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L’UOMO CHE OSSERVAVA LE FOGLIE….
Con molto piacere vorrei presentare alle lettrici del nostro blog, uno scrittore di romanzi rosa contemporanei, proprio così, avete capito bene, uno scrittore!
Dopo tante interviste tutte al femminile, abbiamo l’onore di ospitare nel nostro salottino Diego Galdino, e spero che possiate, attraverso questa intervista, fare la sua conoscenza e scoprire la sensibilità di uno scrittore che si definisce un uomo vero (tiene a precisarlo!) con una mente tutta al femminile, capace di cogliere quelle sfumature che sono prerogativa delle fantasie femminili, e di trasmetterle attraverso i suoi libri, che ho personalmente avuto il piacere di leggere.
Il primo libro che ho letto di Galdino è stato L’osservatore di foglie, e mi è piaciuto talmente tanto, che ho fatto la recensione, qui trovate il link al post http://romancebooks.splinder.com/post/18429580
Diego Galdino è per me una fonte continua di sorprese e durante le nostre conversazioni online, ho scoperto che possiede tante qualità: è simpatico, cortese e disponibile al dialogo, accetta le critiche e si commuove se un suo libro è piaciuto tanto! Diego è un lettore eclettico , ma adora una scrittrice in particolare, ed è stato questo, oltre ai suoi libri che ho particolarmente apprezzato, a far sì che conquistasse la mia totale ammirazione.
Spero che anche voi, come me, possiate arricchirvi grazie al talento di Diego Galdino, e alla lettura piena di sentimento dei suoi libri, che fa tanto bene al cuore!
Non perdete occasione di intervenire, Diego risponderà con entusiasmo a tutte le domande che vorrete porgli. Ed ora, la parola a questo scrittore che ci racconterà di un uomo che vede la vita in … rosa!
Diego Galdino risponderà a tutte le vostre domande, perciò non perdete l'occasione di chiacchierare con lui, e ricordatevi di firmare il vostro commento con un nome o con un nick. Tra tutte coloro che parteciperanno Diego Galdino metterà in palio una copia con dedica del suo romanzo, L’ossevatore di foglie.
L'autore si racconta
Se qualcuno mi chiedesse chi è Diego Galdino potrei rispondere che è un trentacinquenne che passa gran parte della sua giornata lavorando nel bar di suo padre e che nel tempo libero coccola le sue due splendide figlie, ma come tutti i super eroi che si rispettino, quando cala il buio sveste i panni di uomo normale e si trasforma in un romanziere, per volare da una pagina all’altra aggrappato alla sua fantasia. Quando sette anni fa ho iniziato a scrivere non immaginavo certo che, in un lasso di tempo così breve, sarei riuscito a scrivere cinque romanzi, che mi sarebbero stati pubblicati da case editrice di un certo rispetto e che avrei avuto tante soddisfazioni come la vittoria del premio nazionale “Un libro per l’estate”.
Tutto è successo così in fretta che quasi non me ne sono reso conto. Non mi considero un miracolato bensì uno scrittore con un discreto talento che ha avuto il coraggio e la perseveranza di non mollare mai inseguendo un sogno che alla fine si è realizzato. Devo ammettere che è durissima conciliare le due cose, infatti, tutt’ora, per scrivere i miei romanzi sono costretto a svegliarmi molto prima dell’alba, malgrado ciò riesco, nel limite del possibile, ad essere un barman efficiente, un padre esemplare ed uno scrittore felice. Lavorare nel bar di mio padre mi piace, perché mi dà l’opportunità di stare a contatto con la gente e poi oramai è una parte di me. Ho iniziato a lavorarci giovanissimo, è un po’ come se fossimo cresciuti insieme, ma adesso scrivere è diventato molto più di una semplice passione e spero che il mio ultimo romanzo ‘L’osservatore di foglie’ ne diventi la prova tangibile.
