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               PIRATESSA E GENTILDONNA: ADDIO A EDITH LAYTON

                                                               

Martedì due giugno qui in Italia si festeggiava la Liberazione, mentre a Long Island, negli Stati Uniti, Edith Layton pagava la sua liberazione da un cancro alle ovaie con la vita. Per cinque anni aveva combattuto in silenzio, continuando a scrivere, a collaborare con altre colleghe ad un famoso blog collettivo le Word Wenches, ad aiutare gli animali, a fare la moglie, la madre e la nonna. Piena di brio, vitalità, spirito e calore, come le sue eroine, così era la Layton. Per uno strano gioco del destino, io stavo leggendo Pirata e gentiluomo proprio martedì sera quando ho appreso la notizia ed il mio primo pensiero è stato che purtroppo non avrei più goduto dei libri di un'autrice di classe, di grande humour e finezza, sfortunatamente non abbastanza conosciuta nel nostro Paese. Ma chi l'ha provata, di certo l'ha apprezzata e chi ancora non l'ha fatto, forse dovrebbe accostarvisi e scoprire una delle migliori scrittrici regency.

Le  famiglia, le amiche e le colleghe tutte la piangono e noi ci uniamo a loro e vorremmo partecipare alla lodevole iniziativa delle Wenches, ovvero lasciare i nostri commenti che poi saranno tutti insieme messi su un cd da dare ai familiari in questa triste occasione. Se vi va quindi, lasciate qui sotto i vostri commenti, noi li tradurremo e li invieremo.

Non vi parlerò della vita di Edith Layton, nè vi enumererò i suoi romanzi, tutto questo potete trovarlo sul suo bel sito, ma vi inviterò a ricordarla nel miglior modo possibile per un'autrice, ovvero attraverso le sue opere. Leggetela e leggendola la consegnerete all'unica immortalità possibile: vivere negli altri attraverso le proprie parole, facendo sognare i cuori e gioire lo spirito.

Ci mancherai Mrs Layton.

www.edithlayton.com

http://wordwenches.typepad.com

Ecco il link ai nostri commenti che ora abbiamo lasciato alle Wenches tradotti:

http://wordwenches.typepad.com/word_wenches/2009/06/sad-news-about-a-great-lady-in-memory-of-edith-layton-felber.html

Il modo migliore per ricordare questa autrice secondo noi è proporvi un brano di uno dei suoi romanzi più famosi e più belli, ovvero "The Cad" (Il Seduttore)
Potete trovare l'estratto originale a questo link :
http://www.edithlayton.com/books/Cad.htm

Traduzione by MarchRose:

Bridget si stava divertendo, finchè notò che l'uomo la stava osservando. O almeno, finchè si rese conto che gli altri avevano visto che lui la stava osservando. Avrebbe potuto ignorarlo; era brava, in questo tipo di cose. Non poteva ignorare loro, però.

Così, si fece forza ed alzò la testa. Si girò in direzione della luce, guardandolo apertamente con tutto l'orgoglio e la dignità che riuscì a trovare dentro di sè. Lui non battè ciglio, a quella vista. Non sembrava nè agitato, nè imbarazzato.

L'uomo non distolse in fretta lo sguardo, anzi,  alzò un sopracciglio. Gli angoli della bocca gli si sollevarono. Inclinò il capo di lato, come se stesse incoccando una freccia in un arco puntato su di lei. E continuò a fissarla. Ecco qualcosa a cui Bridget non era abituata.

Sentì il sangue salirle alle guance, e chinò la testa.

Sapeva che il ballo stava continuando, anche se il suo cuore si era quasi fermato. Le coppie sul pavimento della sala da ballo danzavano sotto un candeliere sfavillante di luci. Dal punto in cui era seduta, nell'ombra ai lati della sala, insieme alle vedove, alle dame di compagnia, e alle ragazze che facevano tappezzeria, le coppie di ballerini davano l'impressione di stare su un palcoscenico. Bridget era abituata a fare parte del pubblico degli spettatori, a stare nel buio - come osava, lui, puntare la propria attenzione su lei sola?

Osava.

"Bridget!" sussurrò zia Harriet in tono tagliente. "Non devi fissare quell'uomo!"

"Non lo sto fissando," disse lei tristemente. "E' lui che mi fissa. Io ho solo ricambiato l'occhiata."

"Davvero?" chiese zia Harriet, ed ogni sua parola grondava vetriolo. "Ma se tu non l'avessi fissato, non te ne saresti resa conto, giusto?"

Bridget curvò le spalle. Non c'era risposta, a quella domanda. Era la pura verità. Certo che l'aveva fissato. Era arrivato nella stanza calda come una fresca brezza notturna. L'aveva notato subito. Così come la maggior parte delle donne presenti.

