Ferito e sanguinante, dopo cinque mesi di combattimenti, il conte Jacopo di Fossanta torna a casa. La sua amata dimora è stata però venduta dallo zio al ricco e spregiudicato Matteo Neri, che si è anche fidanzato con la marchesa Eleonora di Sassoferrato, la donna che Jacopo amava. Rimasto solo, senza soldi e senza casa, Jacopo medita vendetta e decide di sedurre Lucrezia, figlia del Neri. Non immagina che sarà invece la ragazza a rapirgli il cuore e a trascinarlo verso la felicità….
"Inganni d'amore" non si presenta come una storia che dovrebbe, in teoria, brillare per originalità: la sua trama si modella secondo uno dei temi più ricorrenti del genere romance, ovvero la bella innocente corteggiata per vendetta da un seduttore che rimane sedotto a propria volta.
Non nascondo che ad aver orientato il mio acquisto era stata proprio la rassicurante promessa di veder svolta una delle mie trame preferite da un'autrice che avevo già avuto modo di apprezzare per il suo stile fresco ed elegante. Ma ad essere originalissimo ed assolutamente inaspettato è il modo in cui Ornella Albanese racconta la sua storia: affidando il filtro narrativo interamente al suo protagonista maschile.
E' Jacopo a presentarci lo svolgersi della vicenda e ci presenta i vari personaggi, compresa Lucrezia, protagonista sfuggente e suggestiva. Di rado ho subito così fortemente il fascino di una figura femminile, ma nel guardarla attraverso gli occhi di Jacopo è come se insieme a lui lentamente ne fossi rimasta sedotta anch'io. Lucrezia è intelligente senza essere pretestuosa, dolce ma sorprendentemente determinata, generosa e sensata, arrendevole ma inflessibile. Lucrezia, per Jacopo, si trasforma lentamente da preda crudelmente designata in un seducente ed inafferrabile enigma, come in fondo è sempre una vera donna agli occhi di un uomo. Jacopo è un personaggio maschile che, sebbene insolito proprio in virtù del suo ruolo di narratore principale, confesso di aver piacevolmente apprezzato: passionale ed affascinante, brucia di desiderio di rivalsa. All'inizio del romanzo lo conosciamo esausto nel corpo e nello spirito, reduce da una guerra in cui si è battuto con onore per la sua patria (siamo in Italia nel 1848), ma che lo ha anche segnato nel profondo. Vuole tornare a casa e vuole, soprattutto, tornare alla sua vita di un tempo, fatta di spensieratezza e di certezze, invece, senza averne nessuna colpa, ha perso tutto. Tuttavia la sua rabbia ed il suo profondo senso di ingiustizia non lo rendono mai un personaggio oscuro, al contrario ho trovato che questo romanzo e la storia d'amore tra Jacopo e Lucrezia fossero pervasi di una luce scintillante, complici anche delle sequenze davvero evocative (i primi incontri, il ballo in maschera e la gita notturna tra la riva del fiume e le stelle).
Un romanzo piacevole e raffinato di cui consiglio sinceramente la lettura.