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Sulle tracce di un lord - Prima parte

SULLE TRACCE DI UN LORD
(ovvero la giornata di un gentleman a Londra)



Ogni lettrice di historical o regency romance sa quanto sia facile “innamorarsi” di un eroe maschile superbamente disegnato dalla penna della sua scrittrice preferita.
È inevitabile: da Mr. Darcy in poi, abbiamo sospirato per l’uno o per l’altro dei protagonisti, colpite al cuore non solo dalla passione che riesce a dimostrare verso il fortunato oggetto del suo desiderio o dallo spessore psicologico che l’autrice ha saputo infondergli, ma anche dal suo aspetto fisico e da uno stile di vita completamente diverso da quello attuale e proprio per questo affascinante. Grazie ad alcuni dettagli più o meno approfonditi, abilmente disseminati qua e là fra una scena d’amore e l’altra, abbiamo ormai acquisito una certa familiarità con le abitudini maschili, soprattutto per quanto riguarda il mondo britannico e la cosiddetta era georgiana (1714 – 1830).
E se volessimo conoscere meglio il nostro eroe, e fare un po’ più di luce sulla sua vita privata? La curiosità, in fondo è donna…
Così, cercando nella storia del passato e ricordando i libri più amati, ecco la ricostruzione di una giornata tipo del nostro carissimo Lord X… ; in punta di piedi, attente a non farci scoprire, lo seguiremo passo passo per le vie di Londra...


Mattino

Siamo nel cuore della Capitale, nel primo quarto del XIX° secolo, nella casa di città di Sua Signoria, poco prima che inizi la Season e …la sua storia d’amore con Miss Y...
E’ una bella mattina di primavera, purificata dalla pioggia caduta durante la notte. La residenza di Lord X è una splendida dimora in stile Regency, che reca la firma di John Nash, con la facciata di stucco bianco e la porta incorniciata da colonne.

 


L’ora è piuttosto avanzata ma prima che il nostro eroe esca per le sue attività quotidiane, abbiamo dovuto attendere il suo risveglio, le abluzioni, il rito della vestizione e quello della prima colazione. A queste necessità ha provveduto il suo valletto, una figura davvero rispettabile, tanto da essere definito “il gentiluomo di un gentiluomo”.
Devoto al suo padrone (in questi anni a cavallo delle guerre napoleoniche si tratta spesso di un ex attendente: ricordate Pierce, ne Le ragioni del silenzio di Gayle Wilson?), lo ha assistito nella rasatura e gli ha presentato gli abiti da indossare, perfettamente in ordine e secondo i dettami dell’ultima moda.  

   
È dal 1790 circa, che spira un vento nuovo per l’universo maschile del ton. Da quando Lord George Bryan Brummell detto Beau è arrivato a Londra, lo stile di vita del sesso forte ha seppellito le vecchie consuetudini. Abolita la parrucca, la cipria e i nei, eliminate leziosità come ventaglio e tacchi alti, colori sgargianti e profumi forti per nascondere l’odore sgradevole di chi ignora l’igiene, il nuovo dandy, ovvero l’uomo alla moda, getta le basi dell’eleganza e della moda attuale, con abitudini che oggi diamo per acquisite ma che all’epoca rappresentarono una vera rivoluzione sociale e culturale. Il dandy è uno sportivo che però non trascura la cultura né i bei modi, ha lo “scandaloso vizio” di fare il bagno e adoperare il sapone, non usa profumi, cambia la camicia ogni giorno, sceglie la qualità e la sobrietà nei suoi vestiti. Il suo abbigliamento (per mattina e primo pomeriggio) è così composto:
- Camicia bianca (in lino o cotone); è lunga fino quasi alle ginocchia, e costituisce l’unico capo di biancheria intima; è molto larga, aperta sul petto e si infila dalla testa. Le maniche sono ampie, senza merletti ai polsi;
- Pantaloons: spesso in pelle di daino, di colore chiaro, aderenti;
- Panciotto: a un petto o a due, anche con risvolto. In seta, lana o broccato, in tinta unita o a righe, ma sempre di colore chiaro per poter risaltare sotto la giacca;
- Marsina: in lana superfine, a uno o due petti, più corta del panciotto sulla parte davanti, con due code per poter cavalcare comodamente, in vari colori per la mattina, rigorosamente blu o nera per la sera; i sarti più famosi del momento sono Schweitzer e Davidson, Guthrie e John Weston, al n. 38 di Old Bond Street. Quante volte abbiamo sentito elogiare da Georgette Heyer, da Mary Balogh e da tante altre scrittrici le sue giacche perfettamente tagliate, così aderenti da sembrare cucite addosso? Brummel si è servito da Weston e, sembra, anche il Principe di Galles. Oggi di lui non rimane che un soprabito blu, esibito al Museo di Londra.
- Cappotto: in passato era ricco di numerose mantelline (fino a 12), secondo la moda dei postiglioni; Brummel però, lo riporta a una linea più sobria;
- Cravatta: in lino o seta, è di rigore il “bianco virginale” e la rigidissima inamidatura. Il nodo riveste un’importanza fondamentale e per ognuno di essi c’è un nome particolare: Orientale, Matematico, Osbaldeston, Trono d’Amore, ecc. A volte sono di così difficile realizzazione che richiedono più di un tentativo: un ospite di Beau, vedendo il suo valletto personale uscire dal guardaroba con una montagna di cravatte spiegazzate chiese cosa fossero. Il valletto rispose rassegnato: " i nostri fallimenti, signore";
- Stivali: assolutamente Hessian e perché siano lucidissimi Beau li fa pulire con lo champagne. L’idea di infilarvi i pantaloni venne a Wellington, per praticità in battaglia. Brummel li trovò così eleganti da adottarli immediatamente nel quotidiano. Il calzolaio migliore? Hoby, in St. James Street;
- Cappello:il cilindro ha quasi soppiantato del tutto il bicorno. È molto costoso se realizzato in pelo di castoro (fino a 40 scellini) ma in questo caso è in grado di resistere all’acqua;
- Guanti: morbidissimi se da passeggio o da sera, più robusti per tenere le redini. Anche qui Beau fa scuola: ricorre a due guantai diversi: uno per realizzare i pollici e l’altro per le dita restanti.
- Acconciatura: il taglio moderno è “alla Tito” o “alla Bruto”. Fondamentale l’aspetto indisciplinato ad arte alla “colpo di vento”;
- Per la sera: ancora di rigore le “brache” al ginocchio, in seta o lana merinos; da Almack’s non si entra con i pantaloni lunghi! Ovviamente, niente stivali ma scarpini lucidi, con fibbia.
 

