Elizabeth Hoyt: se le persone comuni diventano principi
In occasione della ristampa nei Romanzi Oro di Il principe e la preda, vi riproponiamo la presentazione che Elizabeth Hoyt fece a suo tempo della serie.
Come molti scrittori, da ragazzina ero un’avida lettrice. Amavo la fantascienza, i gialli, e naturalmente i romanzi rosa. Leggevo così tanto che a volte restavo senza nuovi libri da leggere. Fu durante uno di questi periodi di magra che, nella biblioteca del mio liceo, mi imbattei in quello che aveva l’aria di un vero “mattone”. Era un libro rilegato in stoffa, senza illustrazioni di copertina. In effetti, l’unica nota decorativa di quel vecchio volume sbiadito era il titolo: Scaramouche. Ora, se avete letto Scaramouche di Rafael Sabatini ( o se avete visto il film con protagonista Steward Granger), sapete perfettamente che non si tratta affatto di un “mattone”. E’ un romanzo pieno di duelli, di spregevoli farabutti, di personaggi dalla doppia identità, e di romanticismo, il tutto ambientato all’epoca della Rivoluzione francese. Quanto mi piacque!
Ma anche se ero solo una ragazzina, c’era una cosa che mi dava fastidio. In una delle parti più emozionanti del libro, l’eroe sfida uno dopo l’altro una serie di persone e li uccide in vari duelli. Fate attenzione, si tratta di farabutti. Sabatini ci dice chiaramente che si meritavano di fare una brutta fine. Tuttavia, non mi andava giù il fatto che l’eroe sembrasse non avere nessuna titubanza nell’assassinare un sacco di gente.
Pensai a questo paradosso mentre scrivevo IL PRINCIPE E LA PREDA (The Serpent Prince). Che cosa succederebbe se un uomo con dei principi morali – un uomo buono – sentisse di non avere altra scelta, per vendicare la morte del proprio fratello, che sfidare a duello gli assassini ed ucciderli? Se sapesse perfettamente che sta commettendo un omicidio… e lo facesse ugualmente? Che ne sarebbe dell’anima di un uomo del genere? E che farebbe la donna che lo ama, ma che è inorridita da quel che lui ha fatto?
Spero che vi divertirete a scoprire ne IL PRINCIPE E LA PREDA quali sono le risposte a queste domande.
LA TRILOGIA DEI PRINCIPI (The Princes Trilogy)
1) Il principe e la preda
ARRIVA UN MOMENTO NELLA VITA DI UNA SIGNORA...
La vedova Anna Wren sta avendo un giorno miserabile. Dopo che un maschio arrogante su di un cavallo l'ha quasi schiacciata, arriva a casa per apprendere che è in condizione finanziarie disastrose. Cosa deve fare una signora di buona famiglia?
QUANDO DEVE FARE L'IMPENSABILE...
Il conte di Swartingham è in difficoltà. Avendo spaventato a morte due segretari, Edward de Raaf ha bisogno di qualcuno che possa sopportare il suo cattivo carattere e comportamento rozzo. Dannazione. Quanto può essere difficile trovare un segretario decente?
E TROVARSI UN IMPIEGO.
Quando Anna diventa la segretaria del conte, entrambi i loro problemi sono risolti. Poi lei scopre che lui progetta di andare nel più famigerato bordello di Londra per soddisfare i suoi bisogni "maschili". Bene! Anna vede rosso - e decide di alleviare i suoi desideri "femminili"... con il conte come suo amante inconsapevole.
2) Il principe e il desiderio
L'UNICA COSA CHE UNA SIGNORA NON DEVE FARE
La benestante Lady Georgina Maitland non vuole un marito, sebbene le farebbe comodo un buon maggiordomo per gestire le sue tenute. Uno sguardo ad Harry Pye, e Georgina sa che non sta trattando solamente con un servitore, ma con un uomo.
E' INNAMORARSI...
Harry ha conosciuto molti aristocratici - incluso un particolare nobiluomo che è suo nemico giurato. Ma Harry non ha mai incontrato una bella lady così indipendente, disinibita, e desiderosa di stare nelle sue braccia.
DI UN SERVITORE.
Tuttavia, è impossibile portare avanti una relazione discreta quando pecore avvelenate, paesani assassinati, e un magistrato infuriato mettono la contea in subbuglio. Gli abitanti del luogo incolpano Harry di ogni cosa. Presto tutto quello che Gerogina può fare è tenere la testa fuori dall'acqua e Harry lontano dal cappio... senza perdersi un'altra notte d'amore.