L'uomo non aveva suscitato un simile subbuglio perchè aveva attraversato la sala a passi lunghi e sciolti, trasudando energia. O perchè il suo capo scuro era più facile da vedere, visto che era più alto della maggior parte dei presenti, o perchè il suo volto era così abbronzato rispetto al pallore tanto di moda tra gli altri gentiluomini. E certamente non perchè era bello. Non lo era. Non con quel naso aquilino, quegli zigomi alti e taglienti, quegli occhi allungati, stretti, divertiti. Non era bello. Soltanto diabolicamente attraente. Bridget si morse il labbro. Era lei, la ragione del suo divertimento, adesso.

Ma l'uomo aveva catturato la sua attenzione, e non la lasciava andare. Lei l'aveva fissato, certo che sì.

L'uomo fece scorrere lo sguardo tutt'attorno la stanza e notò la sua reazione. E ricambiò il suo sguardo. In quel momento lei si era sentita galvanizzata ... finchè non si ricordò chi era lei, dov'era, e cosa aveva catturato l'attenzione dell'uomo. Allora si girò verso i ballerini, continuando ad osservarlo solo con l'angolo dell'occhio.

Bugiarda, pensò, e sospirò. Si era divertita a quel breve, stupido gioco di sguardi con lui. Forse se l'era immaginato, perchè, a causa della penombra in cui era seduta, lui non aveva potuto vederla chiaramente.

"E' Sinclair," sussurrarono le donne intorno a Bridget. Bisbigli eccitati attraversarono il gruppo delle spettatrici.

"Sinclair? Qui? Allora sta cercando moglie!" disse una di loro.

"Sinclair che cerca moglie?" rise un'altra. "Di chi sarà la moglie, stavolta, mi chiedo io?"

"Sciocchezze," disse seccamente un'anziana signora. "Perfino Sinclair sa che non può presentarsi ad un ricevimento come questo con dei propositi da dongiovanni. Ho sentito dire che è alla ricerca di una sposa, ed eccolo qui."

"Davvero?"  sbuffò una signora accanto a Bridget, fissanndolo. "Se è così, perchè sta fissando ...?" Si girò a guardare divertita Bridget e non finì la sua osservazione. Quella frase quasi finì Bridget, però. E fu più che sufficiente per zia Harriet.

"Bridget," disse in tono gelido, "ho visto che tua cugina ha i brividi. L'aria della notte può essere molto infida. Sai quant'è delicata. Valle a prendere lo scialle."

Bridget balzò in piedi.

"Aspetta!" disse zia Harriet. "Non è nello spogliatoio. Ora che mi ricordo, l'ha lasciato nella carrozza. Vai nell'ingresso e di' a uno dei valletti di far chiamare il nostro cocchiere, perchè ce lo porti. Aspetta lì finchè ti porta lo scialle, ti va?"

Zia Harriet era una specialista nelle domande che non richiedevano risposta, pensò Bridget. Ma che risposta poteva mai esserci? Era stata appena condannata ad un esilio politico. Avrebbe aspettato nell'ingresso fino all'ora di andare a casa, perchè entrambe sapevano che la cugina Cecily non aveva affatto portato uno scialle con sè. Perchè avrebbe dovuto? Era metà maggio, la casa era calda, e fuori  faceva quasi altrettanto caldo.

"Sì, zia,"  disse Bridget. Poi, tenendo il capo basso e fissandosi i piedi per non vedere le espressioni delle donne intorno a lei, si fece strada attraverso il cerchio di sedie e proseguì velocemente lungo uno dei lati della sala da ballo, poi uscì dirigendosi verso l'anticamera.

Non le importava di perdere il ballo. Sarebbe stata scioccata se qualcuno l'avesse invitata a fare un giro di danze. Era la cugina di una giovane lady molto popolare, ma non era nè altrettanto giovane, nè altrettanto popolare. A parte il suo difetto più ovvio, non aveva nemmeno un penny da poterci giocare a testa e croce. Non era una donna da sposare.

Ma era una perfetta dama di compagnia, e lo stava facendo da sette anni, così tanto che quasi si era dimenticata di quale infelice definizione fosse per tutto quello che faceva per guardagnarsi il pane. Perchè per lei non c'era nessuna compagnia. Lei era una figura femminile, incaricata di sorvegliare una giovane lady che stava facendo il suo ingresso in società. La cosa non le importava. A dir la verità, si sentiva eccitata. Era stata una figura femminile che durante i sette anni precedenti aveva fatto commissioni e lavoretti di tutti i tipi per parenti anziani , e ora si sentiva come se si fosse appena affacciata al mondo. Almeno adesso doveva guardare gente che ballava, e non gente che lavorava ai ferri.

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