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Jet Mykles: FROM HEAVEN TO HELL, PASSING BY PURGATORY, IF YOU HAVEN'T FAITH!
Jet Mykles: DAL PARADISO ALL'INFERNO, ATTRAVERSO IL PURGATORIO, SE NON HAI FEDE!
Heaven Sent Series: With the Heaven Sent series, Jet Mykles delves into the lovely world of yaoi. The Yaoi is a genre of homosexual fiction that was born through Japanese manga and has become a thriving industry. Yaoi is basically pretty boys doing pretty boys, and Jet Mykles have had fun coming up with her boys. She has done her very best to pay tribute to and be honest to the genre that sparked this idea and many yaoi fans have enjoyed the series.
Heaven Sent is a fictional rock group with originally four members: Johnnie Heaven, lead singer; Lucas Sloane, bass player; Brent Rose, lead guitar; and Darien Hughes, drummer. They are all quite gorgeous and quite wonderful and book one starts with Johnnie’s story. Johnnie, as it just so happens, is bisexual. Turns out that Luc and Brent are as well and Darien is happy to let everything think he is too. Each of the four main books in the series–Heaven, Purgatory, Hell and Faith–looks into the love life of each of the four boys and book 3 adds a fifth member, Hell on keyboards, to the band.
Part of the success of this series is to attribute to the absolutely gorgeous covers by the absurdly talented PL Nunn of Bishonenworks. (http://bishonenworks.com/)
There is nothing religious or evangelical about the titles of the books. Each one of the titles actually refers to a name. Heaven is Johnnie’s last name. Purgatory is the name of the club where the band got their start. Hell is the name of the new keyboardist who joins the band. Faith is the last name of the guy Darien eventually falls for.
La Serie Heaven Sent: Con la serie Heaven Sent, Jet Mykles scava nel piacevole mondo dello yaoi. Lo Yaoi è un genere di letteratura omosessuale che è nata dai manga giapponesi ed è diventata un'industria fiorente. Yaoi sono fondamentalmente ragazzi carini che fanno l'amore con ragazzi carini, e Jet Mykles si è divertita ad inventarsi i suoi ragazzi. Ha fatto del suo meglio per rendere omaggio ed essere onesta al genere che ha dato il via a questa idea e molti fans dello yaoi hanno apprezzato la serie.
Heavent Sent è un gruppo rock di fantasia con originariamente quattro componenti: Johnnie Heaven, il cantante leader, Lucas Sloane, il bassista, Brent Rose, il chitarrista leader, e Darien Hughes, il percussionista. Sono tutti abbastanza attraenti e abbastanza meravigliosi e il primo libro incomincia con la storia di Johnnie. Johnnie, come accade, è bisessuale. Viene fuori che lo sono anche Luc e Brent e che Darien è contento di lasciar intendere che anche lui lo è. Ognuno dei quattro libri principali nella serie - Heaven, Purgatory, Hell e Faith - indaga nella vita amorosa di ognuno dei quattro ragazzi e il terzo libro aggiunge un quinto componente, Hell alle tastiere, al gruppo.
Parte del successo di questa serie è da attribuite alle cover assolutamente meravigliose della assurdamente talentuosa P.L. Nunn di Bishonenworks. (http://bishonenworks.com/)
Non c'è niente di religioso o evangelico nei titoli dei libri. Ognuno dei titoli in realtà si riferisce ad un nome. Heaven è il cognome di Johnnie. Purgatory è il nome del locale dove il gruppo ha avuto i suoi inizi. Hell è il nome del nuovo tastierista che si unisce al gruppo. Faith è il cognome del ragazzo di cui alla fine si innamora Darien.
What means Yaoi?
From Wikipedia, the free encyclopedia: Yaoi is a publishing genre, which originated in Japan and often encompasses manga, dōjinshi, anime, and fan art. It focuses on homosexual relationships between male characters and is generally sexually explicit.
Some Westerners consider yaoi to be synonymous with shōnen-ai or BL, which contains similar themes; however by definition this is incorrect, and shōnen-ai material is not sexually explicit. The yaoi phenomenon has spread beyond Japan; yaoi material has also now been published in America and Indonesia, to name a few places.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera: Yaoi è un termine di origine giapponese usato per indicare manga e anime focalizzati su relazioni omosessuali tra protagonisti maschili (corrispondente femminile yuri) ed è di solito sessualmente esplicito.
Originariamente si parlava di shounen-ai quando non vi era un rappresentazione grafica esplicita dell'atto sessuale, mentre nello yaoi questo avveniva, ma ormai è uso comune parlare generalmente di yaoi anche quando le relazioni si mantengono a livello platonico. Il fenomeno Yaoi si è esteso oltre il Giappone; materiale yaoi è ora pubblicato anche in America e Indonesia, per citare alcuni posti.
Etymology: The English letters form a backronym of the Japanese phrase (yama nashi, ochi nashi, imi nashi), often translated into English as, "no climax, no punch line, no meaning," or as the catchphrase, "No peak, no point, no problem."
The term appears to have been originally used in Japan, perhaps as early as the 1970s, to describe any doujinshi that was a bizarre, playful parody; however, it has come to refer solely to sexually explicit male-male homosexual material. Yaoi is not a common term in Japanese; it is specific to the otaku subculture.
Origine e significato del termine: È un termine nato in ambito occidentale come acronimo di YAmanashi, Ochinashi, Iminashi che in giapponese significa "niente climax, niente risvolti, nessun significato". Essendo solitamente più esplicito dello shōnen'ai, è a tutti gli effetti un genere consigliato ad un pubblico maturo per quanto al suo interno possiamo trovare una vasta casistica di sotto-generi.
Il termine pare sia stato originariamente usato in Giappone, forse agli inizi degli anni '70, per descrivere ogni doujinshi che era una parodia strana e giocosa; ora si riferisce solo ad un genere rivolto esclusivamente ad un pubblico femminile, ma apprezzato anche da alcuni maschi omosessuali, molto diffuso sia in oriente e recentemente anche in occidente. Al suo interno ci sono numerosi stereotipi, come ad esempio una differenza spesso anche grafica (uno più prestante, altro più femminile) tra colui che è attivo nell'atto sessuale (seme) e colui che è passivo (uke).
Seme and uke: The two participants in a yaoi relationship are often referred to as seme ("attacker") and uke ("receiver"). Although these terms originated in martial arts, they have apparently been used in a sexual context for centuries and do not carry any degrading connotations. Seme derives from the Japanese verb semeru (“to attack”) and uke from the Japanese verb ukeru (“to receive”). Though gay males are often referred to in English as "tops" or "bottoms," seme and uke are more nearly analogous to "pitcher" and "catcher."
The seme is often depicted as the stereotypical male of anime and manga culture: restrained, physically powerful, and/or protective. The seme usually has a stronger chin, shorter hair, smaller eyes, and a more masculine demeanor than the uke. The seme usually pursues the uke.
The uke is usually more androgynous or effeminate in appearance and demeanor and is often smaller and sometimes unrealistically girlish in behavior.