"L'eco di parole che crediamo dimenticate ci accompagna per tutta la vita ed erige nella nostra memoria un palazzo al quale, non importa quanti altri libri leggeremo, quante cose apprenderemo o dimenticheremo, prima o poi faremo ritorno."
Così scrive Carlos Ruiz Zafòn nel suo capolavoro 'L'ombra del vento' o per chi preferisce il titolo originale molto più fascinoso 'La sombra del viento'. Ecco! Il mio romanzo spero che diventi un cantiere edile, la vostra memoria il terreno dove costruire un palazzo a cui voi farete ritorno.
Soggiornerete con la mente in questo palazzo, per breve tempo, giusto per rendersi conto che per fare un pò di cast away non serve naufragare obbligatoriamente su un'isola deserta, basta una poltrona, una lampada ed un libro. Alzi la mano chi, in queste nostre vite piene di troppa gente che non ci ascolta, non sente ogni tanto il bisogno di un suo personalissimo Wilson.
Ecco! Il Wilson che vi offrirò io non sarà tondo, non sarà bianco, con la scritta nera, ma avrà una forma rettangolare tanti colori e soprattutto avrà un nome: “L’osservatore di foglie...esso, però, avrà la stessa fondamentale prerogativa, ascoltare i vostri cuori in silenzio, guidare i vostri problemi lontano, navigare insieme con voi in un mare d'emozioni, fino a quando non verrà il momento di lasciarlo per tornare alla vita di tutti i giorni...mi auguro che in quel momento voi possiate già sentirne la mancanza, e la nostalgia dei protagonisti della storia darvi la sensazione di essere soli in mezzo ad una folla, sarà allora che il palazzo che ho costruito nella vostra mente con il mio romanzo sarà visibile anche dalla luna.
sito ufficiale di Diego Galdino:
http://www.diegogaldino.it/
INTERVISTA ALL'AUTORE by Andreina65
Caro Diego, innanzitutto benvenuto nel nostro blog, spero che questo incontro virtuale possa essere altrettanto piacevole per te quanto lo è per noi. Se mi permetti ci daremo del tu!
Come pensi che le nostre lettrici possano accogliere uno scrittore che in effetti è ancora uno sconosciuto per molte di loro?
Ti ringrazio, sono un pò emozionato, essere intervistato da te per un blog così importante e seguito è una grande soddisfazione. Spero che le vostre lettrici abbiano la pazienza e la tolleranza di accettare l'intrusione di un uomo che scrive romanzi d'amore in un blog che annovera le più grandi firme femminili del genere romance. Mi conforta il fatto che alla fine di questa intervista sarò un pò meno sconosciuto per la maggior parte di loro e questo è già per me un motivo di vanto.
Com’è nata la tua passione di scrivere? Hai sempre voluto fare lo scrittore ?
Sinceramente, fino a otto anni fa l'unica cosa che scrivevo erano le cartoline d'estate, per di più con scarso impegno, visto che la frase più lunga che ero solito scrivere era: "Buone vacanze da Diego!" Poi una ragazza, un giorno, mi regalò un libro dicendomi:"Questo è il mio romanzo preferito, leggilo sono sicuro che ti piacerà." Il romanzo in questione era I cercatori di conchiglie di Rosamunde Pilcher, di cui adesso custodisco gelosamente una prima edizione in lingua originale acquistata su e-bay per una cifra spropositata da una sperduta libreria Australiana. M'innamorai del romanzo a prima vista e forse anche della ragazza che me l'aveva regalato.
