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FILM TRATTI DAI ROMANZI

GIOVANNA LA PAZZA titolo originale JUANA LA LOCA anno 2001
       
Regia: Vicente Aranda
Genere: drammatico
cast: Pilar Lopez De Ayala (Giovanna) Daniele Liotti (Filippo) Giuliano Gemma (De Vere) Manuela Arcuri (Aixa) Héctor Colomé (Re Ferdinando)

Il 22 agosto del 1496 parte da Laredo una flotta diretta verso le Fiandre: l'infanta Giovanna,  figlia di Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona, deve incontrare il suo promesso sposo Filippo, figlio dell'Imperatore Massimiliano. L'incontro è folgorante, è attrazione fatale e i due dimenticano i loro obblighi politici, abbandonandosi ai loro sentimenti. Ma la morte dei fratelli prima e della madre poi, fanno di Giovanna l'unica erede al trono e tali avvenimenti scateneranno una battaglia politica fra nobiltà castigliana e fiamminga, e una battaglia fra Giovanna e Filippo.

Giovanna la pazza non è  solo tratto da un libro, ma è una figura storica realmente esistita. Era la figlia di Isabella di Spagna regina di Castiglia e di Aragona (la regina  che diede le caravelle a Colombo), e  fu data in sposa all’arciduca d’Austria Filippo, detto il bello per la sua avvenenza.
Giovanna è una giovane ragazza che per questioni politiche e alleanze attraversa il mare per andare in sposa a un perfetto sconosciuto.
L’attrazione immediata tra i due giovani, rende all’inizio  l’unione solida e soddisfacente da entrambi i lati, un successo diplomatico, ma  le infedeltà di Filippo verso Giovanna,  scatenerà  i successivi  eventi.Giovanna innamorata di Filippo, si da totalmente a lui con un trasporto che probabilmente per quei tempi poteva sembrare blasfemo; non ha mai negato l’attrazione morbosa verso di lui, manifestando questo sentimento anche davanti alla corte, un amore  ossessivo, paranoico e incoerente, un sentimento tale da sfiorare la pazzia. Le sue sfuriate e le sue scenate di gelosia influenzeranno  la corte che la giudicherà una pazza, e  alla fine   verrà rinchiusa, con la complicità di Filippo in un castello dove rimarrà sino alla  morte
Il film ha poco del contesto storico, ruota più che altro sull’amore di Giovanna verso il marito, un’amore che la porterà  a trascurare i suoi doveri principali, che sono quelli di regnare anche sulla Spagna di cui diviene  regina alla morte della madre, la regina Isabella.
Devo essere sincera, il film è molto bello, ottime scenografie, splendidi costumi, luoghi incantevoli, purtroppo però tutto ciò in parte viene offuscato da alcune  stonature. Queste in parte da attribuire alla scelta degli attori. Piatto e di insignificante spessore è la recitazione di Daniele Liotti e neanche la sua bellezza avvolta nei bellissimi costumi di scena rende un po’ di giustizia alla sua recitazione. Altrettanto devo dire per Giuliano Gemma nella parte del  consigliere di Filippo, per carità l’ho sempre considerato un bravo attore, ma in questo film mi è sembrato fuori luogo, spaesato, come se faticasse a trovare le battute!!! E dulcis in fundo…orrore degli orrori!!!
Ma come è possibile mettermi in un film intenso come questo, una che recita da cani come Manuela Arcuri Santo cielo!!!
Niente contro di lei, anzi la trovo simpatica e spiritosa oltre che bella, ma in questo film è un orrore e neppure  la sua bellezza, basta a farmi apprezzare la sua orrenda recitazione!!! Le sue espressioni, anzi la sua inespressività sono da mal di stomaco.
Tutto si salva, per le meravigliose scenografie del film,  i superbi costumi, splendidi broccati e sete di ogni colore possibile, una delizia per chi ama questo genere di cose e poi…..come  si fa a non piacere un film dove la maggior parte della  storia si svolge in un castello ??? no, non è possibile infatti!!!
La mia ammirazione va incondizionatamente alla bravura dell’attrice spagnola  Pilar Lopez De Ayala, che interpreta una  superba Giovanna. La sua recitazione  salva tutto il film,  sul suo viso passano le più svariate espressioni, amore, dolore, ossessione, gelosia, follia, isteria e credetemi, è molto brava! Giovanna la pazza,  molto probabilmente pazza non lo era, ma il suo folle amore ossessivo per Filippo  e le sue scenate di gelosia in  un epoca storica come il 1500,  non si adattavano a colei nata per essere regina .Giovanna  antepose il suo amore ossessivo verso il marito prima dei suoi doveri di stato, permettendo alle ambizioni altrui di dichiararla  pazza e di essere rinchiusa fino alla sua morte nel Castello di Tordesillas. La morte del suo amato Filippo,   avvenuta alla sola età di 28 anni per cause ancora sconosciute, la lascia annichilita dal dolore e il suo amore eterno l’accompagnerà nella sua prigionia sino alla morte avvenuta all’età di 76 anni.