Though these stereotypes are common, not all works adhere to them. For example, some of the anthologies published by Be X Boy feature stories on themes such as "younger seme" or "reversibles." The "height rule," the implication that greater height confers greater power, is also sometimes broken.
While most earlier yaoi depicted both seme and uke partners as slightly effeminate, there has been an uprise of "muscle yaoi," in which adult men are portrayed as more masculine and strongly muscled. Yaoi of this kind is referred to in fan communities as "bara" after Barazoku, a now-defunct Japanese gay men's magazine often known for pictures of men with muscle tone. Yaoi of the former kind is now referred to as "bishie" within fan communities, after the word bishonen, a term for effeminate and/or androgynous "pretty boys" in anime and manga.
Seme e uke: Ci si riferisce spesso ai due partecipanti ad una relazione yaoi come a seme ("attaccante") e uke ("ricevitore"). Sebbene questi termini siano originari delle arti marziali, sono stati apparentemente utilizzati in un contesto sessuale per secoli e non si portano dietro nessuna connotazione degradante. Seme deriva dal verbo giapponese semeru ("attaccare") e uke dal verbo giapponese ukeru ("ricevere"). Sebbene spesso in inglese ci si riferisca agli omosessuali maschi come "tops" ("chi sta sopra") e "bottoms" ("chi sta sotto"), seme e uke sono più vicini agli analoghi "pitcher" ("attacante") e "catcher" ("ricevitore").
Il seme è spesso descritto come un maschio tipo della cultura di anime e manga: controllato, fisicamente potente e/o protettivo. Il seme di solito ha una mascella prominente, i capelli corti, gli occhi piccoli e un modo di comportarsi più mascolino dello uke. Il seme di solito insegue lo uke.
Lo uke di solito è più androgino o effeminato nell'aspetto e nel comportamento ed è spesso più piccolo e qualche volta ha un atteggiamento irrealisticamente da ragazza.
Sebbene questi stereotipi siano comuni, non tutti i lavori ci aderiscono. Per esempio, alcune antologie pubblicate da Be X Boy mostrano storie su temi come "younger seme" ("seme più giovane") o "reversibles" ("reversibili"). La "regola dell'altezza", l'implicazione che una altezza più grande conferisca maggior potere, è anch'essa qualche volta infranta.
Mentre la maggior parte degli yaoi degli inizi descrivano sia il seme che lo uke come leggermente effeminati, c'è stato un incremento di "yaoi muscolosi", nei quali gli uomini adulti sono ritratti come più mascolini e fortemente muscolosi. Nelle comunità dei fan ci si riferisce a yaoi di questo tipo come a "bara" da Barazoku, una ormai defunta rivista per omosessuali spesso conosciuta per fotografie di uomini con un forte tono muscolare. Nelle comunità di fan adesso ci si riferisce agli yaoi del genere iniziale come a "bishie", dalla parola bishonen, un termine per "ragazzi carini" effeminati e/o androgini nelle anime e nei manga.
About Jet Mykles: 36 years old as of writing this. College graduate, with a B.F.A. in acting that I’ve never used professionally. Been writing all my life for fun.
The artwork and the website have been around since 1998. If you go into the gallery archives, you’ll still see my earliest attempts.
In 2005, I was finally published! Dream come true for me.
Now? I just hope I can continue to write and do artwork. It’s really what I enjoy.
Chi è Jet Mykles: 36 anni e stanca di scriverlo. Laureata, con una specializzazione in recitazione che non ho mai usato a livello professionale. Ho scritto per divertimento per tutta la mia vita.
I lavori artistici e il mio sito web sono online dal 1998. Se andate negli archivi delle immagini, vedrete i miei primi tentativi.
Nel 2005, sono stata finalmente pubblicata! Un sogno divenuto realtà.
Ora? Spero solo di poter continuare a scrivere e a disegnare. E' veramente quello che amo fare.
Jet Mykles
http://www.computerotika.com/home/
1) Heaven: This is Johnnie’s story, the lead singer. He becomes enchanted by a certain hotel manager.
The Weiss Strande Hotel is in trouble. Business just isn’t what it used to be when Tyler’s father ran the family-owned hotel. On top of business being down, dad’s sick with cancer and bills have skyrocketed.
Desperate to save his family interest, Tyler and his best friend sink their hopes and what’s left of their money into a new venture: a nightclub at the hotel. It’s imperative that the White Room is a success, or else the hotel will go under. Lady Luck seems to be with them, however, because they manage to sign the mega-popular rock group Heaven Sent to play the grand opening.
Already a huge fan of the group, Tyler couldn’t be more excited to welcome them to his hotel. He’s not at all prepared for the bomb of lust that hits him when he’s finally face-to-face with the painfully gorgeous lead singer, Johnnie Heaven. No, it couldn’t be lust. Yes, Johnnie’s probably the most beautiful person he’s ever seen, but Tyler is straight. It must be a misguided form of hero worship that he’s feeling.
Tyler finds out that he and Johnnie share an obsession: video games. When Johnnie invites Tyler to his room to play, Tyler jumps at the chance. Who wouldn’t snap up the opportunity to spend time with their idol? He and Johnnie have a great time with the games, but Tyler soon discovers that Johnnie’s got more in mind. The rock star’s aims to introduce Tyler to a whole new level of game play.
Questa è la storia di Johnnie, il cantante leader. Rimane affascinato da un certo direttore di albergo.
Il Weiss Strande Hotel è nei guai. Gli affari non vanno bene come quando il padre di Tyler gestiva l'albergo di famiglia. Ad aggiungersi al crollo degli affari, il padre malato di cancro e le bollette che sono salite alle stelle.
Desideroso di salvare gli interessi della famiglia, Tyler e il suo migliore amico investono le loro speranze e quel poco che rimane dei loro soldi in una nuova avventura: un locale notturno nell'albergo. E' imperativo che il White Room sia un successo, o altrimenti l'albergo affonderà. Signora Fortuna sembra essere dalla loro parte, tuttavia, perchè riescono a firmare un contratto con il famosissimo gruppo rock degli Heaven Sent per suonare all'inaugurazione.
Già in precedenza un grande fan del gruppo, Tyler non potrebbe essere più eccitato di accoglierli nel suo albergo. Non è per niente preparato per la bomba di lussuria che lo colpisce quando è finalmente faccia a faccia con il dolorosamente stupendo cantante leader, Johnnie Heaven. No, non può essere lussuria. Si, Johnnie è probabilmente la persona più bella che lui abbia mai visto, ma Tyler non è gay. Quella che sta provando deve essere una malintesa forma di adorazione per l'eroe.
Tyler scopre che lui e Johnnie condividono un ossessione: i videogiochi. Quando Johnnie invita Tyler nella sua stanza per giocare, Tyler coglie al volo l'occasione. Chi non prenderebbe al volo la possibilità di passare un po' di tempo con il proprio idolo? Lui e Johnnie passano dei bei momenti con i giochi, ma presto Tyler scopre che Johnnie ha molto più in mente. La rock star aspira ad introdurre Tyler ad un livello del tutto nuovo di gioco.