Così, quando lei mi disse che le sarebbe piaciuto tanto sapere se i luoghi descritti in quel romanzo erano davvero così belli come ne parlava la Pilcher nel libro e, visto che per gravi problemi famigliari lei non poteva permettersi di andarli a visitare di persona, io comprai un biglietto aereo, mi presi 'un solo giorno di vacanza dal lavoro', rischiando di essere internato dalla mia famiglia in un manicomio e volai per due ore verso l'Inghilterra, l'attraversai in treno per sei ore, ed infine, dopo un'ora e mezza di pullman scassatissimo, arrivai a Penzance, luogo dove era ambientato il romanzo I cercatori di conchiglie. Ci rimasi un semplice, ma fondamentale giorno per il Diego Galdino scrittore, poichè quando tornai a casa e, mi resi conto che le centinaia di foto che avevo scattato per la ragazza che mi aveva regalato il libro non erano venute, decisi di scrivere per lei una storia ambientata in quei luoghi, cercando di descrivere al meglio le cose che avevo visto, i profumi che avevo sentito, le emozioni che avevo provato....Così vide la luce Leonor, il mio primo romanzo, certo non è servito a conquistare quella ragazza, però il 23 giugno di quest'anno ho pubblicato il mio quinto romanzo, quindi a qualcosa sembra essere servito e spero che quando leggerete i miei romanzi, voi possiate essere d’accordo con me.
Cosa pensi della difficoltà che uno scrittore italiano trova nel mondo editoriale ?
Questa è una bella domanda, alla quale, però, sarei tentato di non rispondere. Posso solo dire che per capire le difficoltà che uno scrittore come me può trovare nel mondo editoriale italiano, basterebbe leggere il libro Cento colpi di spazzola...
Sino ad ora hai pubblicato 5 romanzi dove traspare sempre la tua impronta sentimentale e il suo stile romantico, è stato difficile farli pubblicare? Ancora oggi i tuoi libri sono disponibili solo online purtroppo ….com’è possibile considerando che hai vinto anche un premio "un libro per l’estate 2000” con il libro Leonor?
Sfatiamo un mito, in Italia non è difficile farsi pubblicare un libro, infatti ci sono tante case editrici a cui basta pagare un contributo, come abitualmente amano definirlo loro, per vedere pubblicata la propria fatica letteraria. Sicuramente deve comunque essere un qualcosa di leggibile, però neanche tanto. Il problema è il dopo...la maggior parte di questi libri, dopo pochi mesi, verranno abbandonati a loro stessi e piano, piano finiranno nel dimenticatoio. Io sono uno di quelli che ha pagato il piccolo contributo per vedersi pubblicato il primo romanzo, poi ho cercato di resistere, di sgomitare, per non finire risucchiato in quel gorgo che somiglia molto al cimitero dei libri dimenticati dell'Ombra del vento di Zafon. Adesso, per fortuna, i miei libri le case editrici li pubblicano a spese loro ed io cerco di ritagliarmi un piccolo spazio in questo vasto mondo letterario. E' vero, ho vinto un premio letterario nazionale con Leonor, ma i miei libri si possono comprare online o, ordinandoli nelle librerie con dei tempi d'attesa lunghissimi. Il problema è che, per avere i libri in vendita nelle librerie di tutta Italia, devi diventare uno scrittore importante, ma per diventarlo devi vendere i libri nelle librerie di tutta Italia, è come un cane che si morde la coda.
I tuoi libri hanno ambientazioni anglosassoni, e l’accuratezza delle descrizioni dei luoghi fa sì che il lettore ci si trovi nel mezzo, (questa è stata la mia impressione). La scelta dell’ambientazione è casuale?
Nel libro Leonor, la protagonista vive in una suggestiva Cornovaglia, paese che vorrei un giorno visitare, quindi ti chiedo : visiti personalmente i luoghi descritti nei suoi libri?
