco. Questo è sicuramente vero nel caso di BACIO PROIBITO Non sapevo che Restell Gardner avrebbe voluto un libro tutto per sé finché non ho fatto la sua conoscenza in One Forbidden Evening [ La maschera dei sensi, “I Romanzi Passione” n.7 ].
15 - Your stories sometimes contain few suspense and mystery elements. Is there any specific reason you’re specially fond of this narrative approach? What’s the added value it can bring to a romance novel, in your opinion?
The story has to be more than boy meets girl. The suspense or mystery is a way of creating tension and challenging the characters to work together. For me, romance is a much broader genre that must include adventure.
15 - A volte le tue storie contengono alcuni elementi suspense e mystery. C’è una specifica ragione per cui ti piace particolarmente quest’approccio narrativo? Secondo te, qual è il valore aggiunto che può portare a un romance?
La storia dev’essere qualcosa di più del semplice “lui incontra lei”. Suspense e mistero rappresentano un modo per creare tensione e sfidare i personaggi a cooperare. Per me, il romance è un genere molto più ampio, che deve includere l’avventura.
16 - Are you working to any new novel, right now? Can you tell us something about your upcoming projects? As for the genres, are you going to stick on “classical” historical romances, or will you explore other kinds of fiction as well? Some time ago you mentioned you had been working at a contemporary novel…
I’m returning to the American West. In September 2009, Never Love a Lawman will be released in English. I just finished the manuscript that connects to it – still untitled. It won’t be available until 2010. It takes place in the same town as the first one. (Once again, I had no idea that was going to happen until I created the town and it became interesting to me.) As for the contemporary, I wrote it in 2001. It’s practically a historical now. It’s at my publisher’s, waiting for my editor to work on it. I’m in no particular hurry. Now it needs even more work to make it current again. I suppose that’s another reason I like historicals.
16 - Stai lavorando a un romanzo nuovo in questo momento? Ci puoi dire qualcosa sui tuoi prossimi progetti? E per quanto riguarda i generi, resterai sul romanzo storico “classico” oppure esplorerai altri generi di narrativa? Un po’ di tempo fa hai accennato al fatto che stavi lavorando a un contemporaneo…
Ho intenzione di tornare al Far West. A settembre 2009 verrà pubblicato Never Love a Lawman, e ho appena completato un nuovo romanzo a cui è collegato, ma che ancora non ha titolo. Si svolge nella stessa città del primo (di nuovo non avevo idea di come sarebbero andate le cose finché non ho creato la città, e allora il mio interesse è decollato) e non uscirà fino al 2010. Circa il romanzo contemporaneo, l’ho scritto nel 2001. Ormai è di fatto diventato storico. È parcheggiato alla mia casa editrice, in attesa che il mio editor lo prenda in mano. Non ho una fretta particolare di vederlo pubblicato, però bisognerà lavorarci ancora più sopra per renderlo di nuovo attuale. Suppongo che questa sia un’altra ragione per cui mi piacciono gli storici.
17 - Anything else you would like to share with your Italian readers?
I can’t think of anything that you haven’t asked. I hope Italian readers find that romance is truly the universal language no matter what its language of origin might be. Ciao.
17 - C’è qualcos’altro che ti piacerebbe condividere con le tue lettrici italiane?
Mi sembra di aver detto tutto. Spero che anche le lettrici italiane ritengano che l’amore è davvero il linguaggio universale, indipendentemente dalla lingua d’origine. Ciao.
EXCERPT / ESTRATTO
da: "BACIO PROIBITO"
Prologo
Londra
Giugno 1822
— Vorresti essere così gentile da prendere il mio cappello? — Marisol guardò verso il letto dove si trovava la cugina. — Hai un aspetto davvero trascurato, Emmalyn. Non va per niente bene. L’agitazione non porta mai nulla di buono. Potresti almeno cercare di tenerti occupata.
Emma sapeva di non essere mai stata agitata in vita sua, ma non replicò all’osservazione di Marisol. Sarebbe stato inutile negare.
Guardò fuori della finestra. Le tende di damasco aperte incorniciavano il cielo che ingrigiva sempre di più sulle cime dei tetti. — Ti rendi conto che tra poco pioverà, vero?
— Cosa vuoi che mi importi? — Marisol avvicinò la poltroncina alla toletta e studiò gli orecchini di perle che aveva scelto. — Che dici, vanno bene? Non riesco a decidere tra quelli a lobo o i pendenti.