2) Purgatory: This one is Luc’s story, the bass guitarist. There’s a certain someone that he let get away once and he wants to rectify that situation.
Lucas Sloane defines beautiful for Reese. Tall and sleek with gorgeous red hair and deep, dark eyes to drown in, it’s no wonder that the famous bass player is the hero of many a starry-eyed teenager’s dreams.
Reese used to be one of those teens. Back when Heaven Sent was no more than the house band for the local club, Purgatory. Back then, it was easy to get to know Luc. To become friends with him. Somehow, Reese found the courage to take heart in hand and confess his love to Luc… only to be soundly rejected. Luc wasn’t gay. Not long after, Heaven Sent left town and skyrocketed into rock and roll stardom.
Now, six years later, Luc is back in town for a visit and more gorgeous than ever. Surprisingly, he not only apologizes for his treatment of Reese years ago, he comes onto him. Seems Luc’s discovered the pleasures of being with a man and wants to know what it’d be like between the two of them.
But Reese can’t. He just can’t. He lives the straight and narrow. He teaches high school. He’s got a girlfriend. He has a normal life. He can’t be gay.
Of course, it’s really very hard to deny the man who’s defined everything beautiful in Reese’s artistic mind. Okay. No one has to know about it, right?
Questa è la storia di Luc, il bassista. C'è qualcuno che lui ha lasciato andare una volta e vuole correggere tale situazione.
Lucas Sloane è la definizione di bellezza per Reese. Alto e snello con meravigliosi cappelli rossi e occhi profondi e scuri in cui perdersi, non c'è meraviglia che il famoso bassista sia l'eroe dei sogni di tanti adolescenti entusiasti.
Reese era solito essere uno di quelli adolescenti. Quando gli Heaven Sent non erano altro che il gruppo di casa di un locale del posto, il Purgatory. Quando era facile poter conoscere Luc. Diventare amici. In qualche modo, Reese aveva trovato il coraggio di parlare con il cuore in mano e confessare il suo amore a Luc... solo per essere fortemente respinto. Luc non era gay. Non molto dopo, gli Heaven Sent avevano lasciato la città ed erano saliti alle stelle tra le celebrità del rock and roll.
Ora, sei anni dopo, Luc è tornato in città per una visita ed è più meraviglioso che mai. Sorprendentemente, non solo si scusa per il trattamento riservato a Reese anni prima, si fa anche avanti. Sembra che Luc abbia scoperto il piacere di stare con un uomo e voglia sapere come sarebbe tra di loro.
Ma Reese non può. Lui proprio non può. Vive una vita regolare e precisa. Insegna in un liceo. Ha una fidanzata. Ha una vita ordinaria. Non può essere gay.
Naturalmente, è davvero difficile negarsi all'uomo che è la definizione di ogni cosa bella nella mente artistica di Reese. Va bene. Nessuno deve saperlo, non è vero?
3) Hell: And now we move on the Brent’s story, the lead guitarist. It’s also the story of the new member of the band, Heller Witting, more commonly known as Hell (that’s the little guy with the lavender hair).
Heaven Sent gets a hell of new keyboardist with a name to match. Heller Witting is an amazing musician and proves to be the answer to a sound that the band was missing. With lavender hair and big violet eyes, he captivates Brent Rose from the start, and not just with his music.
Brent knows better than to get involved with a member of the band. That just invites trouble and that’s the last thing he wants for Heaven Sent. So he’ll just keep the attraction to himself. Doesn’t matter anyway. Hell couldn’t possibly want him. After all, Brent’s not gorgeous and flashy like the other members of the band.
When Hell makes his interest in Brent all too obvious, Brent is unprepared and unable to stay away.
Fine, if they just keep it at sex, everything will be all right.
E adesso andiamo avanti con la storia di Brent, il chitarrista leader. E' anche la storia del nuovo componente del gruppo, Heller Witting, più comunemente noto come Hell (che è il piccoletto con i capelli color lavanda).
Gli Heaven Sent ottiengono un diabolico nuovo tastierista con il nome perfetto. Heller Witting è un musicista sorprendente e dimostra di essere la risposta al suono che il gruppo sta perdendo. Con i capelli lavanda e i grandi occhi viola, affascina Brent Rose fin dal principio, e non solo con la sua musica.
Brent sa che non è un bene rimanere coinvolti con un componente del gruppo. Questo porta solo problemi ed è l'ultima cosa che lui vuole per gli Heaven Sent. Così terrà l'attrazione che prova per se stesso. E comunque non importa. Hell non può volerlo. Dopo tutto, Brent non è meraviglioso e appariscente come gli altri componenti del gruppo.
Quando Hell rende fin troppo ovvio il suo interesse per Brent, Brent è impreparato e incapace di stare lontano.
Bene, se si limitano solo al sesso, tutto andrà bene.
4) Faith: This would be Darien’s story, the drummer. He takes a fancy to a certain lawyer.
When his marriage fails, Darien decides he'll explore new possibilities with his divorce lawyer, Christopher Faith. He’s just having trouble convincing Chris that he’s serious. Could be because he’s never slept with a guy before.
Questa sarà la storia di Darien, il percussionista. Prende una cotta per un certo avvocato.
Quando il suo matrimonio fallisce, Darien decide che esplorerà nuove possibilità con il suo avvocato divorzista, Christopher Faith. Ha solo dei problmi a convincere Chris che lui è serio. Può essere perchè lui non è mai andato a letto con un ragazzo prima d'ora.
Heaven - Excerpt
©2006 Jet Mykles, all rights reserved
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Tyler tried to put Johnnie’s whereabouts from his mind, but he couldn’t quite manage it. He knew when Johnnie left the bar and trailed along into the dark part of the room behind the couch. Tyler panicked, wondering what he was doing, but he didn’t dare look. A click, then sounds from the bedroom, told him that Johnnie had left the room. Tyler bit his lip and fought a groan, not wanting to think of Johnnie anywhere near a bed. The sound of running water told him that the man was in the bathroom, but then his mind filled with what Johnnie looked like wet. He was like that in one of the band’s videos, and Tyler had always suppressed the fact that he found that video particularly stimulating.
Yeah, he had to get out of here!
He was about to give up the game when Johnnie startled him by appearing at his other side. The rockstar calmly lifted the leg nearest Tyler and positioned himself so that he was straddling the arm of the couch. “Oh, good move,” he murmured. Tyler managed to breathe. Okay. They could forget the earlier conversation. They could go back to something safe, like the world of Final Fantasy 10.
Johnnie watched and Tyler played. The only comments made were questions or words of praise from Johnnie interspersed with answers and curses from Tyler. By the time he’d again lost his life, he was somewhat calm again, keyed up in the familiar way of the game rather than the dangerous way of Johnnie’s presence.
“Want to take another try at it?” he offered, twisting to look up at Johnnie as he offered the game controller.
Johnnie smiled down at him, and just that fast Tyler was again a deer caught in headlights. Johnnie took the controller from him and tossed it to the carpet. “I want to try a new game.” He leaned in toward Tyler, reaching for him.