Per rispondere a questa domanda ti farò un esempio. Qualche anno fa, ero seduto nella sala d'attesa di un dentista e, dopo essere riuscito a distrarre mia figlia minore, dandole il mio palmare, presi una rivista dal tavolinetto posto di fronte a me, dove abbondavano giornali e riviste di tutti i tipi. Era il numero di Settembre della rivista Meridiani, dedicata ai parchi naturali americani, ad un tratto, mentre la sfogliavo, la mia attenzione fu catturata da una foto di una ragazza con indosso la divisa dei ranger del parco naturale di Yosemite. Ecco come succede! In quel preciso istante nasce il mio romanzo, do un nome alla ragazza, le do una casa, un posto meraviglioso dove vivere, in questo caso uno dei più bei parchi naturali al mondo, le do una vita, un amore e, quando esco dal dentista tenendo per una mano mia figlia e nell'altra quel che resta del mio palmare, corro a casa per cominciare a scrivere la storia che ho ormai tutta nella
mia testa.
Per quanto riguarda la Cornovaglia, come ti ho già detto, ho descritto quello che ho visto durante il mio brevissimo soggiorno e ti posso assicurare che, per quanto bene possa averlo fatto, non sono riuscito a rendere al meglio la bellezza incommensurabile di una delle regioni più belle dell'Inghilterra. La stessa cosa vale per il mio secondo romanzo: Il mondo di Christina, ambientato in un paesino della campagna senese dove andavo a passare le vacanze quand'ero bambino. Per quanto riguarda i romanzi ambientati in America, ho fatto come Salgari, che scriveva della Malesia senza mai essere uscito da casa sua. Però, un giorno, spero di visitarli davvero tutti i posti che ho decritto nei miei romanzi. Chissà, magari succederà quando i miei romanzi saranno stati tradotti e pubblicati anche in America...a Roma si dice: "SEEEEEE! VABBE' TE PIACEREBBE!
Con quale criterio crei la storia, ossia delinei prima i personaggi, la trama, oppure scegli prima l’ambientazione?
O meglio ancora, qual è la molla che fa scattare in Diego Galdino una nuova storia d’amore?
Prima di tutto scelgo l'ambientazione, poi viene il resto, ti confesso che non saprei dirti se prima viene la trama o i personaggi, so solo che nella mia testa al momento di pensare ad una storia si miscelano entrambi. E' come se la storia fosse già dentro di me, un piccola sfera con dentro il romanzo che girottola nel mio cervello e che, improvvisamente, esplode lasciando fuoriuscire tutto, i personaggi, la trama, l'ambientazione, ed il tutto defluisce dal cervello ai centri nervosi, fino ad arrivare alle mani che iniziano a scrivere tutto ciò che era contenuto dentro la piccola sfera. Lo so, sembra un pò contorto, sembra un pò "mi chiamo Mork e vengo da Ork", ma è proprio quello che avviene...Nano! Nano!
La molla non c'è! Il mio cuore è come uno scaffale dove sono riposte tante storie d'amore, io non faccio altro che allungare una mano per prendere il romanzo d'amore che desidero leggere, in questo caso scrivere. Certo, anche le immagini per me sono importanti, la foto di una casa stile Via col vento ha dato i natali al romanzo Una casa a metà, la foto della ragazza ranger mi ha permesso di scrivere Il cardo di Yosemite, la foto di una distesa di aceri americani in autunno a fatto sì che io scrivessi L'osservatore di foglie. Amando molto il cinema io, quando scrivo, è come se girassi un film e la fotografia in un film è fondamentale. Nei miei libri cerco di far diventare le parole immagini, quando scrivo 'l'albero divenne di un brillantissimo colore rosso' io voglio che il lettore sfogli la pagina come se accarezzasse una foglia.
Nel libro L’osservatore di foglie descrivi con meraviglioso estro poetico, un evento naturale tipico del luogo dove si svolge la storia. Hai visto personalmente questo evento? Perché se così non fosse e hai usato solo la fantasia sei davvero formidabile!
Allora ti ringrazio per il complimento, in effetti, di questo incredibile fenomeno naturale, io ho visto solo delle foto. Per mia fortuna sono un tipo molto empatico, così, quando l'osservatore di foglie si ritrova davanti ad una delle più grandi meraviglie della natura, ciò che prova lo sento direttamente dentro di me. Io non faccio altro che descrivere ciò che vedono e provano i miei personaggi, non è mai il contrario.
