Premetto che, nonostante non abbia problemi a leggere romanzi con un elevato contenuto di paranormale (magia, fantasmi, mutaforma o lupi mannari) non leggo mai (o quasi) storie che coinvolgono, come eroe, un vampiro. E' temo più forte di me, le rifiuto a priori. Mi sono sempre chiesta, infatti, quale sia la ragione del fascino che questa particolare figura ha avuto e continua ad avere, a parte l'indubbio aspetto sessuale. E ho letto quelli che credo siano i capisaldi del genere, ovvero "Carmilla la fanciulla vampiro", "Dracula" di Stocker e "il vampiro" di Polidori.

Trovo molto interessante, pertanto, la lettura data nell'articolo, ovvero nella figura del vampiro sia concentrata la lotta del bene contro il male, del cattivo ragazzo, in sintesi, da salvare.

Cosa che capita nei libri e moooolto raramente nella realtà, temo.

E concordo con Andreina quando dire che comunque il vampiro è la sintesi del maschio alfa, il predatore che dà la morte e contemporaneamente la promessa di una vita e di un amore eterno.

Nonostante io non legga di Vampiri, comunque, mi auguro che il genere paranormale abbia riscontri anche in Italia e che così, un giorno, si possano leggere anche i libri di Caridad Pineiro.

Cris