Tyler gasped, eyes wide as he scrambled hastily back on the couch. Johnnie swung around and descended on him. Tyler fell, his back against the plush upholstery, his hands instinctively splaying across the hot skin of Johnnie’s chest as it hovered over him. Hair that was every color of brown imaginable hissed forward and curtained either side of them, creating a darkened haven as Johnnie came to rest straddling Tyler’s waist.
“What the hell?” Tyler found it hard to breathe as Johnnie sat firmly, pressing his hot crotch against what was now a full-fledged erection in Tyler’s pants.
Johnnie braced on bare, muscular arms above Tyler. “My new game requires two people.”
Tyler pushed against Johnnie’s chest, halting the other man’s sudden swoop toward him halfway. “Whoa, wait!”
“Why?”
“I’m not gay.”
“So? Neither am I.”
Tyler blinked, too many thoughts warring with raging fire coursing his veins. “What? Then why …”
“Just because I like to fuck men doesn’t mean I’m gay.”
Tyler latched on to the only rational thought in his head. “It doesn’t?”
Johnnie hummed through a dark smile, pressing his weight against Tyler’s hands. Tyler, without good leverage, watched in horror — anticipation? — as those beautiful lips approached his. “No, it doesn’t. I’ve slept with far too many women to be gay.”
“B-but …?”
He barely finished the word before Johnnie ceased his ability to talk by sealing their lips together. Tyler’s mouth was already open to the tongue that plunged within. Johnnie tasted of Jack Daniels and something else that Tyler found strangely delicious. So much so that his own tongue twined with Johnnie’s just to savor the taste. This was entirely unlike kissing a woman. No woman in his limited experience had ever been this aggressive, or this overpowering. He tried to push Johnnie away with little effect. Or was he really pushing? The fingers he had curled around Johnnie’s shoulders might just have been hanging on for dear life as the world tipped on its axis.
Johnnie dropped the rest of his weight atop Tyler. One arm slid up under Tyler’s back to tangle in his hair, to tilt his head for a better angle and a firmer kiss. Tyler was completely unable to think with those lips locked on his.
He was hardly aware of anything until he figured out that Johnnie had stopped kissing him. When had his eyes closed? He had to open them to see Johnnie’s warm smirk from inches above his nose.
“That was nice,” the vision purred, leaning back in.
Tyler twisted his head to the side and tried to push Johnnie away again. Geez, he was heavy! “I’m not gay.”
“You already said that.” The words warmly caressed the spot just below Tyler’s ear, making him shiver.
“Then stop …”
Chuckle. “Stop what?”
“Kissing me.”
The hand in his hair gently massaged the back of his neck. “Mmmm. I think I’m going to do a lot more than kiss you.”
“No!”
“Why not?”
“I’m not gay.”
“You’re sounding like a broken record. Fucking me wouldn’t mean you’re gay. You like sleeping with women, right?”
“Yes!”
A hot tongue rimmed his ear before it guided his earlobe between soft lips. “Then you’re not gay.”
Tyler gasped when teeth bit down on his earlobe. “But …”
“Fucking a guy doesn’t mean you’re gay,” Johnnie repeated, releasing Tyler’s earlobe with a wet pop. “It means you’re open to so many more types of pleasure, not just the ones that are widely accepted.”
“No …”
“Why not? Doesn’t it feel good?”
Tyler opened his mouth to reply, but Johnnie’s lips were back for another mesmerizing kiss. Tyler whimpered into those lips, trying in vain to reassemble his thoughts through the pulsing, burning pressure that was pooling deep in his gut.
Johnnie lifted his head. “Doesn’t it?”
Confused, Tyler looked up at him. He’d lost track of the conversation. “Doesn’t …?”
Johnnie chuckled, pushing up to balance on the elbow of the arm that still held Tyler’s hair. “Mmm, I’m better than I thought.” His free hand started unbuttoning Tyler’s shirt.
Tyler cercò di allontanare gli spostamenti di Johnnie dalla sua mente, ma non poteva farcela del tutto. Seppe quando Johnnie lasciò il bar e scivolò nella parte più buia della stanza dietro il divano. Tyler andò in panico, domandandosi cosa stesse facendo, ma non osò guardare. Un suono metallico, poi rumori dalla camera da letto, gli dissero che Johnnie aveva lasciato la stanza. Tyler si morse le labbra e trattenne un gemito, non volendo pensare a Johnnie in nessun luogo vicino ad un letto. Il suono di acqua corrente gli disse che l'uomo era nel bagno, ma poi la sua mente si riempì di come appariva Johnnie bagnato. Era come in uno dei video del gruppo, e Tyler aveva sempre rimosso il fatto che trovava quel video particolarmente eccitante.
Oh sì, doveva uscire da qui!
Stava quasi per lasciar perdere il gioco quando Johnnie lo fece trasalire apparendo al suo fianco. La rockstar alzò lentamente la gamba più vicina a Tyler e si sistemò in modo da stare a cavalcioni sul bracciolo del divano. "Oh, bella mossa", mormorò. Tyler riuscì a respirare. Va bene. Potevano dimenticare la conversazione di prima. Potevano tornare a qualcosa di sicuro, come il mondo di Final Fantasy 10.
Johnnie guardò e Tyler giocò. Gli unici commenti fatti erano domande o parole di apprezzamento da parte di Johnnie intervallate con risposte e maledizioni da parte di Tyler. Quando perdette un'altra volta la sua vita, era in qualche modo di nuovo calmo, rinchiuso nel mondo familiare del gioco piuttosto che nella strada pericolosa della presenza di Johnnie.
"Vuoi provarci un'altra volta?" offrì, girandosi per guardare Johnnie mentre gli offriva il comando.
Johnnie sorrise dall'alto, e così immediatamente Tyler fu di nuovo un cervo bloccato dai fanali. Johnnie prese il comando dalla sua mano e lo gettò sul tappeto. "Voglio provare un gioco nuovo". Si chinò verso Tyler, allungandosi per afferrarlo.
Tyler rimase senza fiato, gli occhi spalancati mentre si muoveva velocemente indietro sul divano. Johnnie si girò di scatto e discese sopra di lui. Tyler cadde, la schiena contro l'elegante imbottitura, le mani che istintivamente si distendevano sulla pelle calda del petto di Johnnie mentre stava in sospeso sopra di lui. I capelli che erano di ogni sfumatura immaginabile di castano scivolarono in avanti e velarono i loro lati, creando un rifugio oscuro mentre Johnnie si metteva a cavalcioni della vita di Tyler.
"Che diavolo?" Tyler trovò difficile respirare mentre Johnnie si sedeva con fermezza, premendo il suo bacino caldo contro quella che ora era un'erezione piena nei pantaloni di Tyler.
Johnnie puntò le braccia nude e muscolose sopra Tyler. "Il mio nuovo gioco richiede due persone".
Tyler spinse contro il petto di Johnnie, fermando l'improvviso attacco dell'altro uomo a mezza strada. "Wow, aspetta!"