 

 

 
POMODORI VERDI FRITTI  titolo originale FRIED GREEN TOMATOES  anno 1991

Regia: Jon Avnet
Renere: drammatico
Cast: Mary Stuart Masterson (Idgie Threadgoode)  Mary-Louise Parker  (Ruth Jameson) Jessica Tandy (Ninny) Kathy Bates (Evelyn)

In un ospizio l'anziana signora Ninny riaccende la voglia di vivere di Evelyn, una casalinga sovrappeso e frustrata dall'indifferenza del marito, raccontandole, a puntate, una storia di molti anni prima.
La storia di amicizia di due giovani donne anticonformiste, Idgie e Ruth, che nel cuore del sud degli Stati Uniti degli anni Trenta, ebbero il coraggio di ribellarsi alla prepotenza maschile e al razzismo dilagante. Ninny racconta a Evelyn del Whistle Stop Cafè, gestito dalle due donne, amiche ma  con caratteri profondamente diversi ma accomunate dagli stessi valori e, soprattutto, dallo stesso dolore iniziale: la morte di Buddy, fratello maggiore di Idgie e fidanzato di Ruth,  e del forte legame che  legherà  Idgie e Ruth fino alla fine.

Ero un po’ indecisa prima di recensire questo film, perché anche se è un film pieno di sentimento, tratta un altro tipo di amore,  amore  inteso come amicizia vera leale e pura.
Ma pomodori verdi fritti tratto dall'omonimo bestseller di Fannie Flagg,  è veramente un film che tutti dovremo vedere almeno una volta.
Ci sono alcune problematiche che completano la storia, a cominciare dalla trascurata e  frustrata casalinga Evelyn,  che si trascina in un matrimonio basato sull’indifferenza del che  marito, che torna a casa  dal lavoro e altro non fa che abbuffarsi  davanti alla tv  per vedere l’ennesima partita di turno,  nonostante lei faccia di tutto per destare il suo l’interesse.
La sua vita diventa più interessante quando un giorno conosce una vecchietta dell’ospizio, Ninny interpretata  dalla bravissima  e compianta Jessica Tandy, veramente un’attrice coi fiocchi!!!


Ninny comincia a raccontare a Evelyn la storia di due donne  talmente amiche che niente e nessuno ha mai potuto scalfire questa amicizia. Entrambe vivono dolori, gioie, patimenti in quell’Alabama fatta di razzismo,  pregiudizi  e maschilismo, e quando una delle due ha bisogno dell’altra, per un problema grave  l’amica non esiterà a fare tutto e di più,  rischiando persino il carcere.  La totalità di questo sentimento  non è da fraintendere, in quanto si tratta si di amore, ma un amore fraterno, talmente grande  che cesserà solo alla morte di una delle due
Mentre Ninny racconta a Evelyn la storia delle due donne, quest’ ultima  aspetta con impazienza la prossima visita che farà alla vecchietta per poter ancora conversare e ascoltare il seguito della storia, e durante i racconti  sente riaffiorare la speranza che alla fin fine nulla è perduto, e che ci sono sempre altre occasioni che la vita ti offre,  ma per  cominciare bisogna voler bene se stessi. Non si finisce mai di imparare e Ninny diventa fonte di saggezza per Evelyn,  un’amica insostituibile tanto che quando Ninny lasciato l’ospizio si trova senza casa, sarà Evelyn a tenerla con se!
Vedere due attrici come la Tandy e la Bates  recitare insieme è fantastico! La Tandy è bravissima ,ho adorato le sue buffe espressioni !  E la Bates? Fantastica!!! C’è una scena esilarante del film dove Evelyn si scatena per un parcheggio usurpato…. e uno spasso  !!!!
Le considero due attrici come non poche , Jessica Tandy la ricordiamo con piacere nel film del 1989 A spasso con Daisy dove compare tra i protagonisti accanto a Morgan Freeman e Dan Aykroyd e nel film del  1988 Cocon–Il Ritorno, Il suo ultimo film, uscito nel 1994, l'anno della sua morte, è La vita a modo mio, recitato al fianco di Paul Newman.
Kate  Bates la ricordiamo nel kolossal Titanic nel ruolo di Mrs. Margaret Brown, e  nello splendido film del 1995 L'ultima eclissi  nel personaggio di Dolores Claiborne, e che dire della  stupefacente interpretazione nel film  Misery non deve morire nella parte di una fan pazza?
Semplicemente bravissima!  Recita in questo film, anche se in una piccola parte, un giovanissimo Chris O'Donnell (nel ruolo di Buddy Threadgoode fidanzato di Ruth) futuro Robin nella serie su Batman, e bravissimo studente in  Scent of a woman - Profumo di donna  a fianco  Al Pacino.
Nonostante Pomodori verdi fritti secondo me meritasse un Oscar che non ha vinto, ha avuto alcune importanti nomination quali:


Academy Awards  1992
Nomination Miglior sceneggiatura non originale - Carol Sobieski e Fannie Flagg
Nomination Miglior attrice non protagonista - Jessica Tandy
Golden Globe Awards 1992
Nomination Miglior film
Nomination Miglior attrice - Kathy Bates
Nomination Miglior attrice non protagonista - Jessica Tandy

