Catherine Coochran, fotografa di professione, lavora alacremente per guadagnare i soldi necessari al mantenimento agli studi dei suoi due fratelli gemelli iscritti a medicina e per pagare i conti di una madre immatura e irresponsabile che, dopo aver perso il marito abbiente, non vuole rinunciare ad una vita agiata. Cat non stacca mai, mangia e dorme pochissimo con ripercussioni anche sulla sua salute, si barcamena fra clienti insolventi, bollette e conti da far quadrare. Deve stringere i denti ancora per quattro mesi, dopodichè la morsa economica si allenterà e lei potrà dedicarsi più a se stessa. Fra i numerosi lavori che deve curare, accetta anche di realizzare un servizio fotografico su Travis Danvers, enigmatico, sfuggente e ricchissimo designer di barche. Per Cat sarà l'incarico più importante di tutta la sua carriera perchè le conseguenze derivanti dall'incontro con Travis, cambieranno irrimediabilmente la sua vita.
E’ il primo romanzo che ho letto della Lowell, scelto a caso perché dovevo fare volume per una busta altrimenti troppo grande per un libro solo. Ricevuto senza alcuna aspettativa, incuriosita solo da questa figura del miliardario designer di barche, l’ho terminato collezionando una ridda di emozioni che, nonostante siano passati quasi due mesi dalla lettura, fatico a dimenticare.
Travis vive e lavora su una lussuosa barca che lui stesso ha disegnato, e non rimane a terra per più di due o tre settimane, cioè quando scende per curare i suoi affari. A fronte della sua smisurata ricchezza, è molto prevenuto nei confronti delle donne, che ritiene siano tutte egoiste e avide di denaro. Questo atteggiamento è quasi irritante all’inizio e forse anche un tantino esasperato in alcune espressioni, però trova poi nel corso della storia una ragionevole spiegazione che, se non giustifica pienamente certi comportamenti, quantomeno ci aiuta a comprenderli meglio. Catherine l’ho scoperta invece come un personaggio commovente e bellissimo: non chiede mai aiuto a nessuno e in nessuna circostanza, lavora in proprio e mantiene la sua famiglia con uno sforzo economico che va decisamente oltre le sue umane possibilità. Quando Travis la conosce, prova ammirazione, tenerezza e un istinto di protezione verso questa donna che vuole farcela a tutti costi da sola, che non si lamenta mai , orgogliosa e indipendente anche se versa in condizioni economiche difficili. Travis lo dirà apertamente: " non sono abituato a donne come te”, vorrebbe convincersi che Cat è diversa, che la sua forza d'animo è genuina e che non è interessata al suo patrimonio economico, ma è difficile per lui che non riesce a scrollarsi di dosso il tarlo del dubbio.
La domanda nel lettore sorge spontanea : perchè Catherine deve farsi carico di un onere che spetterebbe comunque alla madre? Perché non si ribella ad un genitore così irresponsabile, che dovrebbe avere più cura dei suoi figli e assumersi le sue responsabilità?
Perché Catherine deve dimostrare molto a se stessa: a causa di un passato che l'ha ferita, umiliandola pesantemente e spogliandola di ogni autostima, il mantenimento della famiglia con le sue sole risorse rappresenta il suo riscatto e la sua vittoria, una soddisfazione dal valore inestimabile, una cura per delle ferite che non potrebbero guarire in altro modo. Attraverso il suo amore per Travis, Catherine tocca tasti delicati e cari in ciascuna donna senza scadere nel melodrammatico, rivelando forza di carattere e tanto amore verso quest’uomo che poca fiducia nutre verso il genere femminile.
Travis dal canto suo non è un eroe, tutt’altro. E’ un pirata a bordo della sua esclusiva barca che vive con molte paure e incertezze, seppur ben mascherate: capace di essere un bastardo patentato, freddo e crudele, ma nondimeno un amante e un compagno sollecito , passionale e sensibile verso la sua donna, capace di molti errori, ma in grado di ammetterli e di ripartire da essi, in nome di quel sentimento che Cat gli insegnerà poi a riconoscere come amore.
Le rispettive passioni dei protagonisti, cioè la fotografia e le barche, non sono un semplice sfondo alla storia, ma elementi preziosi che arricchiscono la loro personalità e li circondano di affascinante carisma, che è poi l’elemento principe che a me fa apprezzare una storia scritta. Sarà forse un caso che siano le stesse passioni dell’autrice?
La scrittura della Lowell è in ottimo equilibrio fra descrizioni e dialoghi, il ritmo narrativo è sempre ben sostenuto e il linguaggio è decisamente scorrevole.
Dopo aver terminato questa lettura, mi sono convinta che ci sono libri che lasciano più o meno il segno nell'animo di chi legge, libri che non lo lasciano affatto e libri invece che lo lasciano così profondo, che impedisce per giorni di prendere in mano un nuovo titolo da leggere. Per quanto mi riguarda, “Ai confini del cuore” appartiene a quest'ultima categoria.