"Perchè?"
"Io non sono gay".
"E allora? Neanche io".
Tyler sbatté le palpebre, troppi pensieri contrastanti con il fuoco impetuoso che scorreva nelle sue vene. "Cosa? E allora perché..."
"Solo perché mi piace fare sesso con gli uomini non significa che io sia gay".
Tyler afferrò l'unico pensiero razionale nella sua testa. "No?"
Johnnie mormorò attraverso un sorriso tenebroso, premendo il suo peso contro le mani di Tyler. Tyler, senza una buona leva, guardò con orrore - anticipazione? - mentre quelle splendide labbra si avvicinavano alle sue. "No, non vuol dire. Sono andato a letto con troppe donne per essere gay".
"M-ma...?"
Finì a malapena la parola prima che Johnnie mettesse termine alla sua capacità di parlare sigillando le loro labbra insieme. La bocca di Tyler era già aperta per la lingua che vi affondò. Johnnie sapeva di Jack Daniels e di qualcos'altro che Tyler trovava stranamente delizioso. Così tanto che la sua stessa lingua si intrecciò con quella di Johnnie solo per assaporarne il gusto. Questo era totalmente diverso dal baciare una donna. Nessuna donna nella sua limitata esperienza era mai stata così aggressiva, o così dominante. Cercò di respingere Johnnie con poco risultato. Ma stava realmente spingendo? Le dita ricurve sulle spalle di Johnnie potevano semplicemente essere appese a costo della vita mentre il mondo si rovesciava sul suo asse.
Johnnie si abbandonò col resto del suo peso in cima a Tyler. Un braccio scivolò dietro la schiena di Tyler per infilarsi nei suoi capelli, per piegare la sua testa in una angolazione migliore per un bacio più saldo. Tyler era completamente incapace di pensare con quelle labbra allacciate sulle sue.
Era appena consapevole di qualcosa fino a che non realizzò che Johnnie aveva smesso di baciarlo. Quando si erano chiusi i suoi occhi? Dovette aprirli per vedere il caldo sorriso compiaciuto di Johnnie a pochi centimetri dal suo naso.
"E' stato piacevole", fece le fusa la visione, chinandosi ancora.
Tyler girò la testa di lato e cercò ancora di respingere Johnnie. Diavolo, era pesante! "Io non sono gay".
"Lo hai già detto". Le parole accarezzavano in modo caldo il punto appena sotto l'orecchio di Tyler, facendolo rabbrividire.
"Allora smettila..."
Un basso sorriso. "Smettere cosa?"
"Di baciarmi".
La mano nei suoi capelli massaggiava gentilmente la sua nuca. "Mmmm. Penso che farò molto più che baciarti".
“No!”
"Perchè no?"
"Io non sono gay".
"Sembri un disco rotto. Fare sesso con me non significa che tu sia gay. Ti piace andare a letto con le donne, giusto?"
“Si!”
Una lingua calda leccò il bordo del suo orecchio prima di portare il suo lobo tra soffici labbra. "Allora non sei gay".
Tyler rimase senza fiato quando i denti morsero il lobo. "Ma..."
"Fare sesso con un ragazzo non significa che tu sia gay", ripeté Johnnie, liberando il lobo di Tyler con un suono bagnato. "Significa che sei aperto a così tanti modi di trovare piacere, non solo quelli che sono ampiamente accettati".
“No…”
"Perchè no? Non ti piace?"
Tyler aprì la bocca per rispondere, ma le labbra di Johnnie erano tornate per un altro bacio ipnotizzante. Tyler mugolò dentro quelle labbra, cercando invano di mettere insieme i suoi pensieri attraverso la pressione pulsante e bruciante che si stava formando nel profondo del suo stomaco.
Johnnie sollevò la testa. "Non ti piace?"
Confuso, Tyler guardò in alto verso di lui. Aveva perso traccia della conversazione. "Non...?"
Johnnie fece un basso sorriso, spingendo in alto per appoggiarsi sui gomiti delle braccia che ancora tenevano saldamente i capelli di Tyler. "Mmm, sono meglio di quanto pensassi". La sua mano libera incominciò a sbottonare la camicia di Tyler.
Purgatory - Excerpt
©2006 Jet Mykles, all rights reserved
Buy link: http://www.loose-id.com/detail.aspx?ID=300
Reese toed off his shoes in the tiled entryway of his townhouse, tossing his jacket — his only dry piece of clothing — onto a nearby chair. The shoes were ruined. His socks were soaked and stunk something awful. No, it wasn’t just the socks. With a new spate of curses, he started ripping at the shirt and slacks to get them off. How much was he going to have to pay for doing this to a rental? Thoroughly disgusted, he dropped his underwear last, letting the cotton splat onto the tiles.
Amazingly enough, he was half hard. Damn Luc!
Fuming, he stomped up the narrow flight of stairs and into the bathroom through the door that opened onto the upper landing. He cranked on the water and stepped under the spray before it was quite warm enough. He had to get the sour fish pond smell off his skin. Diligently, he scrubbed his skin until he was red all over and washed his hair twice. The second time wasn’t quite necessary, but he was trying his best to distract himself from his errant thoughts and the hard on that wouldn’t go away.
Luc Sloane had come on to him. Luc Sloane had asked to fuck him. Luc had kissed him, and God, he was even better than Reese could ever have hoped! Better than the one other kiss they had shared. The thought of those fingertips on his cheek, those lips on his, that hand squeezing his cock … Most of the blood in his body drained south to make his dick throb.
Finally he couldn’t stand it. He poured conditioner into his palm and reached down. Leaning against the tiles with his free hand, he shut his eyes and pulled on his cock, wondering why he’d insisted that Luc couldn’t come and do this for him. It didn’t take long. He was primed and prepped and couldn’t for the life of him get the image of Luc’s face out of his mind.
Panting, Reese stared down at his dick. Jerking off had taken the edge off the lust, but hadn’t erased the need Luc had awakened in him. His blood was still simmering, and it wasn’t the hot water that did it.
“Fuck!” He turned into the spray to rinse off. He quite studiously ignored the throb in his cock and the curl of need in his belly.
Why, exactly, hadn’t he invited Luc in? Why was he all alone in the shower jerking off when he could have the bass player’s hands and mouth on him? Oh, yeah. His job. His life. He couldn’t be gay. No matter how good it felt. No matter how right it felt. No matter that the man dominated his dreams. His lust for Luc was something to be denied. He couldn’t go ruining his life just for a passing fantasy.
Even if it was a really good fantasy!
Reese finished his shower and dried off, then pulled on a comfy pair of pajama bottoms and toweled his hair as he went downstairs to fetch the clothes he’d left near the door. But first, a stop in the kitchen for asprin and water to avoid a hangover. Even though his dunk in the pond seemed to have cleared his head, he remembered too well just how much he’d had to drink
He was just finishing a huge glass of water when the knock sounded at the door. He froze, staring across the dark living room at the darker entryway. It was somewhere around midnight. Who could it …?