   

Finalmente Lord X è pronto, ha chiesto la sua carrozza e vi sale piuttosto in fretta: ha molto da fare, stamani….
La sua prima tappa è nell’elegante quartiere di Mayfair, precisamente in Dover Street; qui, nella straordinaria bottega dell’armaiolo più famoso di Londra, Joseph Manton, i gentiluomini possono non solo ammirare o acquistare le magnifiche (e costosissime) creazioni dell’artigiano, ma anche provarle ed esercitarsi a sparare. Il possesso di armi splendide e soprattutto precise, è in realtà un investimento che, all’occorrenza, può fare la differenza fra la vita e la morte.
Infatti, nonostante i duelli siano già proibiti da diverso tempo, il “codice d’onore” ancora per diversi anni imporrà che le offese siano affrontate e risolte “all’alba”.
Nei romances, assistiamo spesso a questi incontri o alla loro mancata (per un soffio) esecuzione. Nella realtà, tranne casi eccezionali, si mirava alla conciliazione o se questa non era possibile, al ferimento dell’avversario piuttosto che alla sua morte, equiparata per legge ad un assassinio; raramente tuttavia l’uccisore veniva condannato se la provocazione era ritenuta grave e se il codice d’onore era stato rispettato. La nobiltà, inoltre, poteva essere giudicata solo da un tribunale costituito da pari, presso la House of Lords di Londra.

In epoca Regency, l’uso della pistola in luogo delle lame conosce un notevole sviluppo; le armi da fuoco sono infatti più “democratiche” in quanto non richiedono lunghi anni di addestramento né un fisico particolarmente agile. Certo, non tutti possono permettersi i fratelli Manton, fornitori della Real Casa...
Lord X ha fatto la sua scelta: dopo averle provate, acquista due splendide
pistole da duello con intarsi in argento; gli vengono consegnate in un astuccio di legno con tutto l’occorrente per la manutenzione; per quanto costose, certo non può immaginare che quelle stesse armi, a due secoli di distanza, saranno battute all’asta con un prezzo di partenza che oscilla intorno ai diecimila dollari…


