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Ambientazione: Inghilterra regency
Livello di Sensualità: warm
Edizione italiana: I Romanzi Mondadori
Trama:
Felicity Wren si era dovuta sposare con un uomo noioso che non aveva mai amato. Ora che è vedova, è determinata a dare una svolta alla sua vita sentimentale e a trovare finalmente qualcuno che le faccia assaporare la vita... qualcuno come l'affascinante Lord Waite, magari. Ma per raggiungere il suo scopo finisce per chiedere aiuto a Tom Russell, suo vecchio amico d'infanza, senza immaginare che forse è proprio lui l'uomo che ha sempre sognato incontrare...
Confesso mi sia difficile formulare un giudizio definitivo su questo romanzo, in quanto un romance come "Un posto per l'amore" personalmente non l'avevo mai letto.
Ma procediamo con ordine.
Va premesso sia un'opera di Mary Balogh e, per quanto le scelte narrarive di questa autrice possano piacere o non piacere, è indubbio che possieda un grande talento espressivo: il suo stile non è mai sciatto ed i suoi personaggi (dai protagonisti ai comprimari) sono sempre attentamente caratterizzati (in questo caso, poi, considerando sia un regency di almeno vent'anni, ma che si legge come se fosse stato scritto ieri, direi sia un'ulteriore prova della notevole professionalità dell'autrice in questione).
"Un posto per l'amore" è uno dei pochi romanzi (quanto meno editi in Italia e letti dalla sottoscritta) che presenta come protagonista maschile un "eroe beta", ovvero il compagno d'infazia, il ragazzo della porta accanto, l'amico sensibile, dolce, generoso e sempre presente che non è mai l'oggetto delle fantasie bollenti di nessuna donna. Thomas Russell di "Un posto per l'amore" è esattamente tutto questo, un eroe molto diverso da quelli cui, personalmente, sono abituata (maschi alpha, fuorilegge, bad boys o, nel più rassicurante dei casi, i tenebrosi intellettuali di Amanda Quick). Mi ha fatta innamorare? Sicuramente sì. Voglio dire: come si fa a non amare un uomo come Thomas Russell? D'aspetto distinto, ma niente d'eccezionale (il tipo che, per intendersi, non ti volteresti a guardare per strada), è talmente gentile d'animo, onesto e devoto nei suoi sentimenti da conquistarti inevitabilmente. Rassegnato al fatto Felicity non lo consideri un possibile compagno, le resta accanto come amico sincero e confidente, mettendo al primo posto la felicità di lei (o quella che lei crede sia la felicità che vuole). Soprattuto Tom mantiene sempre una dignità straordinaria e qui, nuovamente, bisogna riconoscere il merito dell'autrice, perché sarebbe stato molto facile con simili premesse renderlo un tappetino e scivolare nel pietismo.
Veniamo, adesso, a lady Felicity Wren, la protagonista del libro, nonché personaggio che mi è rimasto a più riprese indigesto e, sicuramente, principale (e forse unica) ragione per cui questo romanzo non è riuscito ad entusiasmarmi.
Su pressione della famiglia (numerosa e ridotta sul lastrico) Felicity ha dovuto sposare un anziano riccone che l'ha lasciata vedova sei anni più tardi, dopo averle fatto conoscere il bel mondo di tutta Europa. Dopo i due anni canonici di lutto, Felicity è decisa a prendere le redini della sua vita e dominare da protagonista l'alta società londinese: vuole divertimenti scintillanti, vuole essere ammirata e vuole, soprattutto, un uomo giovane, bellissimo, aristocratico e ricco al proprio fianco.
Con il pretesto di fare da chaperon alle sue sorelle debuttanti (due gemelle che sono dei personaggi splendidamente riusciti), Felicity si butta anima e corpo nella stagione mondana (e la Balogh rende una descrizione della season londinese molto interessante ed accuratissima). Messi gli occhi sull'affascinante e spregiudicato lord Edmund Waite, scapolo trai più ambiti e chiacchierati del Regno, galvanizzata dall'idea di conquistarsi una simile preda, Felicity è decisissima a portarlo all'altare. In tutto questo il caro Tom le è accanto come amico di famiglia ed accompagnatore ufficiale.
Il romanzo si sviluppa su questo stranissimo triangolo dove Thomas ama in silenzio Felicity, quest'ultima vuole lord Waite come marito, il quale vuole lei soltanto come amante. Singolare a ben vedere è anche il fatto che la maggioranza delle scene più tipicamente romantiche e sensuali del romanzo abbiano come soggetti non i protagonisti, ma proprio Felicity e lord Waite.
La bravura della Balogh, ovviamente, è data dalla sua straordinaria sensibilità nel descrivere la psicologia del personaggi e la coerenza con cui fa maturare Felicity. Per quanto come eroina non mi abbia fatta impazzire, mi sono comunque trovata a comprenderne i pensieri, le motivazioni ed i comportamenti e nei suoi "difetti" (un po' di presunzione, arroganza e superficialità, caratteristiche che personalmente non mi piace trovare in una protagonista femminile) l'ho sempre trovata molto realistica ed umana.
Inoltre a questo romanzo riconosco il grande merito di sfuggire a due immancabili cliché del genere: il primo marito vecchio e bavoso e l'antagonista libertino senza scrupoli.
Lord Wren, primo marito di Felicity, è infatti una figura che ho trovato molto umana e ben caratterizzata: non è affatto il classico vecchio depravato che biecamente costringe la bellissima e povera nobildonna a sposarlo. E' un uomo sì anziano, ma molto serio, colto, raffinato e saggiamente protettivo nei confronti della sua giovane sposa: chi guadagna dalle nozze è indubbiamente la famiglia di Felicity.
Riguardo a lord Edmund Waite... devo premettere che "Il celebre libertino" (il cui protagonista è proprio il tenebroso nobiluomo dagli occhi di ghiaccio) è stato uno dei primissimi romance che lessi. Essendo, quindi, già a conoscenza del passato di lord Waite e sapendo che tipo di donna gli farà perdere la testa (una donna lontana anni luce da Felicity Wren), mi sono goduta la sua presenza in "Un posto per l'amore" come una piacevole sorpresa, consapevole di avere a che fare con un personaggio sì negativo (in questo romanzo), ma con la sua personalità e non certamente un mostro.
In conclusione "Un posto per l'amore" è un titolo che consiglio a chi desidera leggere un romance un po' fuori dagli schemi più diffusi: niente passioni travolgenti e nessuna bruciante attrazione, ma un amore che è complicità, tepore, confidenza e rispetto. Ma non per questo meno intenso e speciale.
Curiosità:
"Un posto per l'amore", "Fidanzati per finta" e "Il celebre libertino" formano un trittico di romanzi tutti editi in Italia. La lettura è comunque tra loro perfettamente indipendente.
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