He moaned softly, setting the glass down carefully in the sink. If he ignored it, maybe Luc would go away.
Another knock, followed by a softly seductive voice. “Reese, I know you’re there. Don’t want me to disturb your neighbors, do you?”
Reese snarled. Just the sound of that voice had his cock perking to attention again. Be strong! He stomped across his living room, kicked aside wet clothing, and opened the door. He tried to just crack it, but Luc pushed in. Reese stumbled back, slipping in a puddle. His world spun and he braced for impact with the tiles. But Luc caught his arms above the elbows, aborting his fall by slamming him up against the closet opposite the front door. The front door snicked shut, but Reese couldn’t see it with Luc looming over him.
“What do you want?” Reese hissed, not sure that he sounded as mad as he intended.
Luc’s hands slid down his arms to take hold of his wrists and yanked them up above Reese’s head. He leaned in the extra few inches he had on Reese. Loose red hair fell forward, almost brushing Reese’s temple. “This.” Luc took Reese’s mouth in a possessive, brutal kiss.
Reese groaned into it, fisting his hands. It took way too much effort to push Luc away. All of the man’s weight was leaning on those hands, pinning Reese to the closet door. So instead he twisted his face aside, gasping for breath when he was free. “God damn it! What’re you doing?”
Luc’s lips dragged up Reese’s cheek to his ear. His knee nudged between Reese’s legs, pressing his thigh into Reese’s groin.
The erection that hadn’t gone away flared to full, hideous life.
“I tried to leave,” that voice rumbled in his ear. “But I’m dying to taste you. I want to suck you down and eat you up.” His teeth closed down on the curve between Reese’s neck and shoulder. “Please, Reese. I’ve got to fuck you.”
Reese si tolse le scarpe con le punta delle dita dei piedi nell'ingresso piastrellato della sua casa di città, gettando la sua giacca - il suo unico capo di abbigliamento asciutto - su una sedia vicina. Le scarpe erano rovinate. I suoi calzini erano bagnati e puzzavano in modo spaventoso. No, non erano soltanto i calzini. Con una nuova filippica di maledizioni, cominciò strattonare la camicia e i calzoni per toglierseli. Quanto avrebbe dovuto pagare per aver fatto questo ad un abito in affitto? Totalmente disgustato, gettò per ultima la sua biancheria, lasciando che il cotone si spiaccicasse contro le mattonelle.
Abbastanza sorprendentemente, era mezzo eccitato. Dannato Luc!
Fumando di rabbia, fece pesantemente la stretta scala ed entrò nel bagno attraverso la porta che si apriva nel piano superiore. Aprì il rubinetto dell'acqua ed entrò sotto il getto prima che fosse abbastanza caldo. Doveva eliminare l'aspro odore del laghetto dei pesci rossi dalla sua pelle. Diligentemente, sfregò la sua pelle fino a che fu del tutto arrossato e si lavò due volte i capelli. La seconda volta non era davvero necessaria, ma stava cercando di fare del suo meglio per distrarsi dai suoi pensieri erranti e dall'eccitazione che non se ne voleva andare.
Luc Sloane ci aveva provato con lui. Luc Sloane gli aveva chiesto di fare sesso con lui. Luc lo aveva baciato, e Dio, era anche meglio di quanto Reese avesse mai potuto sperare. Meglio dell'altro unico bacio che avevano condiviso. Il pensiero di quelle dita sulla sua guancia, di quelle labbra sulle sue, di quella mano che stringeva il suo pene... La maggior parte del sangue nel suo corpo si concentrò in basso per far pulsare il suo pene.
Infine non poté più sopportarlo. Versò del balsamo nel palmo della sua mano e allungò il braccio verso il basso. Appoggiandosi indietro sulle mattonelle con la mano libera, chiuse gli occhi e tirò il suo pene, domandandosi perché aveva insistito che Luc non potesse venire a fare questo per lui. Non ci volle molto. Era giovane e pronto e non poteva a costo della vita togliersi l'immagine del volto di Luc dalla mente.
Ansimando, Reese guardò in basso verso il suo pene. Masturbarsi aveva alleviato il culmine della lussuria, ma non aveva cancellato il bisogno che Luc aveva risvegliato in lui. Il suo sangue stava ancora fremendo e non era l'acqua calda la causa.
"Cavoli!" Si girò verso lo spruzzo per risciacquarsi. Ignorò quasi diligentemente il pulsare nel suo pene e la stretta di bisogno nel suo ventre.
Perché, per esattezza, non aveva invitato Luc ad entrare? Perché era tutto solo nella doccia a masturbarsi quando poteva avere le mani del bassista e la sua bocca su di lui? Oh, sì. Il suo lavoro. La sua vita. Non poteva essere gay. Non importa quando bella era la sensazione. Non importa quanto giusto sembrasse. Non importa che l'uomo dominasse i suoi sogni. La sua lussuria per Luc era qualcosa che doveva essere negata. Non poteva rovinare la sua vita solo per una fantasia passeggera.
Anche se era una fantasia davvero buona!
Reese finì la sua doccia e si asciugò, poi indossò un confortevole paio di pantaloni da pigiama e si asciugò i capelli mentre scendeva da basso per andare a prendere gli abiti che aveva lasciato vicino alla porta. Ma prima, una sosta in cucina per dell'aspirina e dell'acqua per evitare i postumi di una sbornia. Anche se il suo tuffo nel laghetto sembrava aver schiarito la sua testa, si ricordava fin troppo bene quando avesse bevuto.
Stava appena per finire un enorme bicchiere di acqua quando qualcuno bussò alla porta. Si impietrì, fissando attraverso il soggiorno buio all'ingresso ancora più buio. Era quasi mezzanotte. Chi poteva...?
Gemette debolmente, posando cautamente il bicchiere nel lavandino. Se lo ignorava, forse Luc sarebbe andato via.
Un altro colpo, seguito da una voce profondamente seducente. "Reese, lo so che sei là. Non vorrai che disturbi i tuoi vicini, non è vero?"
Reese era preso in trappola. Solo il suono di quella voce faceva stare all'attenti il suo pene ancora una volta. Sii forte! Camminò pesantemente attraverso il suo soggiorno, calciando da parte i vestiti bagnati, e aprendo la porta. Cercò si aprire solo un spiraglio, ma Luc spinse. Reese inciampò all'indietro, scivolando sul bagnato. Il suo mondo ruotò e lui puntò sulle mattonelle per evitare l'impatto. Ma Luc prese le sue braccia sopra i gomiti, fermando la sua caduta spingendolo contro l'armadio opposto alla porta d'ingresso. La porta si chiuse, ma Reese non poteva vederla con Luc che incombeva su di lui.
"Cosa vuoi?" sibilò Reese, non sicuro di sembrare così arrabbiato come voleva apparire.
Le mani di Luc scivolarono sulle sue braccia per afferrare i suoi polsi e tirarli con forza sopra la testa di Reese. Si chinò per accorciare i pochi centimetri che aveva su Reese. I rossi capelli sciolti caddero in avanti, quasi accarezzando le tempie di Reese. "Questo". Luc prese la bocca di Reese in un bacio possessivo e brutale.