Da scrittore a lettore, cosa trovi di cattivo gusto in un libro? Per essere precisi ti è mai capitato di leggere un bel libro ma di esserne allo stesso tempo deluso per qualche ragione ? In particolare parlo del genere romance, considerato spesso un genere per adulti! qual’è il pensiero di Galdino lettore?? Ti disturbano le scene hot in un libro? Ci incuriosisce il punto di vista di un uomo……..
In un libro, ciò che trovo di cattivo gusto è quando uno scrittore si assurge a dispensatore di consigli ed usando il suo modus vivendi o il suo pensiero di vita cerca di dogmatizzarlo a beneficio del lettore che secondo lui non sa capire se e quando è innamorato, o come bisogna comportarsi in un determinato momento della propria vita. Qualche tempo fa mi è capitato di leggere un libro dove l'autore, tramite il protagonista del suo romanzo, voleva insegnare come si fa ad entrare in un bagno pubblico senza toccare la maniglia. Per me, uno scrittore, deve semplicemente raccontare la storia è come se tu avessi visto un bel film e cerchi di raccontarlo a chi non l'ha visto, c'è chi ci riesce meglio e chi peggio, La differenza tra un bravo scrittore ed uno mediocre per me si evince anche da queste cose qui. Un'altra cosa che mi delude in un libro sono i finali buttati lì tanto per finire il romanzo. Per fare un esempio, in Angeli e demoni alzi la mano chi, arrivato alla scena finale, non ha pensato: "Ma che te stai a inventà?" Per passare alle scene hot in un libro, posso dire che se la scena hot è una naturale conseguenza della storia d'amore, visto che parliamo di Romance, non mi disturba affatto. Se togliessimo al libro L'innocente di Beatrice Small le scene hot tra la dolce ed ingenua Eleanore di Ashlin ed il leale e valoroso Ranulf de Galndeville il romanzo perderebbe quella calda e sensuale genuinità che ne fanno un romanzo e non solo un romance, di assoluto lignaggio. Come si potrebbe apprezzare il romanzo Dark Lover della Ward, senza l'appassionata scena in cui Beth Randall e Wrath il vampiro fanno l'amore la prima volta che si ritrovano l'una a meno di dieci centimetri dall'altro? Sinceramente consiglierei a qualche uomo di leggere i Romance, forse imparerebbero qualcosa di molto utile.
Vuoi dire alle nostre lettrici quali sono i tuoi gusti letterari ? cosa leggi ? quali sono i generi che preferisci? In particolar modo, conosci i nuovi generi fantasy– paranormali (con vampiri, streghe, mutaforma e chi più ne ha più ne metta come protagonisti) che in questo periodo stanno spopolando in America e che solo recentemente sono approdati anche in Italia ?
Per uno scrittore di romanzi d'amore è facile immaginare quale siano i suoi gusti letterari, anche se non disdegno di leggere Grisham con i suoi Il momento di uccidere, Il Partner ed Il re dei torti delle vere e proprie perle, o i romanzi storici, chi non ha letto Quo vadis di Sienkiewicz e Il ragazzo persiano di Mary Renault non sa cosa si è perso, per non parlare di Ken Follet con il suo romanzo più famoso, forse il pù bello scritto in questo secolo: I pilastri della terra. E' ovvio che io sia molto più legato a romanzi tipo Il cavaliere d'inverno di Paullina Simons, L'uomo che sussurrava ai cavalli, Uccelli di rovo, Le pagine della nostra vita, Voglia di tenerezza, Memoria di una Geisha, I ponti di Madison County anche se io fossi stata Francesca sarei scappata con Robert senza pensarci nemmeno un minuto. Per quanto riguarda i vampiri, per me ne esiste uno solo degno di questo nome e non è Il conte Dracula, è Edward Cullen! Lo Step Mancini di tutti i vampiri. Twilight non è solo un romanzo che parla di vampiri è ad oggi uno dei romanzi d'amore più belli che abbia mai letto.