Emma non disse nulla. La cugina in realtà stava parlando da sola. — Prendo il cappellino nero?
— Cosa? — Distratta dal suo dilemma, Marisol corrugò la fronte. — Quello nuovo? Direi di no. Le guarnizioni in raso si rovinerebbero. Hai detto tu stessa che sta per piovere. E le piume? Si affloscerebbero rendendomi ridicola. Non va bene, Emmalyn. Neppure tu lo faresti.
— Quello di satin, allora.
— Sì. — Il volto di Marisol si distese. — Confesso di avere pensato a qualcosa di diverso, ma in effetti quello di satin è la scelta migliore. Davvero un ottimo suggerimento. — Si distolse dallo specchio e guardò Emma. — Sei sempre troppo buona con me, Emmalyn. Non te lo dico abbastanza spesso. Ma d’ora in poi lo farò almeno una volta al giorno. Me lo rammenterai, vero?
— Se proprio ci tieni — replicò l’altra, impassibile. Poi, prima di cedere a un violento attacco di risa, si precipitò nel guardaroba di Marisol.
Il cappellino di satin era passato di moda da parecchi anni, anche se ad accorgersene sarebbe stata solo la più fedele seguace dello stile parigino. Emma, da parte sua, non era il tipo che amava attirare né attenzioni né commenti.
Marisol, nel frattempo, aveva scelto un delicato paio di orecchini pendenti, di perle, e stava ammirando il loro effetto quando la cugina tornò con il cappellino. Le perle sfiorarono leggermente il suo collo sottile, mentre lei girava la testa prima da un lato e poi dall’altro. — È una sensazione deliziosa sentirli sulla pelle. — Rabbrividì. Poi lanciò a Emma un’occhiata per vedere la sua reazione. Quando questa la fissò compassata, Marisol aggiunse: — Mi ricorda un bacio, proprio sul collo. Conosci questa sensazione?
— Oserei dire di sì. — Emma le porse il copricapo, ma lo riprese quando Marisol si girò sulla poltroncina e puntò su di lei i vivaci occhi azzurri. Sentendo su di sé quello sguardo furbo e curioso, la giovane si mise in guardia.
— Sei dunque stata baciata? — chiese Marisol, atteggiando il labbro inferiore a un broncio. — Perché non me l’hai mai raccontato? Dimmi il suo nome. Lo pretendo. Avevamo deciso che non ci sarebbero stati segreti tra noi.
Emma non rammentava di avere concluso un simile accordo con la cugina. Sarebbe stato un errore madornale da parte sua e avrebbe solo potuto significare che aveva preso una botta in testa. — Si chiamava Fitzroy. Contenta, adesso?
— Fitzroy? Che razza di nome è?
— Uno come un altro, credo. Lui non aveva problemi a portarlo. — Emma le porse di nuovo il cappellino mentre Marisol iniziava a succhiarsi il labbro inferiore. — Vuoi che ti aiuti a sistemarlo?
La cugina prese il copricapo e se lo appoggiò in grembo. — Fitzroy. Era il nome o il cognome?
Emma finse indifferenza. — Non credo di averglielo mai chiesto — rispose, infine.
— Però gli hai permesso di baciarti!
— Sì. Certo. Era amabile e mi piaceva molto. — Emma notò un velo di confusione increspare i tratti perfetti della cugina. — Stai pensando male di me? Mi pare che tu la stia prendendo troppo sul serio.
— Non potrei mai pensare male di te, Emma. Tuttavia, è piuttosto insolito sentirti parlare con tanta tranquillità di un bacio. Sai bene che è pericoloso amoreggiare con un uomo al quale non sei stata adeguatamente presentata.
Emma osservò la cugina fare una pausa, battere con lentezza le palpebre e spalancarle. Poi vide le sue labbra formare una O perfetta. — Dunque, mia cara — le disse in tono gentile, adesso che cosa farai?
— Io stavo parlando di te — protestò Marisol. — Per me è diverso.
— Che assurdità. Perché?
— Semplice. Perché tu hai quattro anni in più di me. Certo, ventidue anni non è una grande età, e a diciotto non si è più bambini. La verità è che tu sei una persona infinitamente migliore di me.
Fu Emma questa volta a spalancare gli occhi. Le sue iridi, verdi con qualche pennellata di azzurro, furono ombreggiate per un istante dalle lunghe ciglia scure. Quando un delicato ricciolo scuro le cadde poco elegantemente su una tempia, la giovane soffiò verso l’alto, facendolo oscillare senza però spostarlo. Fu dunque con un gesto impaziente della mano che lo spinse via.
