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RECENSIONE: L’AVVENTURIERO CHE AMAVA LE STELLE di Ornella Albanese
Prima edizione: 2008
Edito in Italia da: Mondadori, I Romanzi num 840
Ambientazione: Italia, Firenze 1872
Livello di sensualità: caldo (warm)
Voto: 8/10
Firenze, 1872.
Emanuele Mariani è un cinico avventuriero che si guadagna da vivere con il gioco d’azzardo, tra uomini poco raccomandabili e amanti focose. Ma quando batte a poker il duca Salvemini, vincendo metà del suo patrimonio, tutto cambia. Emanuele adesso è un uomo molto ricco e può entrare in società, confidando che quelle stelle scintillanti che tanto ama osservare gli riservino dolci sorprese. Magari farsi gioco di impreviste avversità e arrivare al cuore della bella Flavia...
Sono rimasta molto sorpresa leggendo questo libro per vari motivi, il più importante è stato che, per la prima volta leggendo un romance, il mio interesse è andato verso un personaggio secondario rispetto alla protagonista. Procediamo con ordine conoscendo i personaggi. Il protagonista maschile Emanuele, non è né nobile, nè ricco, ha perso i genitori quando era ancora un bambino, e viene cresciuto da uno zio che oltre a badare a lui, gli insegna tra le altre cose il gioco d’azzardo. Alla morte di quest’ultimo, essendo Emanuele ancora un giovane, per sopravvivere fa quello che gli riesce meglio, cioè diventa un giocatore di poker, visto che pure gli eroi mangiano.
Ma egli è dotato anche di una coscienza, che emerge durante una particolare partita di poker.
Dove c’è possibilità di ripulire le tasche di qualcuno, anche se questo è nobile, molto ricco, oltre che tanto sciocco da giocarsi una fortuna al tavolo verde, non si fa scrupoli, ma durante una delle solite partite, incontra un anziano duca, vince un immenso patrimonio e sente nei confronti del nobile avversario un insolito rispetto.
Emanuele ritrovandosi di colpo ricco, sente di potersi riscattare dalla vita che aveva condotto fino ad allora e decide che si dedicherà a vivere secondo le regole della società. Un compito che si presenta fin da subito arduo, poiché non è certo il denaro a rendere un uomo degno di essere rispettato. Ma il cambiamento delle sue finanze, scatena un lento e inesorabile cambiamento della sua personalità. Emanuele conquista spessore, e profondità, rivelandosi tutt’altro che un avventuriero privo di scrupoli.
Flavia, è una ragazza semplice senza grilli per la testa, diversamente dalle coetanee che adorano balli e feste, lei ha due passioni nella vita, la prima è guardare e studiare le stelle, la seconda l’amore che da sempre prova per il cugino Tomaso.
Flavia, è anche la nipote del duca che ha perso al gioco metà patrimonio. Ospite con la famiglia a casa dello zio, è presente quando Emanuele si stabilisce per diritto di vincita nella casa del duca.
Avendolo già incontrato in una circostanza piuttosto compromettente, Flavia crede che Emanuele sia un’opportunista e un avventuriero, e riconoscendolo come tale, crede che si sia approfittato dello zio, e nonostante si senta attratta da lui, lo disprezza. Da sempre innamorata del cugino non prende nemmeno in considerazione che la sua vita potrebbe prendere un'altra direzione che non sia l’amore adolescenziale che da sempre prova verso Tomaso. Fin dall’inizio dunque, rifugge le sensazioni che le fa provare Emanuele, anche perché quelle sensazioni sconosciute e inopportune vanno contro tutto quello che sembrava una certezza nella sua vita: il suo amore per Tomaso,. Ma Flavia è anche una donna buona e altruista ed è pronta anche a mettersi da parte pur di permettere a Tomaso di vivere il suo amore verso Camelia.
Anche i personaggi secondari sono interessanti e s’incastrano alla perfezione nella vicenda, a cominciare dal duca, che si è lasciato portare via metà patrimonio senza proferire verbo e nutre nei confronti dell’uomo che lo ha privato delle sue ricchezze un interesse quasi paterno, alla moglie la duchessa, apparentemente fredda e altera.