Ti ricordi il primissimo libro che hai letto? Lo hai ancora?
Come potrei dimenticarlo? Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley avevo dodici anni me lo regalò un amico di mio padre, si chiama Luigi e quando diventerò uno scrittore famoso lui potrà dire: "il primo romanzo che ha letto il premio nobel per la letteratura Diego Galdino gliel'ho regalatoio". Wow! Che Onore!
A questo punto credo che ci conquisterai tutte rispondendo a questa domanda!
tu adori una scrittrice in particolare …….vuoi svelarci il suo nome e in cosa ti senti da lei ispirato?
Inoltre, meraviglia delle meraviglie, hai letto un libro quasi sacro per le lettrici di romance, libro che io adoro in assoluto e a cui il nostro blog ha dedicato un post che ha scatenato una lunga discussione, vuoi dirci che libro è? E soprattutto se ti è piaciuto e perchè?
Io adoro quella scrittrice che qualcuno ha definito la sorella minore di William Shakespeare. L'ho scoperta grazie al film C'è posta per te, quando Meg Rian dice a Tom Hanks che, il libro che teneva con se, l'aveva letto un milione di volte, allora mi sono detto: "Cavolo Meg l'ha letto un milione di volte ed io neanche una!" Quel libro era Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, la donna che mi ha fatto pensare: "quanto avrei voluto avere una sorella!" Uno dei miei libri preferiti in assoluto è, infatti, un suo romanzo, precisamente l'ultimo che ha scritto prima di morire...Persuasione, che io considero il precursore dei romanzi d'amore moderni. Beh! Lei di sicuro ha ispirato in me la voglia di raccontare la storia di donne
straordinarie come la sua Elizabeth.. Quando poi lessi la storia d'amore di Aislinn di Darkenwald e Wulfgar, capii che i romance erano sottovalutati e non apprezzati per quello che in realtà sono: dei bellissimi romanzi. Di sicuro non tutti possono essere al livello de Il lupo e la colomba di Kathleen E. Woodiwiss, ma quanti romanzi in generale possono considerarsi a quel livello, credo davvero pochi. Io penso che la Woodiwiss abbia anticipato, con la sua penna, il Cern di Ginevra e, senza servirsi della teoria dei quanti, abbia trovato il modo di viaggiare nel tempo, come si spiegherebbe, altrimenti, questa sua capacità di farci sentire a casa nostra mentre leggiamo un libro ambientato nel Medioevo. Ci sono stati momenti che, mentre leggevo il Lupo e la colomba, ho portato la mano al fianco per impugnare la mia spada ed infilzare Ragnor De Marte. Sì mi è piaciuto tantissimo.
Il nostro incontro casuale online ha dato inizio a una bella amicizia, oltre che a fare di me una tua fan. Quanto è importante per te il rapporto con i tuoi lettori, uomini e donne ? Sapresti accettare le critiche da qualcuno cui non sia piaciuto un tuo libro?
Il mio sogno di scrittore è sempre stato quello di camminare per la strada di una città che non sia la mia ed essere avvicinato da una persona che non ho mai visto prima che mi tende la mano e stringendo la mia mi dice:
"Complimenti per i suoi romanzi, il suo modo di scrivere mi ha conquistato."
Certo, i miei romanzi possono interessare maggiormente un pubblico femminile, visto il genere di storie che io scrivo, proprio per questo per me è una soddisfazione grandissima quando un uomo che ha letto un mio romanzo mi dimostra la sua stima. Se sono critiche gratuite, frutto di altre situazioni che esulano dal contesto letterario in sè e per sè, non le accetto o meglio le accetto per educazione, ma poi quando mi girano le spalle gli faccio una linguaccia.
