In the Spotlight/Sotto i riflettori: Margaret Privitera
L'AUTRICE
Nata a Catania il 14/04/1991, vive a Padova da circa otto anni.
Ha frequentato il liceo linguistico-turistico e una volta diplomata, ha lavorato per una azienda edile del territorio, al momento è disoccupata.
Ama leggere e viaggiare, ma soprattutto scrivere.
Diversi dei suoi racconti sono già stati pubblicati online a seguito di concorsi e iniziative.
“Gli amori segreti del lago” è il suo primo romance storico.
IL ROMANZO
Hawaiian Dream
Ohau, Honolulu
Annah Leigh non è la tipica bellezza americana.
Non ha un fisico statuario e non è certo una biondona da capogiro, ma sa di avere una bellezza particolare e del talento che non solo lei vede.
Difatti quando scopre di essere una delle prime candidate al concorso di “Miss Hawaii”, prende il primo volo per dirigersi verso l’isola di Ohau, decisa più che mai a gareggiare e vincere.
Tuttavia Il concorso, tenuto nel paradisiaco Eden s’Hill Hotel, si rivela più arduo di quanto credesse e strani incidenti iniziano ad ostacolare l’ascesa per il successo, nonché a mettere in serio pericolo la sua vita.
Annah non si abbatte e decide di affrontare la serie di sfortunati eventi che la perseguitano.
Ben presto troverà un alleato che ammaliato dal suo carisma, resterà al suo fianco durante le settimane del concorso facendo così scattare l’amore e la passione tra i due: l’affascinante surfista Josh Evans, ma l’uomo fin dall’inizio celerà un aspetto di sé che solo più tardi Annah conoscerà...
La corsa al titolo più ambito dell’isola è aperto… Chi sarà la nuova “Miss Hawaii” dell’anno?
L'ESTRATTO
I° Capitolo
Aeroporto di Ohau,
Honolulu
<Aloha!> esclamò la donna sorridendo mentre le metteva al collo un lei di fiori esotici.
<Aloha, grazie mille> rispose Annah, assaporando il profumo delicato dei fiori.
Era appena atterrata sull’isola e già le donne del posto la accoglievano come solo loro sapevano fare.
Aveva visto queste scene nei film da piccola: donne hawaiane dai lunghi capelli neri e dalle gonne di paglia andavano incontro ai turisti accogliendoli con le festose collane di fiori.
Adesso che era li in carne ed ossa, stentava a crederci.
Il sole filtrava dalle alte vetrate dell’aeroporto e la gente andava e veniva abbigliata con camicie colorate esibendo una abbronzatura da far invidia.
Cercò con una rapida occhiata l’hostess che l’avrebbe scortata in albergo e quando vide una donna dai capelli scuri tenere un cartellino con su scritto il suo nome e cognome, le fece cenno.
<Eccomi> disse, avvicinandosi ad essa.
<Aloha miss Leight, fuori ci aspettano> la informò la donna, aiutandola a portare una delle valigie.
<Aloha miss, credo che possiamo andare pure, ne ho avuto abbastanza di aeroporti per oggi> ammise stancamente, ripensando ai vari scali effettuati per arrivare a destinazione.
<Mi chiami pure Alana, spero che il viaggio sia stato gradevole> rispose la donna, rivolgendole un caloroso sorriso.
<Piacere di conoscerti Alana, io sono Annah. Il viaggio è stato pressoché passabile> rispose cordialmente.
Una volta arrivati fuori la donna la invitò ad entrare all’interno di una lussuosa limousine bianca.
Annah sorrise tra sé, celando l’euforia del momento: non aveva mai viaggiato all’interno di un mezzo simile in tutta la sua vita.
Una volta al suo interno, l’autista, un uomo del posto, la salutò per poi mettersi in viaggio.
Il caldo e i raggi di sole iniziavano già a farsi sentire sulla sua pelle candida, nonostante l’aria condizionata della macchina fosse in funzione da svariate ore.
Annah sospirò, lasciandosi andare contro il sedile in pelle.
Era esausta.
<E’ la prima volta che visitate le Hawaii?> chiese Alana seduta al suo fianco.
