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7 anni 3 settimane fa
Fanfiction
by Maet
CAPITOLO 1
CAPITOLO 2
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
CAPITOLO 5
CAPITOLO 6
CAPITOLO 7
CAPITOLO 8
CAPITOLO 9
CAPITOLO 10
CAPITOLO 11
Dream heroes
Alcuni eroi da sogno...
@ Susa dunque, anzitutto i
@ Susa
dunque, anzitutto i gusti sono gusti, e se ti piacciono la Wiggs e la Camp hai tutti i diritti di dirlo!
(pensa che a me, tra le altre cose, piacciono molto i regencies tradizionali... cioè quelli che vedi in fondo in fondo, praticamente scomparsi dall'elenco dei generi... e non c'è nemmeno una delle autrici che mi piacciono di più ... sigh )
Secondo me, il punto è un altro. Se guardiamo ques'elenco, non si può non notare che molte scrittrici da noi sono sconosciute e molti generi trascurati.
Questo è il risultato di precise scelte delle case editrici italiane: molti romanzi non vengono pubblicati perchè si pensa che non abbiano mercato, cioè che non ci siano abbastanza lettrici interessate a leggerli (v. il caso dei paranormali e dei time-travel ). Poi, ci sono accordi internazionali tra case editrici e filiali, che limitano le scelte possibili (ad esempio, Harlequin Italia pubblica quasi solo Harlequin US o HQN o Mills&Boon, insomma i libri che le "passa" la casa madre americana o la sua succursale inglese), e questo taglia fuori un'altra bella fetta di libri.
Il risultato è che la scelta di una lettrice italiana di romance è molto, molto limitata, e che peggio ancora non sa nemmeno che si sta perdendo.
Insomma, se comprare un libro romance fosse come comprare una pizza, è come se una lettrice americana avesse a disposizione un menù con 55 gusti di pizza disponibili, e una lettrice italiana trovasse sul suo menù al massimo la margherita e la marinara. Le possiamo spiegare finchè si vuole quant'è buona la 4 stagioni: ma lei non la conosce, non l'ha mai provata, e non sa nemmeno immaginare se le piacerà. Per cui, se un giorno andasse alla pizzeria americana, per paura, per abitudine e per non rischiare magari prenderebbe ancora la margherita.
Quel che voglio dire con questa metafora è che il fatto di limitare le traduzioni a certe gamme ben precise di libri (v. i titoli "tiepidini" della collana GRS) alla lunga crea un'abitudine nelle lettrici, una fidelizzazione a certi generi - che tra l'altro negli altri paesi sono ormai abbastanza fuori moda, bisogna ammetterlo - e a sua volta la continuità della risposta dei lettori rafforza la convinzione degli editori a non cambiare lo status quo. Insomma è un serpente che si morde la coda.
Che possiamo fare per cambiare le cose? difficile a dirsi... gli interessi in gioco son elevati, i rischi economici ancora di più, e tutto per un mercato che è anche piuttosto piccolo ( gli italiani non leggono, non c'è niente da fare! ). Un po' per volta si può sperare di migliorare un pochino le cose, perfezionare la scelta delle autrici, ma sperare in grosse rivoluzioni a mio avviso sarebbe davvero sognare ad occhi aperti.