Tomaso, l’erede del del duca, è uno dei personaggi più complessi. Si presenta come un giovane fragile, capriccioso ed egoista che dopo aver visto una splendida ragazza, decide in modo del tutto insensato, di sposarla. In seguito una serie di eventi farà maturare il futuro duca, che si trasformerà da ragazzo egoista in un uomo orgoglioso, amareggiato, e purtroppo cinico.
Camelia, è la fanciulla di cui Tomaso crede di essere innamorato, ma lei è anche l'impudica amante di Emanuele che non è certo il suo primo uomo. E’ un’avventuriera senza scrupoli che tutto prova per Tomaso, tranne che amore. Le sue mire sono unicamente per l’immenso patrimonio del giovane. E’ una donna fredda e calcolatrice che non si fa scrupoli ad ottenere quello che vuole.
Ma la mia preferenza in assoluto tra tutti i personaggi del libro è stata per la piccola Lucilla, sorella di Flavia, diciottenne molto carina, frizzante e briosa, veramente simpatica. Lei si strugge per quello che poi si rivela un farfallone, senza rendersi conto che intorno a lei c’è forse il vero amore.
Lucilla all’inizio, è come tutte le ragazze molto giovani, frivola e sciocca , ma Ornella la trasforma pagina per pagina, e in questo modo il suo personaggio ha destato il mio interesse talmente tanto, da eclissare tutti gli altri, la mia attenzione infatti era tutta per lei. Curiosa di sapere cosa mai sarebbe successo alla simpaticissima Lucilla, sfogliavo le pagine in perenne stato d’ansia, chiedendomi: e adesso, che succede? Cosa farà ?
Ci sono delle scene talmente emozionanti e sentite, che mi pareva di essere dentro al libro.
Ho vissuto intensamente il primo bacio di Flavia e Emanuele, la prima cotta di Lucilla, la sofferenza e il cambiamento di Tomaso, e proprio questo cambiamento mi ha fatto pensare che ci sarebbe potuto essere un seguito del romanzo dedicato a questo giovane. Non mi era mai capitato prima leggendo un libro di Ornella, che ci fosse la possibilità di un seguito, ma in questo caso credo che Tomaso abbia molto da dire.
Appena finito il libro ho parlato subito con Ornella pregandola di scrivere un seguito, perche sia Lucilla che Tomaso, secondo me hanno ancora molto da raccontare.
Ma è stato anche un inaspettato colpo di scena, ad incantarmi, nonostante abbia letto molti romance, infatti mai avrei creduto una svolta simile
Ho sempre detto che un libro, o mi conquista subito, altrimenti sono guai, ed essendo una persona onesta e coerente, credo di doverlo essere fino in fondo. Un buon libro fa la differenza in qualsiasi genere sia ma….deve essere scritto bene, ti deve coinvolgere, emozionare e stupire. Questo libro è stata una meravigliosa sorpresa per me, infatti mai prima d’ora una scrittrice era riuscita a distogliere la mia attenzione dai personaggi principali spostandola i verso dei personaggi secondari come Lucilla e Tomaso, che sento o perlomeno spero, avranno una loro storia.
Oltre alla vicenda sentimentale, Ornella ha creato uno scenario indimenticabile nel quale ambientare la sua storia, impreziosendolo con dettagli affascinanti. Mi è piaciuto molto conoscere la leggenda di Vega, figlia di un dio e Altair, figlio di un povero guardiano di vacche, innamorati l’uno dell’altro di un amore impossibile. Due stelle solitarie destinate a incontrarsi un volta all’anno, e in quell’occasione finalmente possono amarsi senza riserve.
Non conoscevo la storia, e ringrazio la scrittrice per averla raccontata nel libro.
Le storie dell’Albanese non sono mai ripetitive come accade spesso in molti libri scritti dalla stessa persona., adoro il suo modo di scrivere, la capacità di creare delle situazioni che soddisfano le mie aspettative, e mentre leggo spero e mi dico: vorrei che succeda così, speriamo succeda cosa!!!!
Mentre leggevo ero completamente presa dalla storia e, tutto ciò che mi accadeva attorno si perdeva.
Chi ha la capacità di fare questo, di farmi sognare, sospirare, ridere e piangere (e non è facile) e di regalarmi emozioni, ha tutta la mia stima e la mia attenzione!
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