<Si, ma ho sempre sognato di visitare quest’isola> ammise lei.
Guardando fuori dal finestrino la vista era molto più di ciò che si aspettava.
Grandi montagne e vulcani coperti da verdi foreste e fiori esotici troneggiavano sulle spiagge, costeggiate da alberghi lussuosi e resorts da dove si poteva ammirare l’oceano azzurro e limpido.
Era il paradiso che aveva sempre sognato.
<Ohau è la terza isola della Hawaii e ospita la maggior parte della popolazione, laggiù potete vedere i due vulcani principali: il Wai’anae a ovest e il Ko’olau a est. Oggi formano la maggior catena montuosa di tutta l’isola.> la informò la donna.
<Interessante> rispose Annah osservando i due promontori verde smeraldo.
<La lingua più diffusa è l’inglese, ormai siamo in pochi a conoscere la lingua del luogo> continuò la donna con un sorriso mesto.
Annah immaginò quanto fosse difficile per la gente del posto vedere svanire pian piano le proprie origini.
<Non dev’essere semplice vedere l’intera isola presa d’assalto da alberghi e turisti> disse empatica.
<No per niente, ma con il tempo si fa l’abitudine anche a questo e devo dire che amo fare nuove conoscenze> ammise la donna.
Intanto la limousine risaliva una collina da dove il panorama si faceva sempre più maestoso e lontano.
<Siamo quasi arrivati> annunciò Alana.
'Perfetto', disse Annah tra sé.
Non vedeva l’ora di arrivare in camera e cambiarsi, la spiaggia la stava aspettando e di sicuro sarebbe stata convocata dai giudici della gara.
Ancora non riusciva a crederci.
Era passata una settimana da quando aveva scoperto di essere stata ammessa al concorso, in verità non sapeva nemmeno che il suo nome si trovasse tra le file di candidate.
Infatti a farlo era stata sua sorella Bridget: aveva sempre creduto che in lei ci fosse tanta bellezza quanto potenziale.
Bridget lo sapeva bene, Annah non sarebbe mai riuscita a compilare quel modulo di partecipazione di suo pugno, ecco perché l’aveva fatto al posto suo di nascosto.
Era altrettanto convinta che nel momento in cui Annah avrebbe visto di essere stata accettata, non si sarebbe più tirata indietro.
E così era stato.
Non appena aveva ricevuto la lettera, sulle prime era rimasta interdetta, ma subito dopo, spinta dalla sorella e dalla madre Mary, si era decisa a gareggiare.
In palio c’era una borsa di studio per le più grandi università europee.
Annah aveva sempre sognato di studiare ad Oxford, ma la sua famiglia non aveva i mezzi per farlo e nemmeno lei.
Adesso però, aveva una possibilità e l’avrebbe sfruttata al massimo.
Aveva lasciato la Florida e la sua famiglia per un solo scopo: vincere.
Voleva dimostrare di potercela fare da sola e voleva rendere sua madre e sua sorella fiere di lei.
<Eccoci, siamo arrivate> la informò Alana spezzando il filo dei suoi pensieri.
Quando uscirono dall’auto il vento caldo la investì in pieno, scompigliandole i capelli.
Alzò lo sguardo verso la trionfale entrata dell’Eden Hill, l’hotel più lussuoso di tutta l’isola e per un attimo si sentì mancare.
La struttura era un imponente palazzo bianco che si stagliava contro la vegetazione rigogliosa e il blu cobalto del mare.
La conformazione esterna ricordava una immensa barca a vela.
tempestato da finestre blu come l’oceano, contava almeno venti piani.
<Allora, che ve pare?> chiese Alana con un sorrisetto, immaginando già i suoi pensieri.
Annah rise.
<Credo di non aver mai visto nulla di simile in tutta la mia vita> rispose tutto di un fiato.
Quando entrarono nella hall, Annah iniziò a scorgere alcune delle candidate al concorso.
Era impossibile non riconoscerle, con quel corpo statuario e gli abiti sgargianti che indossavano, perfino un cieco le avrebbe viste.
<Ecco, quelle sono le candidate> disse Alana, invitandola a prendere parte al gruppo.