 


 

L’ETà DELL’INNOCENZA titolo originale THE AGE OF INNOCENCE anno 1993

Regia: Martin Scorsese
Genere: Drammatico, Romantico
Cast:  Daniel Day-Lewis (Newland Archer) Michelle Pfeiffer (Ellen Olenska)  Winona Ryder (May Welland)  Alexis Smith (Louisa van der Luyden)  Geraldine Chaplin (Signora Welland)

Newland Archer è un giovane legale che non ha mai messo in discussione né il mondo in cui vive, né la donna a cui è legato, fino al momento in cui incontra Ellen Olenska. La contessa Olenska, donna intelligente e colta, che ispira una sensazione di esotismo e allo stesso tempo di spontaneità, è una lontana parente di May Welland, la fidanzata di Archer, cresciuta dalla madre, dalle zie e dalla nonna per divenire la donna ideale secondo la società in cui vive, di cui rappresenta l'assoluta perfezione. Newland dapprima diventa difensore di Ellen, considerata una donna discutibile a causa della separazione dal marito, poi fra i due nasce un forte sentimento. Ma nonostante il forte legame, Ellen rifiuta l'idea di essere la causa della rottura del fidanzamento fra Newland e May, mentre Newland è diviso fra il rompere le rigide regole sociali per seguire le sue passioni e il perdere le sue sicurezze ed il prestigio.

Nonostante l’età dell’innocenza sia uscito nel lontano 1993, ancora non lo avevo visto e in considerazione del fatto che possa risultare a molti alla pari di un classico imperdibile, e che comunque adoro i film in costume, sono riuscita a colmare questa lacuna.
Ho avuto l’occasione di poterlo vedere una domenica pomeriggio.
Non mi ha particolarmente colpito, anche se le ottime interpretazioni, la scenografia, e i costumi sono splendidi.  Non sono molto obbiettiva lo ammetto, perché è un film che ha avuto un discreto successo, personalmente lo considero un film carino senza troppe pretese.
In questo film si è badato bene ai dettagli, alla ricostruzione storica, alle pettinature, ai costumi d’epoca. Gli attori sono tra i più famosi e più bravi e tra loro troviamo la giovane e magrissima   Winona Ryder nella parte di May Welland l’aristocratica  fidanzata del protagonista, l’avvocato  Newland Archer. Mary sembra una ragazza come tante.  Fidanzata  con l’uomo che ama, sa di essere amata, e  a prima vista può sembrare forse ingenua e interessata alla vita di società, ma è anche molto intelligente e quando  capisce  che il suo fidanzato prova per la cugina Ellen un sentimento sofferto, agisce con molto tatto.


D’altra parte il fidanzato  Newland è combattuto dall’affetto che prova per Mary all’amore appassionato per la cugina di quest’ultima, Ellen  giovane donna che sta divorziando  dal marito e per questo bandita dall’alta società, una società ottocentesca  falsa  e ipocrita composta da etichette inutili e schiava dalle convenzioni saciali
In quasi tutto il film il protagonista combatte contro se stesso per decidere se l’onore è più forte della passione, una scelta assai difficile.
Devo confessare che un po’ mi sono annoiata ma, l’Età dell’innocenza  tratto dall'omonimo romanzo di Edith Wharton ha però due punti a suo favore, il primo è il protagonista.
Un bravissimo Daniel Day-Lewis  che però qui non ho apprezzato a dovere l’ho trovato  poco espansivo e poco credibile, ma lui  per me rimane Hawkeye, l’incredibile e bellissimo Mohicano del film L’ultimo dei mohicani che ho recensito un po’ di tempo fa.
Secondo punto perché una delle protagoniste è la brava e bella  Michelle Pfeiffer attrice che apprezzo e che reputo  molto brava nella recitazione. Oltre al fascino,  in questo film interpreta un intensa contessa dibattuta tra l’amore che prova per il fidanzato di sua cugina e  la lealtà verso la stessa . Alla fine prenderà la giusta decisione.
Ricordiamo Michelle Pfeiffer oltre che nel film Le Relazioni Pericolose, Scarface e altri di grande successo,  anche nel bellissimo film medievale  Ladyhawke
Mentre Daniel Day-Lewis oltre al già citato  L’ultimo dei Mohicani lo abbiamo ammirato nei film  La seduzione del male,  Nel nome del padre e nel  Il mio piede sinistro. Winona Ryder attrice dalla vita privata  movimentata per via di alcuni episodi imbarazzanti, la ricordiamo tra gli altri  nel bellissimo  Edward mani di forbice e in Autumn in New York.
L’età dell’innocenza ha vinto oltre all ‘Oscar per i migliori costumi, il Golden Globe a Winona Ryder come migliore attrice non protagonista, il BAFTA a Miriam Margoyles come migliore attrice non protagonista,  il National Board of Review Awards sempre a Winona Ryder  come miglior attrice non protagonista e al  miglior regista,  e il  Nastro d’argento per la miglior scenografia e costumi.





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