Reese gemette dentro il bacio, chiudendo a pugno le mani. Ci voleva fin troppo sforzo per respingere Luc. Tutto il peso dell'uomo stava incombendo su quelle mani, bloccando Reese contro la porta dell'armadio. Così invece lui girò il volto di lato, facendo sforzi per respirare quando fu libero. "Dio ti maledica! Cosa stai facendo?"
Le labbra di Luc scivolarono lungo la guancia di Reese fino al suo orecchio. Il suo ginocchio si infilò tra le gambe di Reese, premendo la sua coscia sull'inguine di Reese.
L'erezione che non era andata via ritornò a piena ed orribile vita.
"Ho cercato di andarmene", rimbombò quella voce nel suo orecchio. "Ma muoio dalla voglia di assaggiarti. Voglio inghiottirti e divorarti". I suoi denti si chiusero sulla curva tra il collo e la spalla di Reese. "Per favore, Reese. Devo scoparti".
Hell - Excerpt
©2007 Jet Mykles, all rights reserved
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“I’ve been watching you.”
He patted his pocket for his pack of smokes. “Yeah.” He’d just have another one, and hopefully Hell would head on up to his room alone.
“I want you.”
Brent froze, anger draining as he was speared by an intense violet gaze.
Hell turned his arm so his fingers curled up in front of his chin. The frothy lace of his cuffs spilled down his forearm, displaying the gold bracelet, ring, and the chains that linked them over the back of his hand. “Mmm.” He straightened his index finger slightly to trace the top curve of his upper lip with a manicured fingernail.
Brent swallowed. “We can’t.”
“Why not?”
“The band …” The finger was distracting. Or was it the lips?
The tip of Hell’s pink tongue nudged out to lick one side of his upper lip. “I die to know what it’s like to have those talented fingers on me.” Oh, the accent just made that sentence so very amazing.
Said fingers went lifeless and dropped the cigarette.
Hell’s gaze dropped.
Brent realized a hole was burning in his slacks.
“Fuck!” He jumped up, sending the chair clattering to the tiles behind him. He brushed off the burning ash. No flames, but there was a definite burn mark.
Brent froze again when Hell’s boots and legs appeared in his downcast vision. He started to back away on instinct, but Hell’s hands reached up to cup his face, tilting it so Brent had to straighten and look at him. With the heels on the boots, Hell’s height reached Brent’s chin. He gazed into the cherub’s face. He’d never seen that hunger in those eyes. It made them a deep, beguiling indigo.
Hell grimaced slightly; then Brent felt thumbs and fingers at the arms of his sunglasses, pressing them up.
“Hey,” he reached up to grab at Hell’s hands.
He didn’t get a grip on the slim wrists before Hell yanked his face down and took his lips in a kiss.
Oh, God! Brent heard the moan ooze from his throat as liquid heat shot through his veins. Just the touch of those soft lips with the remnants of gloss was enough to chase away thoughts and bring forward pure feeling. Fingers dug into his hair, pushing his sunglasses up farther, as the lips parted and the point of a warm, wet tongue teased the seam of Brent’s lips. He opened without hesitation, sucking in the questing tongue, pulling hard. Hell let out a grunt of surprise that turned into a ragged groan. He stepped closer to Brent, his belly brushing Brent’s erection through layers of fabric. Unthinking, Brent dropped his arms around Hell’s waist, pulling the smaller man closer to increase the pressure. They both sighed. Hell’s arms slid up to wind around Brent’s neck, and Brent’s hands spanned out, one over the middle of Hell’s back and one dropping down to squeeze a firm ass cheek.
Fingers again tangled in his hair, this time at the back of his skull, and pulled until he was forced to break the kiss. Both he and Hell sucked in breath without breaking their embrace.
Hell recovered first. “Elevator.”
Reason tried to wiggle its way to the surface of Brent’s brain. “Wait.”
“No. No waiting.” Sharp teeth nipped at Brent’s chin. “Need to fuck you.”
He groaned. “But …”
Hell unwound the arm with the free hand from around Brent’s neck and wormed it down between them. Brent hissed when firm fingers melded to his cock. “Want you.” Need put more of the German accent into his voice so that it came out sounding like “Vant you.” “Want to know how you taste.”
Brent was only a flesh-and-blood human being, and at the moment, all of his flesh and blood was at the mercy of the cherub’s hot little hand and seductive, commanding voice.
He closed his eyes and swallowed, walking backwards at Hell’s nudge. He had to trust that Hell knew where they were going because the man had a solid grip on his cock and didn’t seem to be anywhere close to letting go. Brent’s back came up against a wall. Hell tilted his head down into another tongue-sucking kiss, only freeing his hand to lower it to press the elevator button once Brent was fully engaged in the lip lock.
When the doors opened, Hell pushed. Brent stumbled free of the cherub’s hold and leaned against the low railing circling the three walls of the lift. Hell stepped inside and reached to press the button with the hand that held Brent’s sunglasses.
Brent stared at the glasses. They looked so odd, so ordinary in someone else’s hands. Especially those hands. Long and elegant, somewhat hidden beneath the lacy flounce of his shirt cuffs. Rings shone from most of the fingers as he raised the sunglasses. Brent watched in fascination as Hell used the tip of one earpiece to trace the full curve of his bottom lip.
“Your kiss is divine, Süsser.” The last word sounded like an endearment, kind of “si-ssur” with a hard i and a drawn out s in the middle. Hell stepped toward Brent, sucking the earpiece between his lips. “How does the rest of you taste?”
Brent swallowed, trying once more to regain some sanity. “Hell, we shouldn’t do this.”
“Oh, yes. We should.”
Brent shook his head. “The band.”
Hell stepped into his body, pressing Brent against the back wall of the lift.
Brent couldn’t take his eyes off that part of his sunglasses, disappearing in and out of Hell’s lips. That pink tongue came out to caress the plastic, and Brent had to wet his own lips at the sight.
Hell leaned in, tilting up toward his mouth. “I want you so much.” Lips hovered beneath Brent’s, the plastic of the glasses an odd hardness at the corner of their mouths. “Please don’t say I can’t have you.”
The elevator doors hissed open.
Hell stepped back.
Brent stumbled forward, leaning into the kiss that Hell now backed away from.
Hell grabbed the front of his shirt and led the way out of the lift. “Come.”
Mistake! Brent’s brain screamed. Yet here he was, following the cherub like a stunned puppy.
"Ti ho osservato".
Toccò leggermente il suo taschino per cercare il pacchetto di sigarette. "Si". Doveva averne un altro, e c'era speranza che Hell se ne andasse nella sua camera da solo.
"Ti voglio".
Brent si irrigidì, la rabbia che si prosciugava mentre era trafitto da un intenso sguardo violetto.