Annah la ringraziò, avvicinandosi poi alle giovani donne.
Mano a mano che si avvicinava iniziò a studiare le sue rivali.
Un gruppo di ragazze dalla pelle dorata e i lunghi capelli biondi, ridevano sonoramente dinnanzi al banco.
Alcune sembravano molto più giovani e carine di lei, ma aveva come l’impressione che fossero tutte uguali.
Solo quando gli fu più vicino, Annah poté scorgere le particolarità di alcune.
Intanto una del gruppo, una biondina dagli occhi azzurri, iniziò a squadrarla.
Per un attimo sembrò che la ragazza si sentisse intimorita dalla sua presenza, ma quell’impressione svanì in un lampo, lasciando il posto alla competizione.
<Guardate ragazze, abbiamo anche pel di carota> disse la biondina con l’intento di schernirla.
Alcune delle donne risero, iniziando anch’esse a squadrarla.
Annah rimase interdetta.
Davvero quella sconosciuta si stava riferendo a lei?, si chiese basita.
Quando gli fu vicina, posò i bagagli al suolo, fingendo indifferenza.
Non voleva far scaturire una lite proprio adesso.
Anche se la voglia di ribattere a quella provocazione era forte.
Intanto la ragazza continuava a fissarla, sparlando poi a bassa voce con le proprie compagne.
I loro sguardi divertiti iniziarono a infastidirla.
Guardò spazientita l’orologio che aveva al polso, chiedendosi che cosa stessero aspettando.
<Ciao, sei tu Annah Leight?> chiese una voce amichevole.
Annah alzò lo sguardo, trovandosi dinnanzi una donna dai capelli oro e dagli occhi miele.
<Si , sono io> rispose.
<Io sono Sherry Adams, piacere di conoscerti> disse la giovane porgendo la sua mano.
Annah la strinse, chiedendosi come faceva a sapere il suo nome.
<Siamo compagne di stanza> disse la ragazza precedendola.
<Vedi?, è scritto qui> continuò Sherry, mostrandole una lista.
<Caspita, sono così sbadata da non sapere nemmeno dell’esistenza di una lista> ammise Annah divertita.
Sherry scoppiò a ridere.
<Tranquilla, siamo arrivate da poco e non c’erano poi tante copie. Ci hanno solo detto di informare le nostre compagne, ti ho riconosciuto grazie alle foto> rispose.
<Grazie mille per avermi informata, Sherry>.
<Sai anche che cosa stiamo aspettando?> continuò Annah.
<Aspettiamo che ci diano le chiavi della stanza e dopo che ci saremo sistemate, avremo il nostro primo colloquio con i giudici> concluse la compagna.
Intanto la ragazza bionda continuava a fissarla
Annah abbassò lo sguardo sentendosi a disagio e irritata al tempo stesso, detestava essere fissata a quel modo.
<Non preoccuparti di lei, fa così con tutte la ragazze che rappresentano una minaccia> l’avvertì Sherry, intuendo i pensieri della compagna.
<Chi si crede di essere?> chiese Annah sarcastica.
<Quella è Harmony Lee, è stata la vincitrice di diversi concorsi di bellezza locali, viene dalla California credo>.
E così in gara c’era anche una pluri coronata, di sicuro avrebbe fatto qualsiasi cosa per aggiudicarsi il titolo, si disse Annah tra sé.
<Dovrebbero coronarla come: “Miss simpatia 1942” non gli starebbe niente male> rispose cinica.
Sherry scoppiò nuovamente a ridere.
La sua risata era così musicale e il suo sorriso perfetto.
Annah si rese conto che anche la sua compagna di stanza sarebbe stata un'ottima rivale.
Intanto Harmony la fissava con astio, di sicuro aveva sentito la pungente battuta di Annah.
<Hai proprio ragione!> rispose Sherry.
Improvvisamente la donna si avvicinò alle due.
Annah drizzò la schiena intuendo che cosa volesse fare quella megera.
<Stavi forse parlando di me?> chiese stizzita la biondina verso Sherry.
La ragazza ammutolì spiazzata.
Adesso che le era più vicina, Annah poté studiarla meglio.
