ho letto questo romanzo parecchio tempo fa, e come dice Cris, può piacerti o non piacerti affatto, ma è comunque un romanzo che non si fa dimenticare.

Trovo la scrittura della Schone incisiva, cruda, se dovessi paragonarla a un quadro direi che i colori predominanti sono il rosso e il nero.

Dove il nero è la sessualità fredda e metodica che viene dalla sofferenza, dall'umiliazione e dai soprusi, e dove il rosso è la passione come mezzo di rinascita, come speranza di salvezza.

E' sicuramente un libro che colpisce, nel bene o nel male, cui non si può rimanere indifferenti, ma che anche nella peggiore delle ipotesi, non si riesce a condannare.

Alla Schone il merito di essere riuscita ad esplorare i lati più oscuri della natura umana, e della passione, in una società dove l'apparenza era più importante della verità, per quanto terribile.