Hell girò il braccio così che le sue dita si piegarono sul davanti della sua mascella. Il pizzo leggero dei suoi polsini scivolò in basso sul suo avambraccio, mettendo in mostra il braccialetto dorato, l'anello e le catene che li collegavano sopra il dorso della sua mano. "Mmm". Allungò il suo dito indice per tracciare leggermente la curva del suo labbro superiore con l'unghia curata.
Brent deglutì. "Non possiamo".
"Perchè no?"
"Il gruppo..." Il dito era distraente. O erano le labbra?
La punta della lingua rosa di Hell spuntò fuori per leccare un lato del suo labbro superiore. "Muoio dalla voglia di sapere com'è avere quelle dita talentuose su di me". Oh, l'accento faceva proprio sembrare la frase così sorprendente.
Le suddette dita diventarono senza vita e lasciarono cadere la sigaretta.
Lo sguardo di Hell scivolò in basso.
Brent realizzò che un buco stava bruciando nei suoi pantaloni.
"Cavoli!" Balzò in piedi, gettando la sedia rumorosamente sulle mattonelle dietro di lui. Spazzò via la cenere accesa. Nessuna fiamma, ma c'era decisamente un segno di bruciatura.
Brent si irrigidì di nuovo quando gli stivali di Hell e le sue gambe apparvero nella sua visuale abbassata. Incominciò ad indietreggiare d'istinto, ma le mani di Hell si allungarono a coppa sul suo volto, piegandolo in modo che Brent dovette raddrizzarsi e guardarlo. Con i tacchi degli stivali, l'altezza di Hell raggiungeva la mascella di Brent. Guardò quel volto da cherubino. Non aveva mai visto quella brama in quegli occhi. Li rendeva di un indaco profondo e accattivante.
Hell fece una leggera smorfia; poi Brent sentì pollici e dita sulle stanghette dei suoi occhiali da sole, spingendoli in alto.
"Hey", alzò le braccia per afferrare le mani di Hell.
Non riuscì a prendere i polsi sottili prima che Hell tirasse con violenza il suo volto in basso e prendesse le sue labbra in un bacio.
Oh, Dio! Brent sentì il gemito fluire dalla sua gola mentre un liquido caldo scorreva nelle sue vene. Solo il tocco di quelle labbra soffici con il residuo di rossetto era abbastanza da scacciare ogni pensiero e far emergere solo sensazioni pure. Delle dita affondarono nei suoi capelli, spingendo gli occhiali da sole ancora più lontano, mentre le labbra si aprivano e la punta di una lingua calda e bagnata tentava la linea di congiunzione delle labbra di Brent. Lui le aprì senza esitazione, succhiando la lingua indagatrice, tirando forte. Hell emise un grugnito di sorpresa che si trasformò in un rabbioso gemito. Si avvicinò a Brent, il suo ventre che accarezzava l'erezione di Brent attraverso gli strati di tessuto. Senza pensare, Brent fece scivolare le sue braccia intorno alla vita di Hell, attirando più l'uomo più piccolo per aumentare la pressione. Entrambi sospirarono. Le braccia di Hell scivolarono in alto per avvolgersi intorno al collo di Brent, e le mani di Brent si estesero, una a metà della schina di Hell e l'altra in basso a stringere un gluteo sodo.
Le dita di nuovo intrecciate nei suoi capelli, questa volta sul dietro del suo cranio, tiravano fino a che lui fu costretto ad interrompere il bacio. Entrambi, lui ed Hell, respirarono a fondo senza interrompere il loro abbraccio.
Hell si riprese per primo. "Ascensore".
La ragione cercò di farsi strada fino alla superficie del cervello di Brent. "Aspetta".
"No. Nessuna attesa". Denti aguzzi mordicchiarono la mascella di Brent. "Ho bisogno di scoparti".
Lui gemette. "Ma..."
Hell distese il braccio con la mano libera da intorno il collo di Brent e la mosse lentamente in basso tra di loro. Brent sibilò quando le dita decise si fusero sul suo pene. "Ti voglio". Il bisogno rese più forte l'accento tedesco nella sua voce rendendo più dure le consonanti. "Voglio sapere che gusto hai".
Brent era solo un essere umano di carne e sangue, e in quel momento, tutta la sua carne e il suo sangue erano alla merce della piccola mano calda e della seducente voce imperiosa del cherubino.
Chiuse gli occhi e deglutì, camminando indietro alla spinta di Hell. Doveva fidarsi che Hell sapesse dove erano diretti perchè l'uomo aveva una presa solida sul suo pene e non sembrava per nulla intenzionato a lasciarlo andare. La schiena di Brent incontrò un muro. Hell piegò la sua testa in basso in un altro bacio succhia lingua, liberando la sua mano solo per abbassarla per premere il pulsante dell'ascensore appena Brent fu totalmente impegnato dalla presa delle sue labbra.
Quando le porte si aprirono, Hell spinse. Brent si ritrovò improvvisamente libero dalla presa del cherubino e si appoggiò contro la bassa ringhiera che circondava le tre pareti dell'ascensore. Hell entrò dentro e allungo il braccio per premere il pulsante con la mano che teneva gli occhiali da sole di Brent.
Brent fissò gli occhiali. Sembravano così strani, così normali nelle mani di qualcun'altro. Specialmente in quelle mani. Lunghe ed eleganti, in qualche modo nascoste sotto la balza di pizzo dei polsini della sua camicia. Anelli risplendevano dalla maggior parte delle dita mentre lui sollevava gli occhiali da sole. Brent guardò mentre Hell usava la punta di una stanghetta per tracciare la curva piena del suo labbro inferiore.
"Il tuo bacio è divino, Süsser". L'ultima parola suonava come un vezzeggiativo, tipo “si-ssur” con un I dura e una S aspirata nel mezzo. Hell fece un passo in avanti verso Brent, succhiando la stanghetta tra le labbra. "Che sapore ha il resto di te?"
Brent deglutì, cercando ancora una volta di riguadagnare un po' di salute mentale. "Hell, non dovremmo fare questo".
"Oh, si. Dobbiamo".
Brent scosse la testa. "Il gruppo".
Hell si avvicinò contro il suo corpo, premendo Brent contro il muro posteriore dell'ascensore.
Brent non poteva distogliere gli occhi da quella parte dei suoi occhiali da sole, che scompariva dentro e fuori le labbra di Hell. Quella lingua rosa che veniva fuori per accarezzare la plastica, e Brent dovette bagnarsi le labbra alla vista.
Hell si sporse verso di lui, piegando in alto verso la sua bocca. "Ti voglio così tanto". Le labbra rimasero in sospeso sotto quelle di Brent, la plastica degli occhiali un strana durezza all'angolo delle loro bocche. "Per favore non dire che non posso averti".
Le porte dell'ascensore si aprirono con un sibilo.
Hell fece un passo indietro.
Brent inciampò in avanti, piegandosi nel bacio che Hell ora allontanava da lui.
Hell afferrò il davanti della sua camicia e lo condusse fuori dall'ascensore. "Vieni".
Errore! Urlava il cervello di Brent. Tuttavia eccolo qui, a seguire il cherubino come un cucciolo stordito.
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