Non aveva una bellezza particolare, e avrebbe giurato che quel naso alla francese fosse finto, a differenza del suo.
<No ti sbagli, non sappiamo nemmeno chi sei e in tutta franchezza, non ci interessa nemmeno saperlo> rispose Annah indifferente, vedendo l’imbarazzo nel volto di Sherry.
Harmony la squadrò furente, i suoi occhi celeste brillarono.
<Non sto parlando con te pel di carota, non intrometterti> rispose irritata la donna.
<Tu no ma io si, Barbie> ribatté Annah piazzandosi dinnanzi alla bionda.
Era poco più alta di lei, ma non le importava, odiava le frecciatine sui suoi capelli o la sua pelle.
Sentì alcune delle ragazze ridacchiare, perfino Sherry che un attimo prima sembrava impietrita.
Harmony non le toglieva gli occhi di dosso, sembrava che da un momento all’altro avrebbe potuto spingerla via.
<Fatti da parte, questa gara non fa per te> rispose cinica la rivale.
Annah abbozzò un sorrisetto beffardo.
Perfino un santo avrebbe potuto detestare una così, si disse.
<Davvero? E perché mai?> rispose spazientita.
<Perché te la renderò un inferno> concluse Harmony puntandole un dito contro, enfatizzando così il concetto.
Improvvisamente qualcuno entrò nella hall, destando l’interesse delle ragazze.
Annah e Harmony si fissarono ancora ad un palmo di distanza, e una ragazza dai lunghi capelli neri prese Harmony per un braccio.
<Sono arrivati i giudici!> l’avvertì.
Harmony si voltò dando le spalle ad Annah e lei fece altrettanto.
<Grazie> sussurrò Sherry.
Annah sorrise appena, ripetendosi di stare calma.
Quello scontro le aveva rovinato la mattinata, questo era certo.
Decise di focalizzarsi su i tre giudici che adesso stavano in piedi davanti al banco.
<Benvenute ragazze, dopo mesi siamo riusciti finalmente a fare una cernita e le poche rimaste sono state solo le migliori a nostro avviso> annunciò James Cameron, il giudice più anziano.
L’uomo aveva partecipato in qualità di giudice a diversi concorsi tra cui “Miss America”.
Era un pezzo grosso ma soprattutto, molto affascinante.
Al suo fianco c’era poi Bill Masterson, famoso conduttore televisivo e infine la modella più famosa d’America: Thalia Key.
La donna dalla bellezza esotica studiava in silenzio le candidate, e quando i suoi occhi verdi si focalizzarono su di lei, sembrò compiacersi di vederla tra le partecipanti.
Annah rimase impassibile, cercando di concentrarsi su James che continuava il suo discorso.
<Oggi vi sistemerete nei vostri alloggi e dopo avrete il vostro primo colloquio con me e il resto dei giudici. Questo riscontro inizierà a determinare i punti che vi permetteranno di vincere, per cui, buona fortuna> concluse l’uomo, con un sorriso sfavillante.
Le chiavi della stanza vennero distribuite alle candidate.
Annah e Sherry vennero sistemate in una camera del quarto piano.
La stanza contava due letti e un bagno, era molto semplice ma elegante al tempo stesso.
A renderla perfetta era il piccolo terrazzo incorniciato da piante esotiche che si affacciava sull’oceano e le spiagge.
Annah, una volta sistemate le sue cose, si affacciò dal balconcino, ammirando estasiata la natura circostante.
Inspirò l’aria salmastra chiudendo gli occhi.
I raggi del sole scaldavano il suo viso e il suono del mare acquietavano i suoi sensi.
<E’ meraviglioso!> esclamò Sherry alle sue spalle.
<Già, un vero paradiso> concordò Annah.
Finalmente iniziava a sentirsi a suo agio, Sherry era una ragazza semplice, come lei, di sicuro sarebbero diventate buone amiche.
<E’ meglio che vada a preparami, tra poco incontreremo i giudici. Mi aiuti a scegliere cosa mettere?> chiese Sherry.
Annah sorrise, <ma certo, andiamo>.
Anche lei doveva prepararsi, tra poco avrebbe affrontato il primo passo verso la vittoria.