Delle volte, qualcuno mi ha detto che i romanzi d'amore sono scontati, io allora gli ho risposto che quando ho visto per la prima volta il film Pretty Woman ero convinto che Julia Roberts alla fine scappasse con il direttore dell'albergo.
Nel romanzo Il cardo di Yosemite affronti una tematica sociale, la narcolessia, patologia che affligge parte del genere umano, causando notevoli disagi e rendendo la vita sociale alquanto limitata. Confesso di non essere informata al riguardo, vuoi spiegarci di cosa si tratta ?
Si dice che i narcolettici non possano pronunciare le parole Ti amo, la narcolessia è una malattia che colpisce il sistema nervoso, questo impedisce ai narcolettici di esternare le proprie emozioni, perchè un narcolettico quando ride, piange, si emoziona, ha una paralisi muscolare totale che lo fa crollare a terra. La narcolessia è la malattia del sonno diurno ed ha anche altre patologie molto gravi. Ho conosciuto una mamma narcolettica che non poteva prendere in braccio il suo bambino perchè, ogni volta che ci provava, la narcolessia le faceva avere delle allucinazioni in cui vedeva delle mani uscire dai muri per strappargli il bimbo dalle mani. Ho conosciuto un narcolettico che ha dovuto abbandonare gli studi perchè in classe si addormentava durante le lezioni e veniva additato come un tossicodipendente. Ho conosciuto una madre che ha perso una figlia perchè a causa della narcolessia si è tolta la vita. Potrei dire tante altre cose su questa malattia, ma preferisco chiedervi un favore visitate il sito ufficiale dell'associazione italiana narcolettici, capirete che una malattia rara come la narcolessia non è un'isola che non c'è.
Oltre a essere scrittore, sei anche padre. Com’è Diego padre? Cosa pensano le tue figlie della passione per la scrittura del loro papà?
Il Diego padre cerca di essere una via di mezzo tra il padre di Seth Coen di OC e il Miyaghi di Karate Kid. Cerco di essere un buon padre e d'instaurare con le mie figlie un rapporto basato sul dialogo, a volte ci riesco a volte mi rimane più difficile, in particolare quando mia figlia più grande mi dice: "Papà ma hai visto Scamarcio quant'è bono?" Riguardo i miei libri, le mie figlie forse ancora non si rendono bene conto di cosa faccio al di fuori del mio contesto quotidiano lavorativo, tant'è che alla mia ultima presentazione, davanti a duecento persone presenti, la più piccola mi ha chiesto: "Papà ma lo scrittore del libro quando arriva?" A parte gli scherzi, penso che un pò orgogliose di me lo siano, me ne accorgo dal loro sorriso quando qualcuno gli dice: "Ma lo sai che vostro padre scrive proprio dei bei libri?" Purtroppo in questo momento, in particolare con mia figlia più grande, Stephenie Meyer mi batte sei zero, sei zero.
Infine caro Diego ti rivolgo una domanda personale:
I tuoi personaggi maschili , hanno verso le loro donne delle attenzioni particolari, che ormai nessun uomo ha verso la loro donna, quelle che in un rapporto fanno sospirare e sognare, io le chiamo sfumature che per noi donne sono molto importanti ma che, salvo rarità, l’uomo difficilmente sa manifestare, sfumature che troviamo purtroppo solo nei nostri amati romance.
Considerato che anche tu leggi praticamente quello che leggiamo noi donne, vuoi svelarci qualcosa di te, se sei romantico, qual è la tua donna ideale e… cosa fai quando desideri sorprendere una donna ?