— Una persona migliore? Non starai parlando sul serio, vero? Siamo diverse, questo sì. Ma quello che hai detto non ha senso! Non devi confondere le cose.
— Sono stupida e vanesia — replicò Marisol con franchezza. — Papà lo dice sempre. E chi meglio di lui può affermarlo, considerato che sono proprio come la mamma? No, Emmalyn. Non sforzarti di indorare la pillola. Papà adorava la mamma e l’ama ancora. Venera anche me, ma proprio per come sono fatta.
— Non mi pare che questa sia l’osservazione di una ragazza sciocca.
— Sì, be’, si tratta di un attimo di lucidità.
Marisol guardò di sfuggita il proprio riflesso, poi catturò lo sguardo di Emma nello specchio. — Sai che sono una persona vacua. Come potrei non esserlo, considerato che l’unica qualità in mio possesso è la bellezza? Sei tu quella intelligente, Emmalyn. Papà dice che saresti potuta nascere uomo, per quanto lo sei.
— Sono certa che lo intendesse come un complimento — fece Emma, brusca.
— Oh, sicuro! Sei come un figlio maschio per lui; me l’ha detto personalmente. Credo che un figlio sia meglio di una figlia, perché le aspettative nei suoi confronti sono innumerevoli. Tu incarni il maschio.
— Non è così, Marisol. I sentimenti dello zio nei miei confronti non sono gli stessi che nutre per te.
— Certo. Io però non sto parlando di sentimenti; dico solo che lui ti vede come un figlio maschio. Ciò non sminuisce il suo amore per me, ma aumenta la sua dipendenza verso di te. È così da quando sei venuta a stare con noi. Quanto tempo è passato? Due anni?
— Quasi tre — replicò Emma, pacata.
Marisol si voltò di scatto. — Una fanciulla meno stupida avrebbe ricordato che il mese prossimo è l’anniversario della morte dei tuoi adorati genitori. Perdonami, Emmalyn. Ho parlato senza pensare.
— Non v’è nulla da perdonare.
— Sei davvero la persona migliore. — La cugina le strinse la mano con leggerezza. — Certamente la più generosa.
Emma attese fino a quando Marisol non le liberò le dita, poi le porse il cappellino. Vedendo che l’altra non lo prendeva, sospirò accettando l’inevitabile. — Si tratta dunque del signor Kincaid? Hai un messaggio per lui.
— Non ti ho appena detto che sei molto intelligente? Mi hai letto nel pensiero.
— Ne dubito. Non so né dove né quando, e certamente neppure cosa.
— Dovrai andare da madame Chabrier.
— La merciaia?
— Esatto. Lì incontrerai il signor Kincaid. — Marisol gettò un’occhiata all’orologio sulla mensola del camino. — Ci siamo accordati per l’una.
— Tra poco, allora.
— Sì, però tanto per cambiare io sono in ritardo. Ho già spiegato al signor Kincaid la differenza tra l’essere in ritardo per vizio e per convenienza; gli ho inoltre detto che propendo per la seconda opzione. Aspetterà.
— E se non lo facesse?
— Mi sentirò devastata.
— Ma perché? Non vuoi neppure andare di persona all’appuntamento!
— Questo però lui non lo sa. Davvero non comprendi, Emma cara? Mi sta aspettando. Conto su di te per giudicare la sua espressione quando ti vedrà arrivare al mio posto.
— Molto bene. E quando le sue impeccabili maniere avranno mascherato le speranze infrante, che cosa faccio?
— Gli darai questa. — Marisol infilò con delicatezza le dita nello scollo smerlato dell’abito da passeggio per trarne un foglio piegato e vagamente profumato. — C’è scritto perché non ci possiamo più vedere.
— Capisco. — Emma prese il biglietto con la sinistra e lo strinse tra le dita. — E se invece dovesse essere contento che al tuo posto ci sia io?
— Gli darai questo. — Marisol si alzò e, con delicatezza, poggiò il palmo della mano aperta contro la guancia di Emma. — Naturalmente lo farai con molto più sentimento. Rammenta che gli stai recapitando un insulto da parte mia e che dovrai comportarti di conseguenza.