Uscito da Manton, il gentleman risale in carrozza per un brevissimo tragitto: svoltato l’angolo, siamo infatti nella più esclusiva via di Londra, quella che ancora oggi ospita le firme più prestigiose: (Old) Bond Street. Il tiro a quattro si ferma e il cocchiere si predispone ad aspettare: stavolta sarà una sosta piuttosto lunga!
Lord X entra infatti nella famosa Accademia di Scherma di Henry Angelo, nipote dell’italiano Domenico Angelo Malevolti Tremamondo, noto a tutti semplicemente come “Angelo”, che la fondò alla fine del ‘700.
Provetto schermidore, Angelo diventò l’insegnante particolare del principe di Galles (il futuro re Giorgio III°) e di suo fratello il Duca di York. La sua fama crebbe tanto da permettergli di aprire l’Accademia ed inaugurare una tradizione che continuò con i figli e il nipote. L’Accademia si trasferì in Bond Street e Henry Angelo ne ampliò i locali fino a renderlo l’equivalente di un “circolo sportivo” dei nostri giorni, ovviamente molto esclusivo. Talvolta sulle pedane dell’Accademia si esibivano i più grandi talenti internazionali e, naturalmente, le scommesse fioccavano….
Troviamo spesso menzione della Angelo’s Academy nei romances; ne “L’emozione di una notte” di Candice Hern, ad esempio, uno dei potenziali amanti di Marianne vi si esercita regolarmente.


 


Mentre osserviamo il viavai di gentiluomini che entrano all’Accademia, il nostro Lord X è già uscito. Evidentemente oggi non si è allenato ma vi si è recato solamente per incontrare qualche amico e scambiare due chiacchiere. Non che abbia rinunziato a fare un po’ di esercizio fisico; infatti, lo vediamo entrare nel portone vicino, esattamente al n. 13.

È la sede della palestra di Gentleman (John) Jackson (1769 -1845), campione d’Inghilterra per la boxe a mani nude, che dopo la vittoria del 1795 si è ritirato dal ring ed ha aperto una scuola prestigiosa accanto a quella del suo amico Henry Angelo: è questi a decretare la sua fortuna, consigliando agli allievi dell'Accademia di alternare lezioni di scherma e di pugilato.
L'egemonia inglese in fatto di pugilato era iniziata nel 1719 con la figura di James Figg, campione mondiale, il quale per primo coniò la definizione di noble art per questo sport antichissimo. Fu lui a fondare la prima Accademia e ad organizzare le prime gare  in anfiteatri, creando nel contempo la figura del pugile professionista. Nel 1743, il suo allievo Jack Broughton, famoso anche per l'onestà e lo spirito di cavalleria con il quale combatteva, pubblicò le prime Regole nel London Prize Ring Rules.

 

In era georgiana, il pugilato aveva raggiunto una popolarità incredibile e agli incontri più famosi assistevano folle di appassionati. Allo storico match fra Abraham Cann, campione del Devon e James Polkinghorne campione della Cornovaglia, avvenuto a Devonport il 23 ottobre 1826, parteciparono oltre 12.000 spettatori. Il pubblico era quasi esclusivamente maschile tanto che ne Il Lord della seduzione di Loretta Chase, Jessica Trent si lamenta con Sebastian perché nessuno dei suoi fratelli ha voluto accompagnarla allo spettacolo!

Del resto era praticamente impensabile che una “dama di qualità” assistesse ad uno scontro violento, tanto più che si trattava di uomini indecentemente privi della camicia: ricordate le critiche rivolte a Kit, visconte Ravensberg, per aver osato esibirsi a torso nudo in un parco pubblico, dove avrebbe potuto essere visto da nobili signore? Diverso era se si trattava di allenamenti in un luogo deputato e rispettabile come il salon di Jackson, dove era possibile tenersi in forma e all'occasione, regolare qualche conto in sospeso. Cosa c'è di meglio che sfogare il proprio risentimento prendendo (lealmente) a pugni qualcuno con cui abbiamo a che dire? Basta pensare a quanto spesso ciò accade nei romances: un esempio recente lo abbiamo in Infine l'amore di Mary Balogh.
Allenarsi da Jackson insomma, è un must per tutti i gentlemen e godere di una sua lezione è considerato un onore. A questo contribuì anche la sua figura sempre impeccabilmente abbigliata e i modi cortesi che gli valsero la stima della corte; per l’incoronazione di Giorgio IV°, Jackson, incaricato di organizzare un “corpo di guardia” speciale, scelse personalmente 18 pugili affermati che, grazie alle loro dimensioni e allo sguardo intimidatorio, aiutarono a tenere a bada la folla. Grazie ai principi di correttezza diffusi da club come quello di Jackson, il pugilato assunse definitivamente le caratteristiche odierne e soppiantò nei duelli l’uso delle armi.
 

Lord X finalmente esce dalla palestra: un po’ accaldato per l’esercizio fisico, riprende velocemente la strada di casa dove certamente lo attende il suo valletto con un bagno caldo.
Per il momento lo lasciamo alla sua privacy, ma saremo pronte a seguirlo nuovamente in un prossimo post, dedicato alle attività del pomeriggio, seguito da una serata scintillante e da una lunga, piacevole notte…



 

 

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