Che io sia romantico credo sia una conseguenza naturale del fatto che uno dei miei libri preferiti è Il lupo e la colomba. Diciamo che a volte mi sento un pò fuori tempo, tipo il protagonista del film Kate e Leopold. Uno di quelli che a cena si alza quando una donna abbandona il tavolo e quella gli chiede stupita: "Anche tu devi rifarti il trucco?" Per quanto riguarda la mia donna ideale, penso che sarebbe bello avere un mix delle protagoniste dei miei romanzi, ma qui sarebbe come voler ripercorrere le orme dei due ragazzi del film La donna esplosiva con Kelly Le broche. Visto che stiamo in tema di film, cosa intendo io per sorprendere una donna? Fare come il ragazzo del film Love Actualy che si presenta a casa della moglie del suo migliore amico con una radio e, quando lei apre la porta di casa, fa partire la musica e la usa come colonna sonora per accompagnare delle frasi scritte su dei cartelloni che lui le sfoglia davanti confessandole, in quel modo, che si è innamorato perdutamente di lei...perchè io ho sempre vissuto con la stupida convinzione che non esistono amori impossibili...
ESTRATTO ( dal romanzo L'OSSERVATORE DI FOGLIE )
per vedere il booktrailer cliccate sul link
www.diegogaldino.it/booktrailer_new.html
Si fissarono portando alla bocca le coppe di champagne e bevvero contemplando con il riverbero della luna i loro visi, per cercare ognuno negli occhi dell'altro un cenno, un segnale inequivocabile che tutto
l’incanto non sarebbe svanito appena fossero rincasati.
Osservarono la prua della nave avvicinarsi alla banchina del molo, Clark pagò il conto ed aiutò Dea ad infilarsi un giacchettino di cotone nero che lei aveva portato per proteggersi dalla frescura notturna. Rimasero ad aspettare che l'attracco venisse ultimato in piedi sul ponte superiore, per godere di quel meraviglioso posto fino al momento dello sbarco.
Furono gli ultimi clienti ad abbandonare la nave ed iniziarono a scendere le scalette l’uno dietro all’altra. Improvvisamente però, a metà tragitto, Dea si bloccò e, voltatasi di scatto, scrutò Clark con aria interrogativa.
“E a poesie come sei messo?”
“Scusa?”
“Le poesie? Ce n’è una in particolare che ti piace?”
Colto di sorpresa da quella domanda, Clark rimase per un attimo interdetto,ma poi dopo averci pensato un po’ su, gli venne un’idea e la ringraziò mentalmente per l’opportunità che aveva voluto concedergli. Così, dopo aver alzato gli occhi al cielo per un secondo, le sorrise e scuotendo la testa scese il gradino che li separava, circondandole i fianchi con le braccia. Con la bocca le si avvicinò ad un orecchio, chiuse le palpebre e…
“Sconosciuto che passi! Non sai con quanto desiderio io ti guardo, tu devi essere colui che io cercavo, o colei che cercavo. Mi arriva come da unsogno, certamente ho vissuto in qualche luogo una vita di gioia con te.Tutto è ricordato, mentre passiamo l’uno vicino all’altro, fluido, amorevole, casto, maturo. Sei cresciuto con me, sei stato ragazzo o ragazza con me, io ho mangiato e dormito con te, il tuo corpo é diventato qualcosa che non appartiene soltanto a te, né ha lasciato che il mio restasse mio soltanto. Mi hai dato il piacere dei tuoi occhi, del tuo volto, della tua carne, mentre io passo, tu ne prendi in cambio dalla mia barba, dal mio petto, dalle mie mani, non devo parlarti, devo pensarti quando seggo da solo o veglio la notte da solo. Devo aspettarti, non dubito che ti incontrerò ancora, e a questo devo badare, di non perderti.”
Finito di sussurrarle i versi della poesia, si staccò da lei sfiorando con le sue labbra la bocca di Dea che, esterrefatta, restò impietrita in mezzo alle scalette con la testa che le girava per l’emozione, tanto che dovette reggersi al corrimano per non perdere l'equilibrio. Finalmente dopo qualche attimo di visibile turbamento riuscì a riprendere il controllo di sé ed a pronunciare qualche timida parola.
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