— Non credo di riuscire a schiaffeggiare il signor Kincaid, per nessuna ragione, sentimento o meno. Forse sarà sufficiente riferirgli che non lo vuoi più vedere — replicò Emma, senza mostrare la propria esasperazione. — Immagino che, in tal caso, non meriti di ricevere il biglietto profumato vergato di tuo pugno. Non ne avrebbe la cura necessaria.
Marisol sollevò il capo e guardò la cugina con un’espressione di apprezzamento tutta nuova. — Proprio quello che pensavo. Non merita alcun ricordo della nostra fugace relazione se si dimostrerà indifferente alla mia assenza. Uno schiaffo sarà più che adeguato. Dopo tutto, si è preso gioco di me.
Vi era una strana logica nel ragionamento di Marisol. Emma, con sommo terrore, stava iniziando a comprenderla. — Sono sicura che sarò piena di “sentimento”, quando gli riferirò che non intendi più vederlo. — Si astenne dal dire che si sarebbe trattato di sollievo. Gli appuntamenti della cugina con Jonathan Kincaid non erano un segreto per lei. Chissà se lo sarebbero rimasti per il padre e il fidanzato della ragazza. Forse, finalmente, anche Marisol aveva cominciato a porsi la stessa domanda. — Quando avrò finito di parlare con lui, comprenderà che non è un gentiluomo e di non aver, dunque, guadagnato da parte nostra che inimicizia e sdegno. Va bene?
— Benissimo. Userai i toni più taglienti, vero? Inoltre, non credo che sarebbe male se tu lo guardassi così. — Marisol strinse leggermente gli occhi azzurri per dar loro un’espressione gelida.
— Suppongo di poterlo fare.
— Certo che puoi. L’ho imparato da te!
— Oh! — Emma provò un senso di smarrimento. — Non ne avevo idea.
Lo sguardo di Marisol si addolcì quando sorrise, radiosa. — Non passi mai del tempo davanti allo specchio. Quel tipo di espressione ti viene naturale. A me intimorisce, è tipica di te.
“Non tanto” pensò Emma “da evitare di parlare liberamente.” Tutto ciò che le passava per la testa, Marisol lo aveva poi sulla punta della lingua. Emma si astenne dal commentare. — Vado a prendere il mantello — le disse.
— Usa il mio. Il tempo sta per cambiare e ne avrai bisogno. Non mi perdonerei, se ti raffreddassi. Prendi quello verde. È il mio preferito, ma addosso a te sarà ancora più attraente.
— No. Metterò il mio.
Per tutta risposta, Marisol allungò un braccio e lo puntò in direzione del guardaroba. — Lo troverai nell’armadio. Berry lo ha spazzolato oggi.
Emma andò a prenderlo, lo indossò e lo chiuse sotto il seno. Tornata dalla cugina, la trovò presso la toletta. Marisol batté le mani, contenta di quello che era riuscita a ottenere. — Sapevo che ti sarebbe stato d’incanto. Coraggio, voltati e fammi vedere l’effetto completo.
Emma esitò. Poi, non potendo fare diversamente, roteò su se stessa.
— Emmalyn Hathaway, sei davvero deliziosa. Non mi meraviglierei se il signor Kincaid ti scambiasse per me e pensasse che sono andata all’appuntamento, almeno fino a quando non ti avvicinerai abbastanza a lui.
— Fa parte del tuo piano, Marisol? Lo stai incoraggiando a sbagliare identità nella speranza di suscitare in lui una reazione più forte?
— Credi che potrebbe essere così? Confesso di non averci pensato, ma, in effetti, potrebbe avere risvolti positivi. Avrai meno difficoltà a capire cosa pensa.
— Conosco troppo poco il signor Kincaid per riuscire a entrare nella sua testa. Però è una persona molto schietta.
Marisol si mostrò dubbiosa. — Se lo dici tu... In base alla mia esperienza, gli uomini hanno strani meccanismi mentali che mettono in confusione. Hai preso il mio biglietto?
Emma le mostrò di averlo fatto scivolare sotto la cintura. — Non lo perderò.
— Prometti di tornare immediatamente da me, dopo?
— La pioggia mi incoraggerà a farlo. — Si avvicinò alla porta, la aprì e si fermò sulla soglia. Quando guardò indietro, la cugina si stava già spostando in direzione della finestra. — Marisol?
— Sì?
— Non lo farò più. — Emma si voltò, ma non prima di accorgersi che la cugina aveva avuto la delicatezza di arrossire.
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