3) Il principe e il tormento
QUANDO UN DIAVOLO INCONTRA UN ANGELO
Lucy Craddock-Hayes è nata e vissuta in campagna, ed è soddisfatta della sua vita tranquilla. Almeno, lo è finchè non inciampa in un uomo svenuto – un uomo nudo svenuto – e perde per sempre la propria innocenza.
LUI PUO’ PORTARLA IN PARADISO
Il visconte Simon Iddesleigh è stato aggredito e percosso dai suoi nemici fin quasi a morte. Ora ha un feroce desiderio di vendicarsi. Ma mentre Lucy lo cura, l’onestà di lei lascia nella sua anima sfinita un’impressione profonda– ed allo stesso tempo accende un desiderio che rischia di consumarli entrambi.
OPPURE ALL’INFERNO
Affascinata dalla vivace intelligenza di Simon, dai suoi modi raffinati, e perfino dalle sue scarpe con i tacchi rossi, Lucy presto si innamora perdutamente di lui. Ma benchè l’onore trattenga Simon dal sedurla, il suo desiderio di vendetta porta i suoi assalitori fino a Lucy. E mentre Simon si prepara a dichiarare guerra ai propri nemici, Lucy si prepara a combattere per conquistare la sua anima usando l’unica arma a sua disposizione – l’amore…
Mio caro lettore,
Mentre esaminavo i miei appunti su IL PRINCIPE E LA PREDA, ho trovato questa intervista preliminare che avevo fatto al protagonista del romanzo, Simon Iddesleigh, il visconte di Iddesleigh. Ve la offro qui, nella speranza che possiate trovarla divertente.
Intervista ad un libertino
Lord Iddesleigh si accomoda nel mio studio, perfettamente a proprio agio. Ha una parrucca di un bianco immacolato, e indossa una giacca di velluto color blu zaffiro, con metri su metri di pizzo ai polsi ed alla gola. Ha appoggiato la gamba destra sul bracciolo della poltrona su cui si trova, e sta facendo dondolare pigramente il piede – un piede che sfoggia una scarpa con un alto tacco rosso. Socchiude gli occhi di un glaciale color grigio, mentre mi guarda risistemare i miei appunti, leggermente divertito.
D: Milord, siete stato descritto come un libertino senza nessuna possibilità di recupero. Come rispondete a quest’accusa?
Simon: E’ sempre difficile rispondere ai complimenti di questo genere. Si rischia di balbettare e di arrossire da capo a piedi.
D: Non negate le vostre tendenze da libertino, allora?
Simon: Negarle? No, madame, anzi io me ne vanto. Godere della compagnia di donne magnifiche ma allo stesso tempo assolutamente licenziose, vedere fortune intere che passano da una mano all’altra ai tavoli da gioco, fare le ore piccole di notte e far colazione ancora più tardi… Ditemi, quale gentiluomo non amerebbe una vita del genere?
D: E che mi dite delle voci secondo cui avreste ucciso due uomini in due diversi duelli?
Simon: (smette di dondolare il piede per un secondo, poi ricomincia, guardandomi dritto negli occhi). Non darei molto credito alle voci che circolano.
D: Ma---
Simon: (rimirando il pizzo che gli adorna il polsino). Abbiamo terminato?
D: A dir la verità, volevo chiedervi qualcosa circa l’amore.
Simon: (con l’aria estremamente annoiata). I libertini non si innamorano.
D: Mai?
Simon: Mai.
D: Ma---
Simon: (con esagerata gentilezza) Madame, vi ripeto che è inutile che insistiate. Affinchè un libertino possa essere tanto sciocco da innamorarsi, dovrebbe aver trovato una donna così straordinariamente intelligente, piena di spirito, bella ed affascinante da fargli rinunziare a tutte le altre donne – e, soprattutto, ai loro favori. Quali sono le probabilità che una cosa simile avvenga, vi chiedo?
D: Ma supponiamo che un libertino si innamori…
Simon: (tirando un sospiro d’esasperazione). Vi ho detto che è impossibile. Ma se un libertino si innamorasse…
D: Sì ?
Simon: Ne verrebbe fuori una storia molto interessante.
Cordialmente,
Elizabeth Hoyt